Restauro e Conservazione | Malte da Restauro | ANIDIS
Data Pubblicazione:

Sisma 2009, a L'Aquila il restauro di due architetture di alto valore danneggiate dal terremoto

L’Oratorio di S. Antonio da Padova è ubicato in via S.Marciano nei pressi di piazza Duomo, risale al secolo XVI. In esso sono presenti opere lignee come la cassa d’organo, la cantoria e il soffitto, con al centro un quadro su tela di Sant’Antonio e Madonna, nell’abside un paliotto in ceramica oltre a decorazioni in stucco e lapideo come il cornicione, gli altari, le statue e i portali. 

Il Casino delle Delizie Branconio, vicino piazza San Silvestro, risale al XVII secolo e gli affreschi al primo piano, opera di G.Monaldi discepolo di Raffaello, danneggiati dal sisma del 2009 raffigurano scene bibliche. L’intervento realizzato dopo il terremoto del 2009 ha tenuto conto che il restauro degli apparati storico artistici, decorativi e architettonici e il miglioramento sismico delle strutture interagiscono tra di loro e si realizzano in modo integrato.


L'Oratorio di S.Antonio, una chiesa con 6 unità strutturali costruite in epoche diverse

L’Oratorio di S.Antonio è ubicato all’interno di un aggregato edilizio situato a breve distanza da piazza Duomo ed è interamente vincolato dal MIBAC. L’aggregato comprende sei unità strutturali in muratura costruite in epoche diverse con una forte interazione strutturale, in particolare tra le US contigue (Us6 e Us2). L’Oratorio (Us2) è ubicato nell’aggregato in posizione centrale (figure 1a e 2) ed è composto da un’ambiente a tutt’altezza con presbiterio, sacrestia e campanile inglobati nella unità strutturale adiacente (Us1) e la parete opposta a confine con l’unità strutturale Us6. Non ha orizzontamenti intermedi ma soltanto un sottotetto a cassettonato con copertura in acciaio di recente realizzazione.

Esso fu edificato nel 1646 dal Cav. Ottavio de Nardis e completato prima del terremoto del 1703 e a quella data si riferiscono interventi importanti di restauro e ricostruzione della parte alta seicentesca. Il prospetto principale si affaccia su via San Marciano e mostra il decoro barocco con cornicioni e paraste sia all’interno che all’esterno. La facciata (figure 3a e 3b) è divisa orizzontalmente da un cornicione a profilo spezzato, inquadrato da quattro lesene che segnano i limiti del prospetto, dalla parte centrale che svetta in alto, dando origine ad un secondo cornicione orizzontale spezzato, e da un parte centrale più alta accompagnata da volute in pietra.

 

Sisma 2009, a L'Aquila il restauro di due architetture di alto valore danneggiate dal terremoto

IMMAGINE 1: Pianta dell’aggregato a quota di via S.Marciano

 

Sulla facciata, al primo ordine inferiore, sono visibili finestre seicentesche e due portali di accesso alla chiesa, disposti simmetricamente rispetto alla statua del santo, opera di Ercole Ferrata. Nella parte superiore della facciata compaiono altre bucature sicuramente di periodo settecentesco, meno ricercate nel dialogo scultoreo ma più inserite a cornice di una facciata seicentesca. Anche i cornicioni denotano una diversità di peso e di profondità e sono databili ad epoche poco differenti. Verticalmente lo spazio interno è ritmato da paraste poste centralmente e sugli spigoli dove piegano scandendo anche le pareti absidali e quella diametralmente opposta.

 

Interno dell'Oratorio S.Antonio dopo il sisma

IMMAGINE 2: a) interno dopo il sisma del 2009, b) particolare cupoletta presbiterio

 

La parete absidale ospita l’altare principale inquadrato da un arco trionfale e coperto da una cupola ellittica con al centro un occhio finestrato. La parete opposta scandita dalle paraste in spigolo e dal cornicione principale contiene un grande organo in legno di fattura seicentesca adagiato su una cantoria in legno (figure 5a e 5b).

Il soffitto ligneo del 1726, opera di Ferdinando Mosca, è intagliato, dorato e cromato attorno alla grande tela del Damini del 1740. L’ingresso all’area presbiteriale è segnato da una balaustra in marmo decorata con marmi rosa e bianchi . L’altare maggiore è dedicato al santo ed è circondato da muri incorniciati da marmi e tele. L’altare del santo è composto da colonnine laterali in marmo rosa venato di bianco e capitelli corinzi che reggono un pulvino a doppia cornice e un fregio che riprende il motivo del cornicione principale con fregi dentellati a più livelli. L’altare è chiuso da un timpano spezzato e angeli protesi verso il centro. Il basamento è costituito da un ricchissimo paliotto maiolicato.

Gli apparati decorativi: Gli incroci dei muri sono sottolineati da paraste piegate, dal cornicione principale e dalla cornice di mediazione del grande soffitto ligneo. Piccoli accorgimenti architettonici rompono l’orizzontalità per definirne una dimensione barocca verticale come la posizione delle finestre che spezzano la piccola cornice in linea con il collarino delle paraste, l’ogano in legno che taglia il grande cornicione e la presenza dell’ellisse nel presbiterio che permette l’ingresso della luce in modo diffuso. Si riporta una sintesi degli apparati decorativi divisa per materiale e tecnica costruttiva.

