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Rivestimenti resinosi. Intervista a Dario Bellometti, Presidente CONPAVIPER

Presidente, prosegue su INGENIO l'approfondimento sui Rivestimenti Resinosi: un argomento quindi di interesse per gli Ingegneri?

Certo, perchè la scelta del rivestimento è e deve essere una scelta del progettista. Il motivo è semplice, il rivestimento è la parte di un’opera più sollecitata da un punto di vista funzionale, ed è necessario che sia quindi il frutto di specifiche prescrizioni. Pur essendo però fermamente convinto di questo concetto, devo purtroppo lamentare il fatto che troppo spesso i rivestimenti siano solo una scelta secondaria, e non sempre presa con l'attenzione che meritano.

Su quali basi dovrebbe quindi operare le proprie scelte il progettista?

Siamo in un momento di grande recessione e il numero di edifici non collocati o non utilizzati è in crescita. In questo mercato quali sono quindi gli immobili che hanno più valore commerciale? Prendiamo il settore residenziale, il cliente si sta orientando solo alle case in classe energetica A e A+. Chi ha costruito "risparmiando" si trova oggi quindi a dover "pagare" in modo salato il fatto di non avere investito in qualità. Pensiamo a una struttura industriale. Considerando che la risposta alle sollecitazioni strutturali è assicurata per legge, quale è la parte più sollecitata dell'opera? Il pavimento. E quale è quella che ha più impatto sul funzionamento operativo e logistico? Sempre il pavimento. E al di là degli eventi straordinari (sismica soprattutto), della sicurezza strutturale (che deve essere assicurata per norma) e della qualità energetica, quale è il valore aggiunto immobiliare che può essere dato? Sicuramente la funzionalità del pavimento. Se quindi si volesse dare un valore extra all'immobile, per esempio nell'ambito dell'industria meccanica, poter offrire un pavimento che non ha problemi di pulibilità, in cui le aree e le corsie siano facilmente identificate, e sia resistente agli urti meccanici e alle usure dei carrelli con ruote rigide, costituisce un valore aggiunto straordinario. Tutte queste caratteristiche non nascono dal caso, ma da una corretta prescrizione.

Cosa ha fatto CONPAVIPER per aiutare il progettista?

Innanzitutto ha definito un Codice di Buona Pratica dove il progettista può trovare tutti i supporti per poter fare le sue valutazioni. Abbiamo definito le schede prestazionali dei diversi sistemi di rivestimento per poter fornire un riferimento per la definizione dei capitolati. Poi abbiamo avviato un sistema di certificazione dei sistemi per assicurare al committente il rispetto dei requisiti prestazionali. Mi sembra che abbiamo fatto tutto quello che occorreva fare per supportare il progettista nelle sue valutazioni. Tutto questo il progettista lo può trovare gratuitamente sul sito CONPAVIPER (www.conpaviper.com)


Finora abbiamo parlato di qualità della prescrizione. Dal punto di vista dei materiali e dell'applicazione?

Le premesse buone ci sono tutte. L'Italia è uno dei paesi in cui si è sperimentato di più e questo ha fatto sì che il livello di materiali e manodopera disponibili sia potenzialmente tra i migliori al mondo. Purtroppo la mancanza di prescrizioni e di controlli, il mancato rispetto dei prezziari delle camere di commercio, ha spesso portato il mercato a non puntare sulla qualità. Ci sono però anche tanti imprenditori seri, che hanno capito che investire 10 all'inizio possa portare a risparmiare 100 nel futuro e soprattutto a dare un valore 1000 all'efficienza operativa che si può in seguito ottenere lavorando su una superficie adatta. Per questo ho una forte fiducia sulla possibilità di questo settore di uscire dalla crisi che sta colpendo l'intero mondo dell'edilizia.