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Si del Senato alla Delega Appalti. Si apre una nuova pagina per i Lavori Pubblici

Con 170 voti favorevoli, 30 contrari e 40 astenuti, l'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl delega appalti, che di fatto delega al Governo l'attuazione delle tre direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE. Prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni.

Positivi i commenti dal mondo della progettazione ma anche dal mondo delle imprese (anche se con qualche riserva).
Pacchetto antiturbativa, maggiore qualità dei progetti e stop alle deroghe tra le note positive della riforma
Dopo l’approvazione della Camera avvenuta lo scorso 17 novembre (2015) è giunto oggi in Senato, il tanto atteso ddl delega appalti.
Con 170 voti favorevoli, 30 contrari e 40 astenuti, l'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl delega appalti, che di fatto delega al Governo l'attuazione delle tre direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE. Prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. Per quanto riguarda i tempi di attuazione del provvedimento il Ministro Delrio ha assicurato il rispetto del termine del 18 aprile per l’approvazione di tutte le norme delega, dalle quali dipenderà “la reale efficacia della riforma approvata”.
 
All’approvazione sono subito seguiti i commenti delle varie parti interessate. Ne riportiamo alcuni.
 
CNAPPC (Architetti). “Con il nuovo Codice degli Appalti si attua finalmente una svolta nel settore dei lavori Pubblici che premia la qualità e la centralità della progettazione.”. E’ questo il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori sull’approvazione in via definitiva della legge delega sulla Riforma degli Appalti. “Oggi si inaugura una  nuova stagione di trasparenza, di efficienza, di  partecipazione e di tempi e regole certi in un settore vittima, più di altri, di mafie e corruttele; una nuova stagione per riaffermare la qualità dell’architettura che rappresenta l’unica arma contro la cattiva sorte delle opere pubbliche e per avere, finalmente, buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo e che rispondono concretamente ai bisogni dei cittadini”.
“Siamo molto soddisfatti che nel testo siano state recepite tutta una serie di proposte e suggerimenti degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di semplificazione, legalità e certezza nella esecuzione fino ad oggi perduti, spesso a causa di norme sbagliate. Vanno sottolineati con favore alcuni dei più rilevanti punti della nuova legge: il superamento della vecchia Legge Obiettivo; il principio che le gare vengono aggiudicate sulla base di criteri di qualità del progetto con il superamento del principio del massimo ribasso; l’introduzione del débat public volto a rendere tutti i cittadini partecipi di un’opera pubblica; e, ancora, il trasferimento dell'incentivo del 2 per cento per i dipendenti della pubblica amministrazione dalla progettazione delle opere alla fase di programmazione e predisposizione delle gare ed a quella di controllo, con la previsione di sanzioni in caso di mancati controlli e inadempimenti”. “Ora ci aspettiamo – conclude il Consiglio Nazionale – che si predispongano al più presto le conseguenti norme chiare e semplici in modo che il nuovo Codice sia al più presto operativo-
 
OICE (Società di ingegneria e architettura). Il Presidente dell'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, ing. Patrizia Lotti, plaude all'approvazione finale del disegno di legge delega sugli appalti approvato oggi dal Senato: "Con questa legge il Paese fa un gran salto in avanti verso la modernizzazione della normativa sugli appalti, nel senso da noi da tempo auspicato, affidando al progetto e al progettista un ruolo centrale. Da qui si è partiti con il disegno di legge governativo e il Parlamento, con un imponente lavoro di miglioramento, lo ha confermato e rafforzato attraverso importanti scelte che l'OICE chiede da anni. Finalmente oggi diventa legge l'eliminazione dell'incentivo del due per cento per i progettisti interni alla P.A., la limitazione dell'appalto integrato, il divieto di affidamento degli incarichi al prezzo più basso, la limitazione delle varianti e il rilancio della funzione di verifica dei progetti". 
La riforma appalti ha per l'Associazione anche altri meriti: "Avevamo da subito affermato che l'occasione del recepimento delle direttive europee e della riforma del codice appalti andava colta per dare un colpo deciso alla corruzione attraverso una maggiore trasparenza delle procedure e un rafforzamento dei poteri dell'Anac e tutto questo lo ritroviamo ben calibrato nei settanta criteri direttivi della legge delega. In particolare, il ruolo centrale affidato all'Autorità nazionale anticorruzione, che terrà l'albo dei commissari di gara e giocherà un ruolo decisivo sia per la messa a punto di bandi e contratti-tipo, sia per la vigilanza sulla esecuzione dei contratti, rappresenta una garanzia per tutti gli operatori del settore in termini di trasparenza e lotta alla corruzione".
 
ANCE (Imprese di costruzioni).  “L’approvazione da parte del Parlamento del nuovo Codice degli appalti è un passo fondamentale per una profonda riforma del sistema degli appalti”, commenta il vicepresidente Ance con delega alle opere pubbliche, Edoardo Bianchi. “In particolare apprezziamo i principi contenuti nella legge volti a promuovere trasparenza, semplificazione e lotta alla corruzione, principi per i quali l’Ance si è fortemente battuta”. Bene, dunque, il rafforzamento della funzione di vigilanza svolta dall’Anac e le misure antiturbativa, come per esempio il sorteggio dei commissari di gara, per favorire l’imparzialità, e i nuovi parametri per l’esclusione delle offerte anomale nelle gare sotto soglia Ue. Grande soddisfazione, inoltre, per le misure volte a consentire la realizzazione delle opere in tempi e costi adeguati, rafforzando la qualità dei progetti ed evitando l’uso indiscriminato delle varianti. Così come appare fortemente condivisibile lo stop alle deroghe alla normativa ordinaria, che deve valere anche in caso di grandi eventi.
Tra le note critiche, che meriterebbero approfondimento in sede di attuazione, Bianchi richiama la norma sui concessionari autostradali che “seppur migliorata, rispetto al quadro attuale, non rispetta comunque il principio europeo che prevede l’obbligo di mettere in gara il 100% dei lavori, laddove la concessione sia stata affidata senza un confronto concorrenziale”. Inoltre, “appare eccessiva la fase transitoria di 24 mesi per l’adeguamento ai nuovi principi”.  Non soddisfa l’Ance neanche la norma che consente alle imprese in stato di crisi di partecipare alle gare. “Per non falsare la concorrenza possono rimanere sul mercato, al più, le imprese in concordato che garantiscano almeno il 40 % dei creditori”, ribadisce Bianchi.