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Ristrutturazione di un appartamento: quale soluzione impiantistica scegliere?

I giusti consigli per prendere la scelta migliore

Sei un esperto di lavori edili e progettazione architettonica, sai consigliare i materiali da scegliere per ogni ambiente della casa e come disporre l’arredamento ma vorresti qualche certezza in più sulle soluzioni impiantistiche?

Un tuo cliente ha bisogno di ristrutturare casa e, oltre ai classici lavori edili di ristrutturazione, vorrebbe anche sostituire l’impianto di riscaldamento per raggiungere un’alta prestazione energetica del suo appartamento. 

Se ti sei ritrovato in questa situazione, continua a leggere il nostro articolo: affronteremo cinque punti essenziali su questa tematica. Conoscerli ti permetterà di dare giusti consigli nell’ottica della scelta migliore.

Evita la classe G: ecco di quanto può migliorare la classe energetica

Il maggior salto di classe si riesce ad ottenere installando un generatore a biomassa. Questo risultato però è da considerarsi esclusivamente da un punto di vista matematico, ovvero di classificazione energetica e quindi di lettera risultante della classe energetica. Non ha nulla a che fare con il comfort o con la riduzione dei costi effettivi in bolletta.

Sulla scelta dell’impianto va tenuta in conto la disponibilità della committenza a fare qualche “sacrificio”: passare da una caldaia o una pompa di calore a un generatore a pellet, è come passare da un autoveicolo con il pieno sempre a disposizione ad un autoveicolo in cui si è costretti a fermarsi di continuo per fare rifornimento.

Quando si suggerisce l’installazione di un generatore a biomassa, bisogna accertarsi della disponibilità da parte del committente di un’area in cui stoccare il pellet oltre che mettere al corrente il committente della necessità di manutenzione della stufa che richiede una pulizia periodica.

Solo impianto di riscaldamento o anche raffrescamento?

Dai risultati di diverse simulazioni di soluzioni impiantistiche, il maggior risparmio energetico, e di conseguenza economico, si ottiene con l’installazione di un impianto radiante a soffitto servito da una pompa di calore.

L’installazione di un impianto di raffrescamento, o meglio ancora di climatizzazione estiva, comporta sicuramente un aumento dei consumi energetici rispetto ad una situazione senza impianto ma è scontato che la qualità di vita all’interno del nostro edificio cambi notevolmente.

Con la soluzione pannelli radiante + pompa di calore si riescono a soddisfare entrambe le esigenze (caldo e freddo), migliorando notevolmente il comfort e la qualità della vita della nostra committenza con un investimento leggermente superiore a quello che si sarebbe dovuto sostenere per il solo riscaldamento.

Efficienza impianti: l’impatto sulla classe energetica finale

L’attuale normativa prevede che la classe energetica sia calcolata in funzione di quella che viene chiamata energia primaria non rinnovabile. Tale parametro tiene conto di quanto “combustibile” serve per riscaldare, raffrescare, produrre acqua calda sanitaria nel nostro edificio ma anche di quanto costa produrre, trasportare e immagazzinare quel particolare vettore energetico.

Un esempio: una caldaia a condensazione o una pompa di calore garantiscono alte prestazioni e rendimenti. Tuttavia un generatore a biomassa, come per esempio una stufa a pellet, riesce a garantire una classe energetica migliore pur avendo rendimenti inferiori rispetto ai sistemi prima citati perché, tale generatore, utilizza come combustibile una fonte rinnovabile.

La norma tende a premiare tutti quei generatori che utilizzano fonti rinnovabili. Ciò amplifica il peso degli impianti sul calcolo della classe energetica finale in quanto, per avere una classe energetica elevata, posso tranquillamente utilizzare un generatore non performante che utilizza però una fonte energetica rinnovabile.

Sintetizzando, la classe energetica è sicuramente influenzata più dall’impianto che dall’involucro (pareti di tamponatura e finestre) ma occorre aggiungere che la classe dipende fortemente anche dal tipo di combustibile che l’impianto installato utilizza.

Quanto si può risparmiare in bolletta con un’alta classe energetica

Non è così semplice fare un collegamento diretto tra classe energetica e bollette energetiche. In linea generale ad un’alta classe energetica corrisponde una migliore prestazione dell’edificio e di conseguenza un minor consumo. 

Al fine di confrontare tra loro gli edifici, quando si calcola una classe energetica si fa un’ipotesi iniziale molto forte, ovvero di utilizzo standard del sistema fabbricato-impianto. Le ipotesi adottate sono:

  • 24 ore di funzionamento dell’impianto in tutto il periodo di climatizzazione invernale ed estiva 
  • occupazione continua dell’edificio quindi con apporti interni gratuiti continui durante tutto il periodo di calcolo
  • fabbisogno di ACS calcolato secondo la norma UNI/TS 11300 parte 2 tenendo conto, specie per gli edifici a carattere residenziale, della superficie dell’unità immobiliare piuttosto che del profilo di occupazione e quindi delle esigenze e delle reali abitudini degli abitanti

I risultati di un APE non vanno considerati per valutare a quanto ammonterebbe il risparmio in bolletta in quanto sicuramente il reale utilizzo dell’impianto non sarà di 24 h.

Per conoscere i consumi reali di un edificio non bisogna utilizzare i valori numerici contenuti nell’APE, bensì occorre eseguire una diagnosi energetica che valuti i consumi in funzione dell’utenza. Tecnicamente viene chiamato calcolo “tailored rating”.

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