Riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: salire di due classi fa risparmiare più di mille euro l'anno

Dalla riqualificazione energetica non solo benefici economici ma anche occupazionali: in media ogni anni generati oltre 370mila posti di lavoro

La sfida della decarbonizzazione del patrimonio edilizio richiede soluzioni innovative, concretezza e una profonda conoscenza del settore, specialmente quando si tratta di intervenire su edifici storici, come quelli presenti in Italia.

Un recente rapporto intitolato "Il valore dell'abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano", promosso da CRESME, Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation, è stato presentato da una vasta gamma di esperti del settore. Il rapporto mette in luce l'importanza di riflettere sulle strategie per implementare in Italia la nuova direttiva europea sull'efficienza energetica. Si sottolineano le opportunità a medio-lungo termine per il Paese, inclusa la riduzione della dipendenza energetica, il potenziamento della filiera delle costruzioni e la riduzione dei costi energetici per le famiglie, specialmente quelle più vulnerabili.

L'Italia, con il suo vasto patrimonio edilizio, si distingue in Europa per il numero di abitazioni per 1000 abitanti.

Lo stock edilizio nazionale, stimato al 2022, è di 12.539.173 edifici residenziali che ospitano un totale di 32.302.242 abitazioni di cui il 78,4% circa (25.324.854 abitazioni) è occupato da famiglie residenti.

Tuttavia, gran parte di questo patrimonio è datato e inefficiente dal punto di vista energetico. Il rapporto evidenzia che basterebbe migliorare di sole due classi energetiche il patrimonio edilizio residenziale per ottenere una significativa riduzione della bolletta energetica delle famiglie, pari al 40% in media. Inoltre, una casa ristrutturata può valere fino al 44,3% in più di una non ristrutturata, offrendo un ulteriore incentivo per investire nella riqualificazione energetica.

Incremento che arriva al 50,8% fuori dalle aree metropolitane in luoghi non turistici, mentre nelle periferie, nelle corone delle aree metropolitane le case ristrutturate valgono il 40,5% in più di quelle non ristrutturate.

La riqualificazione energetica non solo porta benefici economici, ma anche occupazionali. Gli incentivi fiscali degli ultimi anni hanno stimolato una crescita significativa nell'occupazione nel settore delle costruzioni. Solo i lavori di riqualificazione energetica hanno generato una media annua di oltre 371mila occupati diretti, con un impatto positivo sull'intera filiera delle costruzioni.

Il rapporto indica anche che l'obiettivo di ridurre il consumo energetico del patrimonio edilizio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 può essere un'opportunità per creare lavoro e sviluppare nuove competenze nel settore delle costruzioni. Ogni miliardo di euro investito in costruzioni può generare un valore aggiunto di oltre un miliardo e 100 milioni di euro e contribuire alla creazione di oltre 15.000 nuovi posti di lavoro.

Secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, investire in edifici sostenibili può contribuire a contrastare la crisi climatica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Questa transizione verso un'edilizia verde può essere un'opportunità per l'Italia, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale.

Lorenzo Bellicini, direttore di CRESME, sottolinea l'importanza di adottare strategie graduali e a lungo termine per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Un approccio mirato può garantire il successo degli interventi e permettere alle imprese di pianificare investimenti innovativi nel settore delle costruzioni.