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Salubrità degli edifici: un lusso o è un aspetto trascurabile?

Il quadro sul tema dell’inquinamento ambientale, partendo dalle differenze tra esterno e interno e i principali agenti patogeni, la normativa di legge e il ruolo del progettista ambienti salubri e dell’importanza della certificazione di salubrità ambientale.

Salubrità ambientale: sostanze, sorgenti inquinanti e il ruolo del tecnico edifici salubri

Cos’è il Lusso? La domanda porta a molteplici risposte, risposte influenzate dalle esigenze, esigenze che nascono dalle percezioni, percezioni che si attivano dal tangibile.

Il primo requisito, o se volete prerequisito di un edificio, a prescindere se di lusso o meno, è quello della sicurezza, sicurezza di abitare in un edificio salubre, dove nell’aria che si respira non vi è una presenza di inquinanti tali che porti ad ammalarsi.

Le varie pubblicazioni scientifiche sono chiare, la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nelle sue pubblicazioni ha indicato che l’insalubrità ambientale porta a tumori (di svariate tipologie), ictus, infarti, malattie respiratorie, polmoniti, asma, ecc… cagionando, in Italia, circa 80.000 decessi all’anno.

Trascorrendo mediamente oltre 20 ore al giorno all’interno di edifici, si può certamente comprende dove occorre puntare l’attenzione. La salubrità è un aspetto intangibile, ma nel momento in cui si manifesta lascia profondi solchi dolorosi nelle persone, solchi purtroppo, non sempre rimarginabili.

Quindi non è un aspetto di LUSSO né tantomeno un aspetto TRASCURABILE, ma un aspetto estremamente FONDAMENTALE.

 

Inquinamento ambientale e salute

Il quadro delle tematiche relative all’inquinamento ambientale, potrebbe risultare estremamente articolato, oppure decisamente chiaro. Innanzitutto, occorre distinguere l’inquinamento presente nell’ambiente esterno da quello interno agli edifici, due tipologie d’inquinamento derivanti da svariate sorgenti, entrambi, per motivi differenti, risultano essere decisamente dannosi.

Esternamente trascorriamo mediamente 3 ore al giorno, e gli inquinanti presenti sono esclusivamente di natura chimica.

Mentre internamente, dove trascorriamo oltre 20 ore al giorno, abbiamo una presenza d’inquinanti mista, con le seguenti proporzioni:

  • Agenti chimici 45 – 48 %
  • Agenti biologici 40 – 43 %
  • Agenti fisici 10 – 12 %

Ne consegue che gli ambienti confinati, considerando semplicemente il tempo trascorso, ma anche conoscendo la diversità d’inquinanti presenti, risultano essere maggiormente pericolosi. La salute è un legame direttamente proporzionale con la salubrità degli ambienti, maggiori sostanze inquinanti sono presenti nell’aria respirata, maggiore è la possibilità di contrarre malattie, che si manifesteranno a distanza di anni.

 

Normative di legge

Mentre i luoghi di lavoro, qualsiasi essi siano, sono normati da D.lgs. ben chiari e specifici, prevedendo anche sanzioni stabilite, in ambito residenziale al momento non è così.

L’approccio verso le problematiche legate all’insalubrità negli edifici residenziali è molto recente, e non è ancora stato emanato alcuno strumento normativo specifico, anche se la situazione è decisamente in fermento ed evoluzione, lo testimonia il fatto che recentemente sono state prodotte normative e recepite direttive comunitarie che hanno implicazioni sulla qualità dell’aria indoor.

Quello che occorre sicuramente considerare è che l’insalubrità dell’aria negli ambienti, può arrivare ad etichettare l’edificio con la Sindrome dell’Edificio Malato, dove vi è un alto rischio di contrarre le Malattie Associate agli Edifici e possono essere di natura chimica, biologica o fisica. Questa situazione ha la potenzialità di attivare cause legali per vizio occulto, argomento tecnico ed articolato, ma di alto interesse, in quanto porta a risultati decisamente inaspettati ed interessanti.

Per evitare di incorrere in questa situazione ed essere chiamati a rispondere di gravi mancanze e lesioni alle persone, esiste uno strumento chiamato: “Certificato di Salubrità Ambientale”, ovviamente, per non essere contestabile, occorre venga eseguito da tecnico abilitato che dimostri di aver considerato la singola situazione, con le proprie variabili e fonti di rischio. Inoltre, il tecnico rilascerà una relazione sullo stato di fatto, indicando i potenziali rischi e le soluzioni migliorative, questo anche quando l’ambiente risulta essere salubre.

    

Salubrità fondamentale, ma improvvisata

Sappiamo, per pubblicazioni di studi scientifiche ma anche per esperienza (vedi pandemia), che l’aria è un importante vettore di patologie e d’inquinanti. Ogni giorno inaliamo mediamente 12.000 litri d’aria, trascinando nei polmoni e nell’organismo anche tutte quelle microparticelle invisibili che vi sono all’interno.

Altrettante evidenze scientifiche hanno dimostrato che le malattie causate dall’inquinamento dell’aria non si limitano ai polmoni, ma vanno ben oltre, entrano nel sistema cardiovascolare, raggiungono ogni organo del corpo umano, causando innumerevoli danni e malattie.

Il rischio maggiore lo riscontriamo nei luoghi confinati, vuoi perché trascorriamo la stragrande maggioranza di ore della vita, vuoi per la miscela delle sostanze presenti, vuoi anche per le caratteristiche di quei luoghi.

All’interno degli edifici sono presenti differenti tipologie d’inquinanti:

  • Chimici, quali: VOC, Formaldeide, Benzene, Ozono, Particolato, CO2, monossido e biossido di carbonio, biossido di azoto, ecc…
  • Biologici, quali: Batteri ambientali, batteri umani, virus, muffe, lieviti, ecc…
  • Fisici, quali: radon, campi elettromagnetici, rumore, ecc…

Ognuna di queste tipologie si distingue per sorgenti ed effetti di differenti pericolosità. La complessità e l’incrocio degli inquinanti porta ad una molteplicità di situazioni, rischi, pericolosità ed effetti che portano a sostenere che la salubrità non è una situazione banale, e nemmeno una scienza matematica.

Sarebbe, quindi, un grave errore considerare solo alcune sostanze inquinanti, e sulla base di valutazioni incomplete e superficiali suggerire soluzioni, soluzioni errate che porterebbero a far correre rischi e pericoli di malattie alle persone.
La problematica non si risolve col voler vendere un prodotto, ma nell’individuare il problema e risolverlo con le soluzioni a disposizione.

Voler semplificare ad ogni costo, porta alla banalizzazione dell’argomento, e purtroppo è quello che emerge frequentemente, semplificare e banalizzare un argomento così articolato, importante e pericoloso è sinonimo di superficialità e scarsa professionalità. Così come non ci si improvvisa ingegneri, architetti, geometri, termotecnici, geologi, ecc… non ci si può improvvisare professionisti della salubrità, è una questione di serietà e responsabilità, non solo morale, ma anche legale, ne va della salute delle persone.

 


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