Sanatoria: quando la presenza di solette in calcestruzzo può essere da ostacolo
Le solette in calcestruzzo rappresentano elementi strutturali fondamentali in ambito civile e industriale, utilizzate per creare superfici solide per impalcati, sbalzi e fondazioni. La recente sentenza del Consiglio di Stato n. 559/2025 evidenzia come le solette in calcestruzzo possano ostacolare il condono edilizio, in particolare in contesti ambientali delicati, sottolineando la necessità di bilanciare le esigenze edilizie con la protezione dell'ambiente, soprattutto nelle aree soggette a vincoli paesaggistici.
Solette in calcestruzzo
Le solette in calcestruzzo sono degli elementi strutturali utilizzati in ambito civile e industriale, per creare superfici piane e solide su cui poggiare o distribuire carichi concentrati e/o distribuiti variabili, nonché le azioni provenienti da altre strutture o elementi strutturali. Esse, infatti, hanno molteplici funzioni poiché possono essere utilizzate come base per pavimentazioni, come fondazioni di edifici, o come parte di strutture più complesse (sbalzi, coperture, solaio).
Spesso il calcestruzzo, che possiede un'ottima resistenza a compressione ma è meno resistente a trazione, viene rinforzato con barre d'acciaio (armatura) per migliorarne la resistenza a flessione e a trazione, nonché prevenire fessurazioni, al fine di migliorare la sua performance globale della struttura.
Quindi le solette in calcestruzzo rappresentano elementi estremamente resistenti e rigidi nel piano con un buon comportamento a lastra e a piastra. Esse possiedono anche una buona durabilità nel tempo se progettate e realizzate correttamente, ciò non togli che siano tuttavia soggette a deterioramento a causa dell'umidità, delle sollecitazioni meccaniche (soprattutto per punzonamento da azioni concentrate e sollecitazioni cicliche/vibrazioni) o degli agenti chimici (che possono ad esempio favorire azioni di deterioramento per corrosione delle barre di armatura o delle lamiere grecate). Ecco perché è fondamentale monitorare eventuali danni e intervenire tempestivamente con manutenzioni.
Generalmente per costruire una soletta in cemento armato si devono eseguire determinati passaggi come:
- la preparazione del terreno per elementi di fondazione, rimuovendo qualsiasi detrito o materiale indesiderato;
- la costruzione della cassaforma (quando si utilizza la lamiera grecata essa funge sia da cassero e sia da parziale armatura della soletta), che consiste in una struttura temporanea che definisce la forma e le dimensioni della soletta;
- la posa della rete elettrosaldata o delle barre bidirezionali di armatura, essenziale per rinforzare la soletta;
- la preparazione del calcestruzzo;
- il getto del calcestruzzo all'interno della cassaforma;
- l’attesa per le fasi di presa indurimento che consentendo al calcestruzzo di raggiungere le prestazioni meccaniche attese;
- Disarmo dei casseri di supporto, quando richiesto (fase non prevista nel caso di solette con lamiera grecata).
Per le loro caratteristiche le solette di calcestruzzo potrebbero essere di ostacolo per il condono edilizio in quanto possono avere effetti negativi sull’ambiente, a fare chiarezza su tale problematica è stata la sentenza del Consiglio di Stato n 559/2025.
L’impatto ambientale vince sul condono edilizio
La sentenza del Consiglio di Stato verte intorno a due baraccamenti in lamiera, costruiti senza titolo edilizio nel 1982 ed eretti su un consistente solettone in cemento (platea). Tale elemento di fondazione è l'oggetto al centro della controversia in quanto è stato ritenuto che esso costituisca di fatto una interferenza ambientale vera e propria. Le strutture sono situate in una zona boschiva protetta in prossimità del fronte costiero, all’interno di un’area tutelata da vincolo paesaggistico e ambientale, vincolo che generato le criticità nell'approvazione della pratica di condono edilizio richiesta dalla ditta proprietaria.
La legge 47/1985, relativa al primo condono edilizio, aveva di fatto permesso al ricorrente di presentare la domanda di sanatoria, ma il diniego opposto dall’Ente Parco ha posto l'accento sugli effetti ambientali negativi, in particolare sul suolo e sulla vegetazione dell’area. Tra le problematiche segnalate, il Tar ha messo in evidenza l’impatto ambientale derivante dalla realizzazione delle solette in calcestruzzo che hanno causato l'impermeabilizzazione del terreno, ostacolando il naturale drenaggio del suolo e danneggiando ulteriormente l'ecosistema della zona.
Il ricorso si basava sulla presunta illegittimità del diniego opposto dall'ente, contestando il fatto che il parere negativo del Parco non fosse stato preceduto dal silenzio-assenso previsto dalla normativa. Tuttavia, il Tar ha respinto tali argomentazioni, sostenendo che il diniego era motivato dalle evidenti ripercussioni ambientali delle opere abusive. Il parere negativo non rappresenta, infatti, una duplicazione (per giunta contrastante) di quello favorevole già espresso dalla Soprintendenza, ma è finalizzato alla salvaguardia dell’ambiente naturale, come previsto dalle normative in materia di tutela paesaggistica.
In particolare, l’Ente Parco, pur in assenza di un Piano del Parco formalmente adottato, ha valutato l’intervento in base alla legge quadro n. 394 del 1991, che attribuisce al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano la responsabilità della tutela dell’ambiente. Le solette in calcestruzzo, realizzate per sostenere le strutture, rappresentano un elemento di criticità in quanto, oltre a contribuire all’impermeabilizzazione del terreno, potrebbero rimanere in sito per un tempo indeterminato qualora il condono fosse stata concessa la sanatoria.
L’appello presentato dal ricorrente, che ha ereditato la causa del padre, è stato infine respinto dal Consiglio di Stato, che ha confermato la validità del diniego opposto dall’Ente Parco. In particolare, i giudici hanno ribadito la competenza dell’Ente Parco sulle istanze di condono edilizio nelle aree protette e hanno sottolineato l’importanza di preservare l’integrità ambientale della zona. Nonostante l’assenza di un Piano del Parco e del relativo Regolamento, il Consiglio di Stato ha ritenuto che la valutazione dell’Ente fosse corretta, facendo riferimento alle norme nazionali e internazionali che proteggono l’area.
Concludendo, l’istituzione di solette in calcestruzzo per sostenere le strutture abusive ha avuto ripercussioni significative sull’ambiente naturale, tanto che la sentenza del Consiglio di Stato ha riaffermato l’importanza della tutela paesaggistica e ambientale del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO È SCARICABILE IN ALLEGATO.
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