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Sicurezza nei cantieri. Il CNI e i sistemi anticaduta

Consulta Ingegneri di Sicilia

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IL CONSIGLIO NAZIONALE HA APPROVATO LA PROPOSTA DI NORMATIVA NAZIONALE SUI SISTEMI ANTICADUTA ELABORATA DA UN APPOSITO GTT OPERANTE ALL’INTERNO DEL GdL SICUREZZA

1. PREMESSA

Il rischio cadute dall’alto è uno dei rischi che comporta ancora oggi la maggior parte degli infortuni sia nei luoghi di lavoro che anche nella vita quotidiana.

Ad esclusione delle norme UNI e di alcuni documenti tecnici dell’INAIL (e dell’ISPESL), la normativa nazionale (D.Lgs. 81/08 in primis) si concentra nell’analisi del rischio e nell’individuazione delle misure di prevenzione e protezione prevalentemente nelle attività legate ai ponteggi e all’accesso con funi.

Esistono però tutta una serie di attività che non sono ben normate o dettagliatamente specificate all’interno del D.Lgs. 81 (ad esempio le attività di manutenzione ordinarie che potrebbero rientrare nel Fascicolo adatto alle caratteristiche dell’Opera)

Per questo motivo molte Regioni, hanno colmato tale gap mediante leggi locali che introducono il concetto dell’Elaborato Tecnico della Copertura e delle Facciate Vetrate e Ventilate.

 

2. OBIETTIVI DELLE PROPOSTA

L’obiettivo finale è quello di arrivare a definire una proposta di norma nazionale che sia un giusto compromesso tecnico delle normative suddette.

Si è quindi partiti dall’analizzare le responsabilità dei soggetti richiamati, proporre e/o riprendere il glossario, indicando gli ambiti di applicazione per definire sia i contenuti del documento tecnico finale (Elaborato Tecnico di Copertura e delle Facciate Vetrate e Ventilate) che le indicazioni minime per le misure di prevenzione e protezione.

Con il documento esitato si vuole portare all’attenzione una questione molto importante che riguarda la sicurezza sul lavoro di molti addetti del settore costruzioni ed impianti inerente il rischio di caduta dall’alto.

L’Italia è già dotata di un importante strumento normativo, il D.Lgs. n.81 del 09.04.2008, che nel testo, negli allegati e nelle successive integrazioni, riesce a disciplinare tutti gli aspetti relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ciò nonostante si rilevano giornalmente criticità nell’attuazione pratica delle norme di sicurezza per i lavori in quota, che non hanno consentito l’instaurarsi del giusto livello di coscienza e delle regole di “buona pratica” nei datori di lavoro e nei lavoratori. La conseguenza di questa acerba coscienza e conoscenza della sicurezza è una impietosa statistica relativa agli infortuni per caduta dall’alto.

Si segnala che molte Regioni hanno provveduto in proprio alla emanazione di normative specifiche, inerenti la messa in sicurezza delle coperture a fronte del rischio di caduta dall’alto e l’adozione di corrette procedura di accesso e transito sulle stesse. Le regioni che hanno già legiferato in materia sono: PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA, LIGURIA, Provincia autonoma Trento, EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, CAMPANIA, SICILIA.

La diversità delle norme nelle Regioni che hanno legiferato in materia, l’assenza di norme in altre, una evoluzione normativa rapida delle indicazioni tecniche (ISO, EN, UNI), sono tutti fattori che hanno portato e portano confusione e non consentono uniformità di formazione, informazione ed applicazione della norma su tutto il territorio nazionale. Queste criticità importanti sono evidenti agli addetti del settore, per questo si è deciso di analizzare la situazione normativa esistente su questa materia e di proporre una normativa unificata per questo settore.

Partendo dalla disamina delle norme regionali e dei testi di UNI e di INAIL, gli estensori si sono posti i seguenti obiettivi:

Obiettivo 1

Dotare le coperture dei fabbricati ed altri luoghi di lavoro in quota di dispositivi ed apprestamenti permanenti che rendano facilmente applicabili procedure e modalità di accesso e transito sulle stesse per tutti gli interventi futuri di ispezione e manutenzione.

Obiettivo 2

Fornire indicazioni tecniche progettuali ed esecutive uniformi per la dotazione dei dispositivi e per la predisposizione di tutti i documenti relativi, così da ottenere una uniformità su tutto il territorio nazionale.

Obiettivo 3

Sensibilizzare il committente dei lavori o il responsabile/gestore del fabbricato o della sua copertura relativamente al rischio di caduta dall’alto ed alle relative responsabilità, determinando in una prima fase la scelta preferenziale di imprese e lavoratori in grado di garantire le idonee procedure di lavoro ed ottenendo nella fase successiva, l’innalzamento del livello formativo e di conoscenza anche delle altre imprese e lavoratori.

Obiettivo 4

Formare i lavoratori e tutte le figure tecniche responsabili circa le corrette procedure e modalità di accesso e transito in quota con l’uso dei dispositivi e degli apprestamenti permanenti in dotazione ai fabbricati.

 

Il documento nella sua interezza è stato inviato agli Ordini degli Ingegneri con nota del 15/07/2019. Sarà disponibile sul sito del CNI a partire dal prossimo mese di settembre.

 

Gaetano Fede

Consigliere Nazionale CNI, responsabile area sicurezza / prevenzione incendi

 

I componenti del GTT che ha elaborato la proposta:

Andrea Galli (responsabile progetto Ordine di Perugia / GdL Sicurezza del CNI)

Antonio Leonardi (responsabile progetto – Ordine di Catania / GdL Sicurezza del CNI)

Marco Pellegrini (AIPA)

Alfredo Conforti (Ordine di Cosenza)

Antonio Facipieri (Ordine di Vicenza)

Alberto Michele Lauria (Ordine di Torino)

Alessio Masoni (Ordine di Firenze)

Amedeo Romanini (Ordine di Lucca)

Bruno Saddi (Ordine di Cagliari)

Federico Serri (Ordine di Reggio Emilia)

Sergio Vianello (Ordine di Milano)