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Settore delle Costruzioni: occorre ripensare le identità professionali e imprenditoriali

l tema fondamentale verte sulla misura del Cambiamento (dell'Innovazione non incrementale) che la Digitalizzazione propone e che va ben al di là della Sostenibilità che costituisce la chiave di lettura convenzionale delle Strategie Comunitarie per la Costruzione

Appare ormai chiaro che le prospettive comunitarie dipendano principalmente dalla dialettica tra la Banca Centrale Europea e il Governo Federale Tedesco in tema di unione politica e di unione monetaria.

Una delle richiesta formulata da Mario Draghi al Bundesregierung concerne, peraltro, proprio gli Investimenti in Infrastrutture, quegli stessi che i Ministri Schäuble e Dobrindt hanno, in parte promesso, ad esempio, per il risanamento dei ponti e dei viadotti ferroviari e stradali (almeno 6000 dovrebbero essere recuperati o sostituiti) e per gli apparati digitali, per quanto giudicati insufficienti da alcune rappresentanze e istituzioni (anche regionali) e forse non surrogabili per intero dal Partenariato Pubblico Privato, piuttosto controverso anche nel Regno Unito e assai contrastato in Francia.

Ma non dimentichiamo che entro il 2019 Deutsche Bahn per gli stessi scopi investirà 28 miliardi di Euro. Altri Paesi, come il Regno Unito stesso, sembrano, in effetti, già aver varato un vasto e duraturo Programma di Sviluppo Infrastrutturale. Più in generale, includendo le Costruzioni Generali, anche il Governo Francese si dimostra attento al Settore dell'Ambiente Costruito, mentre molte sono le perplessità inerenti al Piano cosiddetto Juncker.

Il quesito che ci si deve porre, con riferimento esplicito ai Processi di Digitalizzazione del Settore delle Costruzioni è, tuttavia, inerente alla natura di questi Investimenti, non solo alle modalità per realizzarli. Sia che si tratti di contrastare la Recessione sia che si tratti di incrementare la Crescita ciò che dovrebbe fare problema al Comparto è, appunto, il contenuto degli Investimenti, nel senso che davvero pare che si possa esser giunti a una svolta epocale in rapporto al fatto che i Manufatti, Edilizi o Infrastrutturali, dovrebbero essere ripensati, dai loro medesimi Committenti, e Finanziatori, da coloro, cioè, che li commissionano e che si approvvigionano delle necessarie corrispondenti risorse finanziarie, in termini di Operazionalità.

Ciò comporta, in effetti, il fatto che non si possa più meramente porre l'accento sul Ciclo di Vita dei Manufatti, inteso come insieme di accadimenti ispettivi e manutentivi, oppure che la Funzionalità delle Attività a essi connessi debba essere garantita, ma proprio che l'Opera, specie quella Pubblica, ma non solo quella evidentemente, attraverso la sua Operazionalità, appunto, sia veramente veicolo di soddisfacimento di servizi alla persona mutevoli nel tempo e che, dunque, attraverso configurazioni cangianti debba essere rappresentata morfologicamente.

Il fatto è che nella società occidentale i bisogni stanno rapidamente cambiando e il consenso elettorale, oltre che i segmenti di mercato, sono rivolti con sempre maggiore rilievo ai servizi alla persona, giovane o anziana che sia e alle sue prospettive di Futuro.

Non a caso, i dividendi politici si giocano sempre più su Pay 5 Get 2 for Free e che tutto ciò sia consentito dalla pervasività dei Big Data.

In fondo l'operazione governativa relativa all'Edilizia Scolastica, con una regia più indirizzata a riconfigurare il Settore e con una maggiore attenzione alle relazioni tra contenitori e contenuti, sarebbe andata nella direzione dei nuovi immaginari politici e sociali.

Parimenti, la possibilità di utilizzare i Game Engine al fine di simulare e di validare i rapporti tra Utenti e Spazi (praticati nella progettazione ospedaliera in Israele e negli Stati Uniti) dimostrano che tutto ciò non sia poi così remoto, tanto da poterlo applicare eventualmente anche ai Macchinisti nella Progettazione delle Linee Ferroviarie ad Alta Velocità.
In qualche modo, in effetti, si assiste a una vera e propria De-Materializzazione del Bene Immobiliare o Infrastrutturale, nella sua accezione metaforica, ovviamente.

Si tratta, perciò, di affrontare il tema della Identità del Prodotto Edilizio e Immobiliare e, con esso, quello dei suoi Attori e Operatori Economici principali.

Tutto sommato, molte delle teorie che criticano, più o meno esplicitamente, la gratuità formale di molte cosiddette Opere di Architettura, "firmate" da note Archistar (o esponenti della Star Architecture) sono intimamente collegate a riflessioni profonde sui paradigmi "neo-medievalisti" del Master Builder Digitale, mettono in luce la contendibilità del Primato Autoriale dell'Architetto e, soprattutto, si rifanno ai paradigmi e ai significati ultimi del Social Networking.

