OICE: "E' in mala fede chi sostiene il contrario, danneggiando anche i giovani professionisti"
E’ quanto afferma l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria, aderente a Confindustria, e l’ANCPL-Legacoop rispetto all’efficacia del riconoscimento giuridico delle società di ingegneria in ambito privato oggetto di un emendamento del Governo al decreto “Sblocca Italia”. Per il presidente dell’OICE, ing. Patrizia Lotti, e per l’ing. Carlo Zini, presidente di ANCPL-Legacoop, la questione che il Governo intende semplicemente chiarire nel decreto-legge “Sblocca Italia” è molto chiara: “Qui non si tratta né di sanatorie, né di colpi di spugna, né di altro, come qualcuno sostiene in palese mala fede. E’ un dato di fatto e di diritto che le società di ingegneria e di professionisti riconosciute dalla Legge Merloni, prima, e dal Codice dei contratti pubblici, poi, possono operare nel settore privato quanto meno dal 1997. A prescindere dall’esito della discussione parlamentare, l’emendamento del Governo sul quale tanto clamore si sta facendo ha il solo scopo di evitare ulteriori contenziosi .”
La replica al Consiglio Nazionale degli Architetti è netta: “Chi parla strumentalmente in questi termini fa un pessimo servizio al Paese e a tutti i professionisti che teoricamente dovrebbe rappresentare, ma che in realtà danneggia. Si sta portando avanti un’operazione di controinformazione basata su una vera e propria menzogna, cioè che le società di ingegneria non potrebbero operare in ambito privato dal 1997. E’ una tesi falsa, smentita da pacchi di sentenze della Cassazione, del Consiglio di Stato e della giurisprudenza di merito. Si eviti quindi di inventare di sana pianta argomentazioni basate sul nulla; bastava leggere le pronunce della Corte di appello di Roma che a più riprese(sentenze n. 2575 e 2576/07, n. 594/06), ha affermato che quanto meno dal 1998 “le società di ingegneria possono effettuare attività di progettazione, direzione lavori ed accessori, pacificamente anche per lavori privati”, si sarebbe così evitata una gaffe planetaria.”
Per l’OICE e l’ANCPL-Legacoop, quindi, “ci può anche stare che un giudice disattento, come quello di Torino scivoli sulla classica buccia di banana e che sulla stessa buccia di banana siano goffamente finite anche le corporazioni ordinistiche; non vogliamo pensare che il Parlamento dia retta a sgangherate e infondate azioni corporative.”
Per l’OICE e l’ANCPL-Legacoop il Governo “ha ben presente che le 6100 società di ingegneria operanti in Italia – afferma Patrizia Lotti - occupano migliaia di giovani professionisti che in esse trovano uno sbocco naturale e nessuno pensa che le nostre società tolgano lavoro ai giovani, o ad altri professionisti. Fare la guerra alle società di ingegneria significa non comprendere che queste società rappresentano una risorsa per il settore, creando occupazione per migliaia di giovani; qui si tratta semmai di fare crescere e sviluppare un intero comparto anche nella competizione internazionale visto che fra le prime cento società di ingegneria europee per dimensione non è presente neanche una società italiana.”