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Robot, fibre di carbonio e calcestruzzo per sistemi costruttivi sempre più leggeri e performanti

Quello su cui stanno lavorando i ricercatori di INDEXLAB è un nuovo sistema costruttivo che mescolando innovazione e tradizione punta a creare soluzioni sempre più performanti e rispondenti alla esigenze di un’edilizia più sicura, veloce e nuova.

Tra robotica, architettura e ingegneria delle costruzioni e dei materiali, l’INDEXLAB, è infatti il laboratorio del Politecnico di Milano dove si cerca di immaginare come si costruiranno gli edifici del domani, dove si studiano, si creano e si testano i nuovi sistemi costruttivi per l’edilizia.

Una sorta di luogo che mette in collegamento gli studi di progettazione e l’industria e la manifattura.

Tra i progetti a cui stanno lavorando in questo periodo c’è un sistema costruttivo del cosiddetto cassero a perdere, ma un cassero a perdere un po’ particolare ossia costituito da un “cassero” in carbonio che permette di ottenere pilastri/colonne con particolari caratteristiche.

Ma vediamo prima di tutto di cosa si tratta.

In una intervista a Radio 24 il direttore dell’INDEXLAB, Pierpaolo Ruttico, spiega che per realizzarlo occorre innanzitutto un robot, del polistirene e della fibra di carbonio.
Partendo da un blocco di polistirene mediante l’uso del robot si ottiene la forma voluta dal progettista che in seguito viene interamente ricoperta da un filamento in carbonio.

Dopo diche si procede a sciogliere il materiale all’interno e a gettare all’interno il calcestruzzo ottenendo un sistema costituito da un materiale che lavora a compressione, il calcestruzzo e uno che lavora a trazione, il carbonio.

E i vantaggi?

Prima di tutto c’è la possibilità di avere geometrie sempre diverse e una finitura di elevata resa estetica e funzionale. A seguire c’è il vantaggio del risparmio di tempo nella fase di casseratura e l’eliminazione della fase di scasseratura e infine, ma suggerirei soprattutto, l’ottenimento di strutture che a parità di prestazioni hanno un terzo della sezione e meno di un terzo del peso.

Entrando nello specifico la casseratura, cosiddetta, con “fibra di carbonio” svolge una vera e propria funzione di cerchiatura che permette di ottenere dei pilastri con le stesse capacità statiche ma con sezioni inferiori, e l’eliminazione dell’armatura trasversale e quindi dei pilasti più leggeri. Dalle prove fatte in laboratorio i pilastri cerchiati con carbonio, a parità di sezione, resistono infatti fino a tre volte quelli tradizionali.

Una soluzione quindi che permette di avere strutture più leggere che per un territorio cosi sismico come quello italiano può offrire nuove importanti soluzioni costruttive alternative ai classici metodi.