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Si è spento Alberto Ponis, architetto che integrava le sue opere con il paesaggio e la cultura sardi

Il 23 ottobre, all'età di 91 anni, si è spento l'architetto (ligure per nascita e sardo per "adozione") Alberto Ponis. Le sue opere principali si trovano in Sardegna dove il progettista ha pensato a un'architettura in armonia con la natura, realizzando case integrate nel paesaggio, molte volte nascoste dalla macchia mediterranea, rispettando l'ambiente e le tradizioni locali.

Biografia dell'architetto Alberto Ponis

Il 23 ottobre 2024 si è spento l'architetto Alberto Ponis.

Alberto Ponis, nato a Nervi (Genova) nel 1933, è stato uno degli architetti più influenti nell'evoluzione dell'architettura contemporanea in Sardegna, dove ha realizzato la maggior parte delle sue opere. Ha trascorso la sua infanzia in un ambiente creativo e stimolante, influenzato dai più grandi artisti e designer dell'epoca grazie all'attività del padre, Mario Alberto, fondatore della M.I.T.A., una ditta specializzata in tappeti e tessuti d'arte.

Cresciuto tra collaborazioni con nomi come Giò Ponti, Arturo Martini e Fortunato Depero, Ponis ha avuto sin da giovane contatti con il mondo del design e dell'arte. Nel 1953 si iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze, dove ha studiato sotto la guida di noti architetti toscani, allievi di Giovanni Michelucci, come Leonardo Ricci e Leonardo Savioli, immersi nella ricostruzione di Firenze.

Laureatosi a pieni voti in architettura nel 1960, Ponis ha iniziato la sua carriera lavorando a Londra con figure di spicco come Ernö Goldfinger e Denys Lasdun, immergendosi nel modernismo e nel brutalismo e venendo in contatto anche con architetture di James Stirling. In questo periodo ha, inoltre, approfondito l'interesse per il rapporto tra architettura e paesaggio, esplorando anche l'influenza dell'architettura vernacolare.

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Tuttavia, fu la sua decisione di stabilirsi in Sardegna nel 1963, precisamente a Palau e fondare il suo studio di progettazione, a segnare un punto di svolta decisivo nella sua carriera. Nei successivi cinquant'anni realizza un notevole numero di edifici pubblici e privati, concentrandosi in particolare sui tipi abitativi tipici delle aree rurali dell'isola.

Uno dei suoi progetti più celebri è il villaggio Stazzo Pulcheddu vicino a Palau (OT), che gli ha valso il Premio IN/ARCH per l'insediamo residenziale nel 1990. Nel 2020 aveva ricevuto il premio alla carriera INARCH/ANCE Sardegna.

Nel corso della sua carriera ha accostato molte volte l'architettura alla pittura, alla scrittura e alla fotografia.

Diverse sue opere sono riconosciute nel mondo: alcuni suoi disegni fanno parte della prestigiosa Drawing Matter Collection e il suo archivio sarà ospitato nell'Archivio del Moderno. Ha esposto i suoi lavori in mostre come "Alberto Ponis: Disegnare il Paesaggio" (ETH Zurigo, 2018), e nel 2023 il suo archivio professionale, condiviso con l’ingegnere Annarita Zalaffi, è stato dichiarato di interesse storico dal Ministero della Cultura.

Ponis ha inoltre partecipato al festival di architettura Abitare la Vacanza nel 2023, confermando il suo ruolo come uno degli architetti più influenti del panorama sardo.

 

 

Alberto Ponis ritratto ad una mostra a lui dedicata, presso la Fondazione di Sardegna (Cagliari, settembre 2020)
Alberto Ponis ritratto ad una mostra a lui dedicata, presso la Fondazione di Sardegna (Cagliari, settembre 2020) (Fonte: wikipedia crediti: Giorgio Marturana)

  

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Approccio architettonico

Il suo approccio architettonico è caratterizzato dall'integrazione profonda con il paesaggio naturale e culturale della Gallura, la regione settentrionale della Sardegna.

