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Se l'Europa decide: Digitalizzazione e PMI

Il 29 Febbraio 2016 hanno preso avvio ufficialmente a Bruxelles presso la DG GROW della Commissione Europea, alla presenza di Fulvia Raffaelli, i lavori dello EU BIM Task Group, il cui esito principale atteso consisterà, nel prossimo biennio, nella redazione di un EU BIM Handbook, simile alla Guida che il NIBS sta contemporaneamente redigendo negli Stati Uniti.

E' opportuno considerare che l'Italia figura, grazie al MIT e, in particolare, a Piero Baratono, sin dall'inizio delle attività ufficiose, avvenute nel 2014, nel novero dei Paesi Fondatori della Task Force, pur non figurando nello Steering Committee a causa dell'esigenza di proporzionalità nella rappresentanza.
Al di là del necessario riserbo sui contenuti dell'incontro operativo, all'evento di presentazione è, però, stato chiaro come le maggiori Rappresentanze degli Operatori, da ACE a EFCA, da FIEC a EBC, abbiano lucidamente focalizzato la rilevanza della sfida sottesa alla Digitalizzazione, mostrando notevole consapevolezza e competenza, nonché attendendosi, dal versante della Domanda Pubblica, vale a dire dallo EU BIM Task Group, risposte precise e attendibili.

A prescindere dall'esigenza di non restringere al Building Information Modeling la portata della Innovazione Radicale che si prospetta, vale la pena di rammentare come, oltre alla DG menzionata, vi è, altrove, nella Commissione, l'operato ficcante del Commissario Oettinger su Smart City e Smart Building.
Il fatto che di Politica e di Strategia Industriale si debba parlare è confermato dalla centralità della tematica che inerisce alla Micro e alla Piccola Professionalità e Imprenditorialità, quella, evidentemente, maggiormente preoccupata dal Cambio di Paradigma.

La mia opinione personale è, infatti, che tale preoccupazione sia più che fondata, in quanto non mi pare che il significato recondito della Digitalizzazione sia compatibile con l'attuale frammentazione dei Mercati Domestici all'interno del Mercato Comunitario, di fronte alle prospettive offerte dai Mercati Internazionali.
Probabilmente l'assetto organizzativo connaturato alla Digitalizzazione (sia nella Manifattura sia nella Costruzione, a essa non riducibile) comporta il rafforzamento della Media e della Grande Professionalità e Imprenditorialità, a discapito delle MPMI.

E' altresì palese, tuttavia, che tale Micro Dimensionalità non accetterà mai processi drastici di aggregazione e di accorpamento e che essa, peraltro, nei diversi Stati Membri conserva un peso politico elettorale non indifferente, tale da sconsigliare ai Decisori Politici misure avventate sotto il profilo del consenso.

Abbandonata, pertanto, ogni velleità di riconfigurare drasticamente il Mercato sotto il profilo dimensionale, al fine di facilitarne la Produttività e la Competitività e diincrementarne la Cultura Industriale, non resta che ragionare sulle vie incrementali che possano consentire la costituzione di Reti e di Ragnatele capaci, progressivamente, di disegnare il Settore dell'Ambiente Costruito, caratteristico della Digital Built Europe.

Ecco: qui emerge la possibilità per il Nostro Paese di prospettare una vera e propria Strategia Industriale condivisa, a livello governativo, tra il MIT e il MISE, in grado di coniugare l'Efficacia dei Processi Professionali e Imprenditoriali con le necessità della Legalità e dell'Efficienza delle Transazioni.
Si tratta di una sfida affascinante che implica una Logica di Sistema: all'Accademia spetta un ruolo di stimolo e di orientamento. Domanda e Offerta seguiranno?