Tra l'altro, le polemiche sulle pretese indifferenze degli Architetti alla reputazione dei propri Clienti ovvero alle condizioni di lavoro della manodopera rivelano come Etica e Architettura ritorni a essere un leitmotiv e, peraltro, il Design for Manufacturing (e la sua prossimità alla Digital Fabrication o all'Additive Manufacturing) appare più incidente del Computational Design, teso a risolvere le Forme e le Geometrie Complesse di opere eccezionali, ma non sempre legittimate o legittimabili, spesso paradossalmente banalizzanti a causa della loro ripetitiva eccentricità: ma anche che lo statuto epistemologico rinascimentale dell'Architetto post-Albertiano, contrassegnato dalla rappresentazione prospettica, dall'individualismo creativo e dal distacco dal cantiere, vada in profonda crisi.

Non può essere, peraltro, casuale che paradigmi industriali innovativi concernenti la cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale (denominata in Germania Industrie 4.0 dalla Bosch) - e che vede tra i primi esperimenti pionieristici proprio un insediamento produttivo di Bosch Rexroth AG a Homburg - si ispirino ai paradigmi del Social Networking per realizzare, grazie alla Digitalizzazione e all'Internet delle Cose, un Network di stabilimenti produttivi lungo la catena di fornitura autoregolantesi in tempo reale in vista dei seguenti obiettivi:

  1. riportare parte delle produzioni delocalizzate in patria (re-shoring) anche in funzione delle turbolenze della politica internazionale;
  2. incrementare il tasso di produttività e abbassare il costo del lavoro, aumentando l'occupazione in nuove professionalità;
  3. conseguire la massima variabilità dei Prodotti tramite una elevata standardizzazione e modularità dei Processi.

Tutto ciò si basa, però, sulla Digitalizzazione della (Piccola e) Media Impresa: la grande scommessa che il Governo Federale sta intraprendendo, anche nel Settore delle Costruzioni.

Il riflesso, inevitabile, per il Settore dell'Ambiente Costruito, è che principi e paradigmi simili dovranno, con le debite traduzioni, trasferirsi anche in questo ambito, proprio perché iniziano a esservi Committenze che si interessano al rapporto occorrente tra Comportamenti degli Utenti e Prestazioni degli Edifici oppure tra Esperienze di Viaggio e Prestazioni delle Reti di Trasporto.

E' curioso, invece, osservare come i presunti benefici della Digitalizzazione, specie tramite l'information Management and Modelling, siano tutti circoscritti alla possibilità di gestire meglio i Processi Tradizionali, allorché, invece, la Computazionalità e la Simulazione stravolgono l'essenza stessa di quei Processi.

In questo approccio si ritrova, in effetti, una notevole miopia, poiché lo sguardo sembra rivolto a regolare vicende che appartengono al passato, a recuperare gravi inefficienze nei confronti della Produttività dei Settori Manifatturieri (ma anche di quelli dei Servizi) sulla scorta di canoni che questi essi stessi stanno abbandonando.

E facendolo, tra l'altro, senza tenere in conto le implicazioni che una mera applicazione delle Tecnologie Digitali ai Processi Organizzativi comporterebbe in Mercati Domestici arretrati culturalmente e inefficienti gestionalmente come il Nostro.
Non è pensabile, infatti, affrontare le sfide della Digital Built Europe come se si stesse ancora trattando della Industrializzazione nei Gloriosi Trenta.

E' evidente, in primo luogo, che le Politiche di Incentivazione Fiscale finalizzate all'Efficienza Energetica e, più di recente, alla Mitigazione del Rischio Sismico, stiano sostenendo un Mercato già da molto tempo in profonda recessione, ma che non siano in grado, per come sono concepite, di riconfigurare il Mercato stesso, laddove, proprio come gli Economisti Industriali rilevano per il Settore della Manifattura Italiano, l'inadeguatezza dimensionale si profila quale impedimento dirimente, in quanto i volumi di affari che la fiscalità ha agevolato non si traducono in un Progetto Industriale capace di favorire processi aggregativi, ma consentono semplicemente una rilevanza in termini cumulativi.

Del resto, l'assenza di Operatori Economici in grado di proporre la Gestione della Riqualificazione a scala urbana dimostra come non vi sia alcun credibile Progetto Industriale e come gli sforzi di alcuni soggetti di promuovere un simile criterio (ad esempio, alle amministrazioni condominiali) abbiano una estensione limitata, specie per gli elementi non impiantistici che sono, invece, a partire dall'involucro, quelli determinanti per gli obiettivi ultimi.

D'altronde, la focalizzazione che le logiche finanziarie e le formule contrattuali riportano sul Partenariato Pubblico Privato (si veda, ad esempio, l'Edilizia Ospedaliera) o sul Finanziamento Tramite Terzi (si veda, ad esempio, l'Energy Performance Contracting) supera decisamente l'ambito della Manutenzione (anche Predittiva o Programmata), poiché le Prestazioni sono sempre più soggette ad altre priorità, legate ai Comportamenti.