Ispirato dallo stazzo gallurese, una tipica abitazione rurale, Ponis ha adattato questa struttura semplice per progettare case vacanza che dialogano con il contesto circostante. Le sue architetture sono immerse in luoghi rocciosi e selvaggi, spesso progettate per fondersi con le asperità del terreno piuttosto che dominarlo. Case come Casa Hartley e Casa Magri sono esempi di come Ponis utilizzi le forme naturali del terreno, integrando rocce e vegetazione nel disegno architettonico, creando edifici che si fondono quasi in maniera organica con l'ambiente​.

 

Cos'è lo stazzo gallurese

(dal latino statio, stazione, luogo di sosta)

Lo stazzo gallurese è una tipologia abitativa rurale tipica della Gallura, nel nord della Sardegna, che ha radici antiche legate all'economia agro-pastorale della regione. Dal punto di vista tecnico-architettonico, lo stazzo è caratterizzato da una struttura semplice, lineare, e funzionale, concepita per rispondere alle esigenze abitative e produttive dei pastori e dei contadini locali.

Struttura dello stazzo

La pianta dello stazzo è generalmente allungata e rettangolare, con un'organizzazione molto essenziale degli spazi interni. Questo schema semplice rende lo stazzo flessibile e facilmente ampliabile, adattandosi all'espansione delle esigenze familiari o lavorative. Tradizionalmente, lo stazzo è un edificio a un solo piano. I materiali utilizzati per la costruzione sono quelli disponibili localmente, come la pietra granitica per i muri, legno per le travi del tetto e tegole in cotto per la copertura.

L’ingresso è collocato solitamente su uno dei lati lunghi della costruzione, orientato a sud o a est per proteggere l’abitazione dai venti dominanti del nord (come il maestrale). Le aperture sono poche e piccole, il che risponde sia a esigenze di difesa climatica che di economia costruttiva.
Il tetto è spesso a due falde, con una leggera pendenza, per agevolare il deflusso dell’acqua piovana. Questo tipo di copertura, realizzata con tegole di laterizio, contribuisce a mantenere una coerenza visiva e funzionale con il paesaggio circostante. All’interno, lo spazio è suddiviso in pochi ambienti, di solito una cucina, uno spazio comune e le stanze da letto. La sobrietà degli interni riflette l’utilizzo agricolo e pastorale dello stazzo.

Relazione con il paesaggio

Lo stazzo è pensato per essere un'architettura integrata nel paesaggio naturale della Gallura. Solitamente, la sua costruzione avviene seguendo il principio dell'economia del suolo, quindi l’edificio si inserisce nel territorio in modo da sfruttare al massimo la morfologia naturale. L’orientamento e la disposizione dell’edificio rispondono a necessità climatiche e alla presenza di risorse come l’acqua.

Funzione agricola

Oltre alla parte abitativa, lo stazzo include spazi esterni destinati all'attività agricola, come cortili, piccoli orti o aree per l'allevamento del bestiame. Questo rapporto con la terra è essenziale per capire la logica di autosufficienza che regola lo stazzo.

Stazzo e architettura contemporanea

Architetti come Alberto Ponis hanno tratto ispirazione dallo stazzo gallurese per sviluppare un linguaggio architettonico che dialoga con il contesto naturale. Ponis, per esempio, ha reinterpretato gli elementi essenziali dello stazzo (sobrietà, relazione con il paesaggio, uso di materiali locali) per creare case moderne che mantengono una forte connessione con la tradizione​.

 

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Progetti principali

Uno dei suoi progetti più celebri è il villaggio Stazzo Pulcheddu vicino a Palau, che gli ha valso il Premio IN/ARCH Sardegna nel 1990. Rappresenta una reinterpretazione moderna delle case tradizionali sarde, chiamate "stazzi". Ponis ha utilizzato pietra locale e altri materiali tipici della regione, creando un'architettura che rispetta le tradizioni locali ma allo stesso tempo si adatta alle esigenze moderne.

Le sue case a Costa Paradiso, una località sulla costa nord-occidentale dell’isola, sono considerate fra le opere più rappresentative del suo linguaggio, che rifugge stili importati per abbracciare la sobrietà e il minimalismo in sintonia con la cultura e il paesaggio locali​.