Stucchi: ne sono esempio i capitelli delle paraste, le sculture tridimensionali, gli angeli appoggiati sugli altari e i cherubini inseriti nei cenotafi, l’imponente trabeazione e la cornice in stucco dorato tra la parete e il soffitto, le volute e le cornice dell’abside.

 

Danno e vulnerabilità dell’Oratorio

Il danno provocato dal sisma del 2009 alle strutture e agli apparati decorativi è da mettere in relazione anche a vulnerabilità intrinseche della struttura come la presenza di un corpo di fabbrica ad ambiente unico alto circa 13 metri senza orizzontamenti intermendi tra corpi di fabrica con solai rigidi intermedi, una debole connessione tra i paramenti murari e la qualità della muratura composta di pietre di piccolo e medie dimensioni alternate a elementi lapidei di dimensione maggiore. Lungo la facciata su via S.Antonio l’edicola con la Madonna è realizzata con pietra da taglio a seguito del sisma non ha ricevuto alcun danno mentre la muratura nell’intorno si è disgregata con una inflessione del paramento esterno.

La parete a confine con la US6 che sostiene l’organo in parte è crollata, per il peso dell’organo, ma principalmente per l’interazione dei solai nella parte retrostante che a seguito di azioni cicliche orizzontali hanno favorito la separazione dei paramenti fino al crollo. Danni importanti si sono verificati anche nell’abside e nell’arco trionfale dovuti principalmente all’assenza di presidi trasversali come le catene. In tale contesto gli apparati decorativi, anche se fortemente lesionati, hanno evidenziato una buona resistenza allo scuotimento sismico.

 

Il Casino delle Delizie Branconio

Il Casino delle Delizie Branconio, di proprietà di M.L.Vicentini, è ubicato all’interno del tessuto edilizio del centro storico di L’Aquila delimitato da Viale Duca degli Abruzzi, via Coppito e via Porcinari, a breve distanza da piazza San Silvestro, dove si affaccia l’omonima chiesa, ed è adiacente a palazzo “Branconio”.

L’edificio forma una corte interna con affaccio su terreno di proprietà, ed è racchiuso da un muro coevo al “Casino” che si sviluppa fino a Via Duca degli Abruzzi dalla quale è possibile accedere direttamente al giardino per mezzo di un ingresso ad arco con cornice in pietra. Per il Casino delle Delizie è possibile interrogarsi tra il manifestarsi dell’opera come espressione del tempo e del limite tra restauro e falso storico. Esso si pone come elemento edificato di parte del recinto che segna la linea tra città e campagna. I prospetti di Via Coppito e via Porcinari sono le uniche mura prospicienti la città che, fino al 1934, conservavano i caratteri dell’edificio cinquecentesco.

Negli anni trenta il Casino è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione che ne ha modificato sostanzialmente l’architettura originaria e il sistema strutturale. Per quanto riguarda l’aspetto architettonico si è conservato soltanto il prospetto su via Coppito mentre gli altri sono stati profondamente modificati. L’angolo tra via Coppito e via Porcinari racchiude una cellula costruttiva contenente un brano originale di storia seicentesca con la manifestazione di affreschi di elevata qualità artistica e di grande impatto scenico che risalvono al XVII secolo per opera di G.Monaldi, discepolo di Raffaello. Partendo dalla scala, quale elemento distributivo fino al piano nobile, gli affreschi si mostrano con scene bibiliche sulla rampa che va dal giardino all’ingresso di via Coppito e nella sala al piano primo.

 

Pianta del Casino delle Delizie Branconio

IMMAGINE 3: Figura 15 : a) pianta, b) sezione longitudinale

 

Danno, Vulnerabilità e sistema strutturale

La rimozione degli intonaci ha messo in evidenza le strutture verticali profondamente modificate nella loro configurazione originaria a seguito dell’intervento realizzato negli anni trenta, con inserimento di elementi impropri in cemento armato quali : il cordolo di copertura, la sostituzione in cemento armato delle piattabande in muratura e la sostituzione dei solai lignei con solai in ferro tavelloni.

 

L'ARTICOLO CONTINUA...

Per leggere l'intero articolo SCARICA in allegato il PDF, previa registrazione al sito di INGENIO.

In questo modo potrai leggerlo con un'impaginazione migliore, stamparlo, salvarlo e condividerlo.


Articolo tratto dagli atti del XVIII Convegno ANIDIS - Ascoli Piceno 2019


 

Articolo integrale in PDF

L’articolo nella sua forma integrale è disponibile attraverso il LINK riportato di seguito.
Il file PDF è salvabile e stampabile.

Per scaricare l’articolo devi essere iscritto.

Iscriviti Accedi

Malte da Restauro

Con il topic "Malte da Restauro" vengono raccolti tutti gli articoli pubblicati sul Ingenio sulle malte da restauro e riguardanti la progettazione, l'applicazione, l'innovazione tecnica, i casi studio, i controlli e i pareri degli esperti.

Scopri di più

Restauro e Conservazione

Con il topic "Restauro e Conservazione" vengono raccolti tutti gli articoli pubblicati che esemplificano il corretto approccio a quel sistema di attività coerenti, coordinate e programmate, dal cui concorso si ottiene la conservazione del patrimonio culturale.

Scopri di più