Si pensi, per esser dozzinali, agli esempi negativi di cultura energetica di abitanti attivi in edifici ad elevate prestazioni energetico-ambientali o alla criticità che "scorretti" modi di abitare apportano al conseguimento dei risultati attesi contrattualmente.

Se, per i Progettisti, si pone una questione di ridefinizione delle responsabilità, che la Digitalizzazione accresce, nei confronti di Costruibilità e Gestibilità delle Opere, è, in particolar modo, la Computazionalità a consentire una Modellazione delle Prestazioni e dei Comportamenti che ha evidenti portate straordinarie per i Contraenti che, oltre alle Imprese di Costruzioni, divengono sempre più ICT Company, Public Utility e FM Provider.

E' chiaro, perciò, che parlare di Rilancio del Settore oppure di Centralità della Città Esistente vuol dire spesso solo ripetere luoghi comuni e abusati, significativi della inconsapevolezza del fatto che la Trasformazione del Settore sarà ben più profonda nel medio periodo di quanto non si pensi e che il nesso tra Costruito Esistente e Smart Land è assai più intrigante, ma incerto, di una banale applicazione dell'ICT all'Edificio o all'Infrastruttura.

Il solo fatto che il Governo Federale Tedesco intraveda nel Cambiamento Demografico una incognita persino più grave del Cambiamento Climatico ovvero che si preoccupi di supportare lo studio di soluzioni abitative per la popolazione che invecchia oppure che in Horizon 2020 l'Ambient Intelligence costituisca il primo stadio della gestione degli ageing people, seguito dall'approccio farmacologico e da quello clinico, dimostra come il peso del Settore dell'Ambiente Costruito non sia misurabile solo in termini di Prodotto Nazionale Lordo, ma anche, appunto, di Valore Sociale.

Ciò vuol dire che il Settore si servitizza, vale a dire, acquisisce progressivamente i connotati dell'Industria di Servizio, specialmente di quella rivolta alla Innovazione Sociale nel mondo della connessione delle persone e dei dispositivi.
Come dimostrano anche gli studi degli antropologi di Harvard University sull'uso effettivo degli spazi abitativi da parte della famiglia "media" statunitense, l'ambito delle Costruzioni si sta evolvendo, tra ICT e Medicina, verso orizzonti impensati e con conseguenze imprevedibili.

Non solo: la stessa natura dell'Edificio come elemento, ancora una volta, connesso in Rete (con le Smart Grid o con altro), lo rende sempre più infrastrutturale.

Non si tratta evidentemente di recuperare l'Existenz Minimum fordista oppure l'Architettura Partecipativa oppure l'Architettura senza Architetti, bensì il tema fondamentale verte sulla misura del Cambiamento (dell'Innovazione non incrementale) che la Digitalizzazione propone e che va ben al di là della Sostenibilità che costituisce la chiave di lettura convenzionale delle Strategie Comunitarie per la Costruzione.

L'impressione è che nel Nostro Paese non si vada oltre la speranza di mettere a disposizione genericamente risorse finanziarie pubbliche e private (senza porsi il quesito sulla loro destinazione) e che si desideri generare una attrattività per gli Investimenti Esteri senza i presupposti culturali necessari, giocando tutto sul breve periodo.

Se gli Attori Tradizionali del Settore non sapranno andare oltre (a partire dai contenuti della formazione professionale obbligatoria e dei finanziamenti formativi per le aziende), non si vede come la congiuntura possa essere più favorevole, a meno che Newcomer, provenienti da altri Settori, ritengano opportuno sfruttare gli ampi spazi di mercato disponibili e sappiano porre agli Istituti Finanziari una chiave di lettura diversa per le Costruzioni.

Ciò vuol dire, evidentemente, ripensare le identità professionali e imprenditoriali.


Nota alla Rubrica

Il Prof. Cribini ha aperto da alcuni mesi un canale di comunicazione con il settore attraverso INGENIO. Un'azione che ha l'obiettivo - attraverso la pubblicazione di riflessioni e pensieri sul tema dell'evoluzione internazionale e nazionale delle costruzioni - di stimolare un approfondimento e un dibattito su come le costruzioni stiano cambiando e debbano cambiare, a partire da quell'evento di natura mondiale che è stata la crisi, e sulla spinta dell'innovazione tecnologica e dell'esigenza di costruire meglio, migliorare l'efficienza energetica, ridurre il consumo del suolo, integrare bisogni sociali e industriali.

Non si tratta di scritti che puntano a promuovere una o l'altra tecnologia, anzi, spesso hanno pongono anche in evidenza delle questioni critiche, e non si tratta di scritti semplici. Io stesso quando mi trovo a leggere questi documenti prima della pubblicazione devo rianalizzare alcuni passaggi più volte, per riuscire non solo a capire cosa il Prof. Ciribini intenda scrivere ma quale è la mia opinione su quanto stia affermando.

Ciribini sta costruendo di fatto un percorso culturale utile per chi si occupa di costruzioni per ampliare il suo orizzonte e meglio comprendere dove le costruzioni stiano andando nel mondo, e dove stiano andando in Italia.

Andrea Dari

Editore Ingenio