Riqualificazione sostenibile di un ristorante in Costa Smeralda: impianti integrati, illuminazione e materiali locali
Il raffinato ristorante Zuma a Porto Cervo è stato rapidamente ristrutturato dalla società di ingegneria Polistudio A.E.S. in collaborazione con Currie & Brown, combinando lo stile del posto con l'architettura organica della Costa Smeralda. Il progetto si distingue per il suo design sostenibile, l'illuminazione flessibile e l'uso di materiali locali.
Nuovo volto per il Ristorante Zuma in Costa Smeralda a firma Polistudio AES
La storia di un restyling di pregio, realizzato in tempi da record. Un’esperienza unica e di ampio respiro, grazie alla collaborazione con realtà presenti sul territorio nazionale e internazionale. Un’occasione interessante di confronto che ci ha permesso di mettere in campo tutte le nostre competenze. Per saperne di più abbiamo intervistato l’Arch. Gianluca Corvina di Polistudio A.E.S. che ha seguito in prima persona il progetto.
“Ristrutturare un ristorante Zuma in Costa Smeralda è stata di certo un’esperienza unica che ci ha dato molto”. Questo è lo spirito con cui la società di ingegneria Polistudio A.E.S. ha seguito il restyling di Zuma Restaurant realizzato nel cuore di Porto Cervo, in Sardegna.
ZUMA Restaurant
La catena di ristoranti giapponesi di lusso è presente da più di 20 anni nelle principali città del mondo, con ben 11 ristoranti nel mondo. La prima sede è stata aperta nel 2002 a Londra, ma solo per fare qualche esempio, Zuma è presente anche ad Hong Kong, Istanbul, Dubai, Miami, New York, Roma, Madrid, Las Vegas, Ibiza.
La catena Zuma Restaurant è stata fondata dallo chef Rainer Becker e dall’imprenditore Arjun Waney nel 2002, ispirandosi alla cucina informale giapponese in stile izakaya, dove i piatti vengono portati in tavola continuamente durante il pasto. Sono riusciti a fondere lo stile e l’atmosfera dei ristoranti e pub giapponesi izakaya con uno stile elegante, che rendesse omaggio al design nipponico. Un mix che si è rivelato vincente.
Le origini del progetto
L’incontro tra Polistudio A.E.S. e questa catena giapponese è stato fortuito, “nel 2021 siamo stati contattati da Currie & Brown, una società di gestione patrimoniale e consulenza edilizia guidata dall'innovazione. I biglietti da visita sono stati alcuni nostri progetti legati alla sostenibilità e all’hospitality. Tramite questa società siamo entrati in rapporto con il promotore dell’intervento nonché committente del progetto”.
Currie & Brown, in qualità di Project Manager dell’operazione commerciale, ha seguito il progetto fin dalla primissima fase, supportando il cliente durante la pianificazione, la progettazione, la definizione dei costi e la costruzione, fino all’inaugurazione ufficiale di luglio 2022.
Oltre a Polistudio A.E.S. hanno collaborato al progetto altri professionisti provenienti dal Regno Unito ed Italia, ognuno con ruolo e competenze specialistiche.
Il contesto: studio dell'ambiente e dei materiali locali
Un contesto del tutto eccezionale, quello della Costa Smeralda. Il nome di Porto Cervo nasce nel 1962, quando il principe Karim Aga Khan IV, affascinato dalla bellezza di questo tratto di costa, decide di acquistare i terreni della zona e, assieme allo scenografo svizzero-francese Jacques Couelle, poi affiancato dall'architetto Luigi Vietti e in seguito, ma solo in parte, dall'architetto Michele Busiri Vici, di realizzare un sito turistico.
Nasce uno stile nuovo, in armonia con l’ambiente circostante, un modello di architettura organica. La nuova architettura è frutto di uno studio dell’ambiente circostante e dei materiali locali: gli stessi tetti irregolari delle case rurali sarde, volumi che dovevano quasi scomparire nella natura, confondersi tra le rocce e i cespugli di macchia mediterranea. Nella progettazione sono stati utilizzati per lo più materiali locali quali: ginepro, granito, cotto e ferro battuto.
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Il progetto
Si è trattata di una ristrutturazione di una porzione del vecchio circolo Cervo Tennis, costruito negli anni Sessanta, uno dei primi edifici realizzati su indicazione del principe Aga Khan.
L’ingresso del Cervo Tennis Club
Il ristorante, posto innanzi al porto vecchio, si estende su una superficie di circa 1.000 metri quadrati, inclusi spazi interni ed esterni, offrendo 150 coperti per aperitivi e dopo cena. Il brand Zuma ha dettato i canoni dello stile, messo a disposizione il proprio know-how, l’esperienza a livello imprenditoriale ed il concept design architettonico. Infatti, il progetto preliminare è stato realizzato da progettisti britannici selezionati da Zuma Restaurant.
Polistudio si è occupato pertanto di portare il progetto preliminare al livello esecutivo, sia per quanto riguarda l’architettura e l’interior design, oltre che di tutte le componenti impiantistiche. L’ideazione dei progettisti inglesi è stata quindi sviluppata ed ingegnerizzata da tecnici italiani fino all’avvio dei lavori.
Polistudio nello specifico, si è occupato della progettazione definitiva in collaborazione con i tecnici locali - ed esecutiva, relativamente all’architettura, l’interior design, MEP e prevenzione incendi. Anche la direzione lavori specialistica impianti e prevenzioni incendi è stata parte integrante dell’incarico conferito a Polistudio.
L’area di intervento vista dall’alto
Zuma Restaurant Porto Cervo è stato realizzato in tempi record! Infatti, la progettazione è stata finalizzata nel mese di marzo 2022, pertanto la fase di cantiere fino all’inaugurazione avvenuta il 21 luglio 2022, è durata soltanto quattro mesi. I lavori sono stati appaltati ad imprese locali che, operando su più turni di lavoro giornaliero, sono riuscite a contrarre al massimo il cronoprogramma dei lavori nel rispetto delle scadenze.
Layout e concept progettuale
Si tratta di un ristorante completamente all’aperto, ad apertura esclusivamente estiva. L’intervento consiste nella ristrutturazione di una parte di edificio denominato “Cervo Tennis Club” di circa 1000mq, di cui circa 480mq interni e 490 mq esterni, per creare il nuovo esclusivo ristorante Zuma con circa 150 coperti. È presente un grande pergolato posto su due livelli, al piano terra e al primo piano.
Qui è stato molto importante integrare e mascherare perfettamente le dotazioni impiantistiche, non avendo nulla a vista, in particolare quelle elettriche situate sul pergolato, con passaggi negli elementi architettonici e uno studio dei percorsi a livello costruttivo.
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