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SERVIZI DI INGEGNERIA: secca battuta d’arresto nel II trimestre 2015

L’analisi periodica effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui servizi di ingegneria e architettura segnala che, nel secondo trimestre 2015, gli importi posti a base d’asta sono scesi di oltre un miliardo di euro rispetto allo stesso periodo del 2014.

 L’analisi periodica effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui servizi di ingegneria e architettura segnala che, nel secondo trimestre 2015, gli importi posti a base d’asta sono scesi di oltre un miliardo di euro rispetto allo stesso periodo del 2014. 

Doccia fredda per il mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Dopo diversi trimestri di ripresa, nel periodo aprile-giugno 2015 si registra una secca battuta d’arresto. Gli importi complessivamente posti a base d’asta sono stati pari a circa 1,6 miliardi di euro, oltre un miliardo di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. Unica consolazione: la cifra risulta comunque leggermente superiore agli importi registrati nel primo trimestre 2015. La flessione, naturalmente, non risparmia il settore specifico dei servizi di ingegneria che, rispetto al secondo trimestre del 2014, risultano in calo del 18% circa.
Questi i dati più importanti che si ricavano dal Monitoraggio sui bandi di progettazione effettuato come di consueto dal Centro Studi del CNI. Da notare come, limitatamente ai servizi di ingegneria, il calo sia dovuto essenzialmente agli appalti integrati (-27%), mentre gli importi relativi alle gare in cui non è contemplata l’esecuzione dei lavori sono rimasti sostanzialmente invariati.
Importante notare come il trimestre in oggetto sia il primo preso in esame dopo la Determinazione Anac del 25 febbraio 2015, fortemente voluta da tutte le professioni tecniche, che ha chiarito e avvalorato alcuni adempimenti che le stazioni appaltanti sono obbligate a rispettare. In questo senso, l’analisi del Centro Studi CNI dimostra come tali adempimenti siano ancora ampiamente disattesi. Ad esempio, solo nel 52% dei casi i bandi per i servizi di ingegneria fanno riferimento al cosiddetto “Decreto parametri” per la determinazione del corrispettivo da porre a base d’asta. Il 44,1% dei bandi, poi, non chiarisce le modalità di calcolo degli importi.
Qualche segnale di miglioramento si registra a proposito del rispetto dei requisiti richiesti dall’Anac. La percentuale dei bandi che – disattendendo l’indicazione dell’Autorità – richiede un fatturato superiore al doppio dell’importo a base d’asta è sceso dal 43,1% del primo trimestre 2015 al 27,7% del secondo. L’obbligo, poi, di attenersi, nella valutazione delle offerte, al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, è stato rispettato nella quasi totalità dei casi. Solo il 2,4% dei bandi fa riferimento al criterio del prezzo più basso.
 
Le cose, infine, vanno meno bene se si prende in esame il requisito relativo al numero di personale tecnico utilizzato. I partecipanti alle gare per i servizi di ingegneria, anche nel secondo trimestre 2015, si sono visti chiedere la presenza in organico di circa 5-6 elementi. Un valore molto elevato, se si pensa che nel settore dell’edilizia e delle costruzioni gran parte delle imprese hanno meno di 5 dipendenti. Questo esclude de facto i liberi professionisti dalle gare di progettazione più remunerative.