Le numerose ville, tutte caratterizzate da un attento rispetto per il contesto naturale, con edifici che sembrano fondersi armoniosamente con le rocce granitiche tipiche della zona. Alcune delle più conosciute sono Casa Li Baietti e Casa Magri, entrambe esempi della sua filosofia progettuale che unisce semplicità formale e attenzione per i materiali locali.

Tra i progetti pubblici, Ponis ha partecipato anche al concorso per il Teatro dell'Opera Carlo Felice di Genova (1983), dove si è classificato al secondo posto, e ha realizzato il progetto per il Parco Nazionale di Colle San Bartolo a Pesaro, vincendo il primo premio nel 1978​.

Durante la sua lunga carriera, Ponis ha realizzato più di 200 progetti, contribuendo a definire l'architettura sarda per la vacanza. Alcune delle sue opere includono Casa Scalesciani e Casa Figini, entrambe situate in Costa Paradiso, caratterizzate da un rapporto intimo tra interno ed esterno, dove la natura gioca un ruolo centrale. 

 

Casa Scalesciani: il progetto

Casa Scalesciani, progettata da Alberto Ponis nel 1977, è una delle sue opere più rappresentative situata nella regione di Costa Paradiso, sulla costa settentrionale della Sardegna. Questo progetto esemplifica il dialogo profondo tra architettura e paesaggio che caratterizza il lavoro di Ponis. Come altre sue realizzazioni, non si impone sul territorio, ma piuttosto lo interpreta, fondendosi con esso in maniera rispettosa e discreta.

 

Caratteristiche architettoniche

  • Integrazione nel paesaggio: la casa è progettata per adattarsi perfettamente al terreno roccioso e complesso di Costa Paradiso. Ponis ha fatto uso delle caratteristiche naturali del sito, come rocce e dislivelli, per creare un'architettura che si inserisce in modo organico nel contesto. Le forme della casa sembrano abbracciare il paesaggio piuttosto che contrastarlo, una filosofia che Ponis ha applicato a molti dei suoi progetti in Sardegna​.
  • Uso dei materiali locali: come in molti altri progetti di Ponis, vengono utilizzati materiali tipici del luogo, come la pietra granitica, che rafforza ulteriormente il senso di appartenenza al contesto naturale. L'uso del granito, non solo per la struttura, ma anche per elementi decorativi e funzionali, permette all'edificio di mimetizzarsi e rispettare la natura circostante.
  • Layout spaziale: l'organizzazione degli spazi interni ed esterni riflette il desiderio di una forte connessione tra l'interno dell'abitazione e l'ambiente esterno. Le terrazze pavimentate, posizionate al livello del suolo, creano una continuità tra gli spazi abitativi e la natura, un concetto centrale nell’architettura di Ponis.
  • Vista e orientamento: la casa è orientata per massimizzare la vista spettacolare sul mare e il paesaggio circostante. Questa scelta progettuale non solo fornisce un'estetica affascinante, ma risponde anche a un bisogno di relazione diretta con l'ambiente esterno. Le aperture e le logge sono progettate in modo da proteggere gli spazi interni dai venti dominanti, una caratteristica fondamentale per le costruzioni in questa regione​.

Questo progetto rappresenta un perfetto esempio della filosofia architettonica di Ponis, che pone il rispetto del genius loci al centro del suo processo creativo. Invece di imporre un linguaggio formale rigido, Ponis lavora con le peculiarità del sito per creare una relazione armoniosa tra architettura e natura. Ogni scelta progettuale è fatta per enfatizzare l'unicità del luogo, piuttosto che replicare schemi architettonici standardizzati​.

 

Collaborazioni

Alberto Ponis ha anche intrattenuto rapporti accademici e professionali con istituzioni italiane e internazionali. Tra queste, la collaborazione con l'Accademia di Architettura di Mendrisio e altre università europee, dove ha partecipato a mostre e conferenze per condividere la sua visione e metodologia architettonica​.

In oltre cinquant'anni di attività, Alberto Ponis ha lasciato un segno indelebile nell'architettura principalmente quella sarda, con un approccio che metteva sempre in primo piano l'equilibrio tra uomo e natura.

 

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