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Riqualificazione energetica degli immobili: "Più incentivi per chi ha un reddito basso"

Incentivi inversamente proporzionali al reddito e direttamente proporzionale ai lavori migliorativi: questa la ricetta presentata dall'On. Erica Mazzetti (FI) per il riordino degli incentivi dedicati alla riqualificazione degli immobili.

Necessaria una riqualificazione globale degli immobili: energetico, sismico e dei consumi

L'Onorevole Erica Mazzetti (Forza Italia) ha presentato una proposta di Legge, della quale è prima firmataria, per la riforma e il riordino degli incentivi riguardanti l'efficienza energetica degli edifici. In questa intervista concessa al nostro Editore e Direttore Andrea Dari, la rappresentante di maggioranza spiega come quello della riqualificazione energetica dei tanti immobili vetusti sia fondamentale. Nel PdL previsti incentivi inversamente proporzionali al reddito e direttamente proporzionale ai lavori migliorativi previsti.

Andrea Dari:
Onorevole, la cosiddetta Direttiva Case Green ha passato l’esame della Commissione Industria UE. È sempre più necessario, e non solo per un fatto normativo, che i diversi paesi predispongano una strategia mirata alla riqualificazione immobiliare. Tale riqualificazione può prescindere dagli aspetti legati alla sicurezza strutturale o pensa che sia necessario procedere di pari passo legando efficienza energetica e sicurezza?

On. Erica Mazzetti:

È fondamentale, sì, ma non dev’essere solo e soltanto un obbligo e soprattutto non deve colpire il patrimonio italiano come sembrava all’inizio e prima dell’intervento delle forze di Centrodestra in Europa, sulla scorta delle richieste delle categorie economiche. Ho cercato di portare avanti, come testimonia una mia precisa proposta di legge in merito, una riqualificazione a 360° degli immobili, dal punto di vista energetico sì ma anche sismico e, non ultimo, lato consumi, sotto il profilo idrico.

 

Andrea Dari: 
Il governo ha recentemente emanato una nuova normativa sui cosiddetti incentivi per la riqualificazione immobiliare. È sufficiente e utile a suo parere per affrontare il problema della riqualificazione? Pensa che dovrebbe essere completata con qualche ulteriore soluzione e provvedimento?

On. Erica Mazzetti:

L’attuale governo ha ereditato una situazione ai limiti dell’esplosivo per quanto riguarda gli incentivi e il loro sconfinato impatto sulle finanze pubbliche. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare tutte le persone che hanno investito il proprio patrimonio, finanze e risparmi, in buona fede applicando una legge dello Stato.

 

On. Erica Mazzetti (Forza Italia)
La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti
(Crediti: Lorenzo Somigli)

 

Andrea Dari: 
I professionisti tecnici sono stati inseriti progressivamente nei meccanismi di gestione e controllo di questi incentivi. Qual è il ruolo, da onorevole e professionista del settore, che potrebbero svolgere e che non è stato finora previsto?

On. Erica Mazzetti:

Il ruolo dei professionisti, dagli ingegneri ai geometri, è straordinariamente rilevante in questo processo di modernizzazione del parco immobili ma anche in tutti gli interventi, sia pubblici sia privati. Per quanto posso, terrò sempre in debita considerazione i professionisti e gli ordini che li rappresentano. Do una piccola notizia: sono stata relatrice del nuovo codice degli appalti e da allora ho costituito intorno a me un gruppo di supporto, perché – ribadisco – la politica deve saper ascoltare, con umiltà e senso pratico, chi tutti i giorni opera, un gruppo composto da professionisti della filiera. Stiamo lavorando molto bene e i risultati delle proposte, sempre mirate e concrete, lo dimostrano.

Andrea Dari:
Oltre un milione di alloggi oggi fanno capo all’edilizia pubblica residenziale. Ritiene che si tratti di un patrimonio sufficiente? E le regole di gestione andrebbero aggiornate? un finanziamento di incentivazione pubblica per la riqualificazione non dovrebbe partire da questi edifici?

On. Erica Mazzetti:

L’edilizia residenziale pubblica soffre di svariati problemi: molti immobili sono vuoti, moltissimi vetusti (e in condizioni al limite della civile abitazione), alcuni assegnati con criteri che non sono più in linea con la società (una riflessione prima o poi andrà fatta sull’equità delle graduatorie) ma anche gli istituti di case popolari devono essere aiutati perché attualmente, molto spesso, non sono in grado di garantire l’ordinario, men che mai lo straordinario. L’ERP merita una politica a parte rispetto al resto degli immobili.

Poi bisogna iniziare a parlare di premialità: chi ha ottenuto un alloggio non deve intenderlo come uno 'status' raggiunto ma come un punto di partenza per raggiungere una condizione di vita dignitosa e autonoma. Voglio assicurare che sia con i presidenti degli istituti sia con Federcasa c’è un dialogo costante e proficuo visto che stiamo lavorando a un nuovo piano casa per gli italiani. L’ultimo lo fece il nostro Berlusconi. E chi sennò!

 

Andrea Dari - Editore e Direttore di INGENIO
Crediti INGENIO

 

Andrea Dari: 
In un contesto di forte caratterizzazione storica del nostro patrimonio immobiliare, in particolare nei borghi, è corretto legare la commerciabilità degli immobili alla certificazione energica, e fissare delle classi minime?

On. Erica Mazzetti:

Il mercato ha già recepito l’importanza di una maggiore efficienza energetica. Il problema è che nel nostro paese gli immobili nelle classi più elevate sono solo una minima parte anche perché la stragrande maggioranza è stata costruita molti decenni addietro per far fronte a esigenze della popolazione diverse da quelle di oggi: allora si doveva dare in tempi rapidi una casa, in molti casi a chi non ce l’aveva o l'aveva persa; oggi bisogna rendere più confortevole il luogo dell’abitare e renderlo al tempo stesso più sicuro e meno impattante.

Senza per questo, mi ripeto ma è importante, colpire i proprietari di casa. Per questo, nella mia proposta di legge è previsto un incentivo inversamente proporzionale al reddito, perché non tutti possono permettersi i lavori, e direttamente proporzionale ai lavori migliorativi, quindi non fisso e ‘a pioggia’ ma pensato in modo da stimolare effettivamente i lavori, senza imposizioni dall'alto con un sistema volto a educare al vivere meglio nel privato partendo dalla progettazione, così da arrivare a una vera rigenerazione urbana, sociale ed economica.

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