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Riqualificazione energetica: grazie al Superbonus i condomini consumano la metà

Il Superbonus è stato e continua ad essere un traino decisivo per l'economia italiana e ha permesso di riqualificare energicamente tanti edifici. Il report di Gabetti Lab ne ha quantificato i benefici: consumo di gas calato del 43%, risparmio energetico medio del 46% e abbattimento del fabbisogno del 46%. Ogni edificio in media ha 'fatto un salto' di 3 classi energetiche.

Il Superbonus, una manna dal cielo per il settore delle costruzioni

Quando è stato approvato il Superbonus eravamo nei primi mesi della pandemia. L’intero settore delle costruzioni viveva da anni una crisi profonda, di opportunità e occupazionali. Il patrimonio immobiliare da riqualificare, le imprese da riossigenare, il 110% come leva per far ripartire l’Italia mettendo in moto la filiera, iper-frammentata, bistrattata, poco valorizzata, anche nel suo ruolo sociale.

Il Superbonus è stato e continua a essere un traino decisivo per l’economia italiana e un motore importante per una vera transizione energetica: taglia le emissioni, riduce l’inquinamento e alleggerisce le bollette. Sostenibilità e sviluppo economico insieme. A raccontare questo scenario non bastano le osservazioni e le analisi sul contesto, ma sono fondamentali i dati. In aiuto con numeri e percentuali, per sostenere la tesi del “buon impatto” degli incentivi sull’economia italiana, è arrivato l’ultimo Report a cura dell’Ufficio Studi Gabetti e Gabetti Lab.

Consumi di gas abbattuti del 38% e in media miglioramento di 3 classi energetiche ad edificio

Secondo quanto racconta il nostro studio, grazie alla riqualificazione energetica dell’immobile è stato possibile abbattere il consumo al metro cubo di gas del 38% e risparmiare il 43% in un anno. Effetti tangibili, visto le cifre: 1.921.630.658 di euro gli interventi sul cappotto termico e 118.567.091 di euro le attività di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali. E un dato non trascurabile: una cessione complessiva dell’98% degli importi lavori e un residuo a carico dei condomini solo del 2%.

L’obiettivo principale del lavoro è stato quello di quantificare, attraverso l’analisi di 986 condomini (34.705 unità) che hanno deliberato interventi di riqualificazione energetica, il relativo risparmio dal punto di vista economico. In secondo luogo, si è stimato l’impatto dei lavori effettuati dal punto di vista del risparmio energetico e delle emissioni di Co2, attraverso l’analisi di 186 di questi condomini.

Il 74% dei condomini del campione analizzato ha effettivamente sostenuto una spesa che va da 0 al 4%, mentre il 26% ha sostenuta una spesa tra il 5% e il 29%. L’abbattimento del fabbisogno energetico medio stimato è del 51%, il risparmio energetico medio stimato è del 46%. A confermare questi valori positivi vi è anche il salto di classe energetica medio che è stato stimato intorno a 3.

Posso dire con orgoglio che Gabetti Lab è il primo player nazionale nella riqualificazione per l’efficientamento energetico e del benessere abitativo grazie alla gestione di reti di imprese. La nostra storia nasce ben prima dell’onda del Superbonus, ma abbiamo sempre avuto la mission di fare innovazione migliorando la qualità della vita delle persone, più in dettaglio offrire progetti e servizi per un prodotto integrato che riguarda la riqualificazione e ristrutturazione edilizia con cessione del credito fiscale e servizi a valore aggiunto del welfare abitativo.

Approcciandosi ai bisogni complessi con procedure rigorose, mettendo a valore un sistema di competenze specializzate e capaci di fare rete, è oggi una scelta obbligata. Dobbiamo fare qualcosa di buono per chi vive il pianeta adesso, ma pensando alle generazioni future, dando ai nostri figli qualche ragione in più per credere nel domani. Insomma, raggiungere e preservare nel tempo un equilibrio tra istanze molto delicate che contemplano ragioni sociali, ambientali ed economiche, partendo dalla casa. Alla sola condizione che si giochi insieme, ripeto.

La rete, infatti, può costituire quel fattore decisivo per agganciare questa opportunità. Fare rete davvero è la ricetta per creare quel contesto abilitante che metta il singolo nella condizione di esprimere i propri talenti, le proprie capacità, le proprie performance.
Stiamo anche facendo i conti con l’incertezza geopolitica europea dovuta al conflitto russo-ucraino che sta amplificando alcune criticità già emerse nel biennio pandemico con ricadute dirette anche nel mondo delle costruzioni.

Settore che con tutte le attività collegate arriva a rappresentare il 22% del Pil, attivando una filiera collegata a quasi il 90% dei settori economici, in grado di generare l’effetto propulsivo più elevato sull’economia tra tutti i comparti dell’attività industriale.
È arrivato però il momento in cui dobbiamo guardare al futuro e alle nuove prospettive della filiera.

In 12 mesi abbiamo gestito numerosi dispositivi normativi, spesso di difficile interpretazione. I nostri affiliati hanno dovuto combattere con la burocrazia e oggi stiamo affrontando il tema controverso delle banche. Quello che si sta delineando è un mercato diverso, dobbiamo considerarlo, dovremmo tutti ri-organizzarci e rimetterci in gioco. Non ci saranno più spazi per marginalità e per rendite di posizione.

I piccoli motori della nostra economia, nella migliore delle ipotesi vengono spremuti, nella peggiore sono relegati ad un ruolo secondario; in questo contesto la rete può costituire quel fattore decisivo per agganciare l’opportunità degli incentivi, che diversamente rimane nella disponibilità dei grandi player.

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