Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro: mettiamo al sicuro le nuove generazioni
La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere considerata un valore sociale. Se davvero si vuole provare a ridurre la tragedia quotidiana delle morti bianche e dei troppi infortuni, troppo spesso con invalidità permanenti, dobbiamo passare ad una svolta culturale. Il lavoro comincia presso la Commissione Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro istituita presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, a parlarcene il coordinatore Ivan Tortarolo.
Costruire una “cultura” della sicurezza
Una proposta è quella di provare a fare leva sulle istituzioni proponendo, in maniera concreta e fattiva, l’introduzione della “sicurezza sul lavoro” nei programmi ministeriali di educazione civica.
I nostri figli, nipoti e amici che iniziano la scuola saranno i cittadini e anche i lavoratori di domani.
Costruire una “cultura” della sicurezza aiuterà le future generazioni a vivere meglio. Inasprire il quadro sanzionatorio, aumentare i “controlli” aumentare le procedure potrebbe non essere sufficiente. Non vedremmo risultati a breve termine e forse nemmeno a medio termine. Ma dobbiamo impegnarci affinché qualche cosa possa cambiare e possa cambiare radicalmente.
La prima decade del mese di settembre 2023 è stata funestata da notizie tragedie sul lavoro che devono spingerci ad un momento di riflessione. Le morti sui binari di Brandizzo, cinque vite stroncate durante lavori su binari ferroviari, solo per citare la tragedia più battuta dalle agenzie di stampa.
L’articolo 1 della nostra Costituzione recita: «L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» segue poi l’articolo 4 con: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Diritto alla vita, “Lavorare non è morire”, principi fondanti della Repubblica, cultura. Un concetto spesso ribadito dal presidente della repubblica, Sergio Mattarella: “Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. … omissis … I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza. La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro. A voi, ispettori tecnici, spetta un ruolo attivo in questo processo di garanzia e di prevenzione. Faccio appello alle vostre intelligenze e al vostro impegno per contrastare una deriva che causa troppe vittime. Anche da voi e dalla vostra attività dipende la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie”.
Solo parole?
No, dietro ognuno dei concetti espressi dal Presidente vi è un mondo da esplorare dove ognuno di noi può, o forse deve, svolgere un ruolo. Ma ciò che vorrei cogliere dalle parole del Presidente, più di altri, è questo passaggio: “I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza. La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro”.
Tre morti al giorno nel 2023
Il fondamento della Repubblica sul lavoro, valorizza il progetto costituzionale dei diritti sociali, ove il singolo si avvantaggia del lavoro di tutti e offre all’intera collettività il proprio contributo. È quindi impensabile che il lavoro, elemento fondante di un paese civile, semini una media di tre morti al giorno.
In base alle statistiche pubblicate da Inail, sebbene questi dati debbano essere correttamente valutati e soppesati, ci si accorge facilmente che il trend di questi infortuni, da oltre un decennio, resta pressoché stabile. Tutto ciò implica che, continuando sulla strada fin qui percorsa, potremo sperare di ridurre un po' le morti sul lavoro o i gravi infortuni ma non ci si può aspettare, purtroppo, una drastica riduzione.
E allora torna la domanda: che cosa possiamo fare?
Aumentare il carico sanzionatorio? Aumentare le procedure? Appesantire il quadro normativo con nuove regole? Oppure, cercare di creare “cultura”? La sicurezza sul lavoro è un valore a 360° che genera virtuosità, ben oltre i ruoli e le procedure, è un valore morale, etico, sociale ed anche economico e di competitività nazionale ed internazionale.
Ma qui dovremmo chiederci: è il lavoro che causa le morti bianche? È la mancanza del rispetto delle Leggi? O delle procedure? È una questione “culturale”? O è una concomitanza di diversi fattori interconnessi?
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, al fianco delle tante, troppe, morti bianche ci sono anche gli infortuni, talvolta anche molto gravi e con invalidità permanenti, anch’essi inaccettabili in una società civile.
L'ARTICOLO CONTINUA CON L'ANALISI DI DUE CASI DI'INFORTUNIO E CON LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE SICUREZZA DELL'ORDINE DEGLI INGEGNERI DI GENOVA.
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Sicurezza Lavoro
La "Sicurezza sul Lavoro" comprende tutte le misure, le procedure e le normative destinate a proteggere la salute e l'integrità fisica e psicologica dei lavoratori durante l'esercizio delle loro attività professionali. La sicurezza sul lavoro è regolamentata dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 noto anche come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro (TUSL).
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