Riqualificazione energetica degli edifici: Bankitalia apre a nuovi incentivi, ma fondamentale che siano mirati e stabili

Sui 36 mln di edifici italiani ad uso abitativo, più della metà sono nelle classi energetiche F o G

Il Superbonus, ampio programma di incentivazione per migliorare l'efficienza energetica degli edifici in Italia, ha sollevato aspettative significative ma ha mostrato limiti nell'ottenere i risultati desiderati. L'Italia, con il suo vasto e spesso antiquato patrimonio immobiliare, si trova ora di fronte alla necessità di adottare nuovi approcci mirati per affrontare questa sfida cruciale. Uno studio condotto dalla Banca d'Italia, sotto la guida di Guido de Blasio, ha fornito una fotografia dettagliata della situazione attuale e proposto soluzioni innovative per migliorare l'efficienza energetica delle abitazioni nel paese.

Attualmente, su un totale di 77 milioni di edifici in Italia, ben 36 milioni sono destinati ad uso abitativo, e la maggior parte di essi presenta prestazioni energetiche scadenti, rientrando nelle classi F e G, le più basse in termini di efficienza energetica. È preoccupante il fatto che il 36% delle emissioni di gas serra nel paese provenga proprio dagli edifici. Tuttavia, l'Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi attraverso la direttiva sulle "Case Green", che mira a raggiungere la neutralità climatica per l'intero settore edilizio entro il 2050, con significativi tagli al consumo di energia primaria già entro il 2030. 

Il rapporto della Banca d'Italia mette in luce la necessità di strumenti più mirati e incentivi focalizzati sulle famiglie a reddito più basso, che sono spesso residenti in abitazioni energeticamente inefficienti. Questo potrebbe implicare l'introduzione di sussidi diretti per questa fascia di persone, oltre a privilegiare interventi di efficientamento energetico sugli edifici più bisognosi e maggiormente abitati. Inoltre, si sottolinea l'importanza di garantire stabilità e certezza negli incentivi offerti, al fine di incoraggiare investimenti a lungo termine.

Un altro punto critico evidenziato è la carenza di dati sul consumo energetico e sulle prestazioni degli edifici, che rende difficile per le istituzioni finanziarie valutare e differenziare i tassi sui mutui "verdi". Qui entrano in gioco le banche, che potrebbero svolgere un ruolo cruciale nella transizione energetica, ad esempio attraverso l'offerta di mutui verdi e altri strumenti finanziari innovativi.

Inoltre, il rapporto propone un approccio più selettivo nella concessione di incentivi fiscali e crediti d'imposta, privilegiando interventi che garantiscono un impatto efficace sull'efficienza energetica degli edifici e sulla riduzione delle emissioni di gas serra.

Il report integrale è consultabile al link di riferimento.