Riqualificazione energetica come resilienza: adattività per valorizzare l’esistente e ricreare il ruolo del professionista
Visto che la stragrande maggioranza degli edifici residenziali esistenti si rivelano di scarsa qualità energetica, va da sé che la presenza sul mercato immobiliare di edifici di pregio dal punto di vista ambientale è necessaria e auspicabile, perché può creare benefici ai privati, alle aziende ed allo stesso pubblico settore. La crescita della popolazione mondiale e l’ingente pressione sulle risorse naturali del Pianeta ci esorta a ridurre sempre più il consumo di suolo ed a focalizzare la nostra progettualità, le nostre azioni, la nostra volontà sulle costruzioni esistenti, dando loro nuova vita e valore e restituendo dignità a chi le abita. Se per il celebre Le Corbusier l’architettura era una “macchina per abitare”, per noi l’architettura è parte della vita, luogo dove passiamo gran parte del nostro tempo e che condiziona il nostro modo di essere. Un approccio ecosostenibile all’edilizia tiene conto prima di tutto della salute dell’utente del “sistema edificio”. Una persona che vive in un “colabrodo energetico” non può essere felice, perché non vive in salute. Non deve passare solo un messaggio economico, dunque, ma anche un discorso di tutela della salute umana e di rispetto per l’ambiente.
Siamo chiamati ad essere essere “resilienti”. La resilienza è la capacità di una comunità di sopravvivere alla variazione di determinati fattori, mutando a sua volta. Non stare fermi, dunque, ma prevenire gli eventi ed anticipare le reazioni, piuttosto che curare gli effetti negativi che possono nascere. In parole povere, occorre cercare di “curare” gli edifici esistenti insani dal punto di vista energetico, prima che vadano incontro ad un degrado totale e che abbiano impatto letale sulla salute umana. Prima che i costi economici per la manutenzione ed il risanamento diventino eccessivamente alti e siano sostituiti dall’abbattimento di edifici ormai obsoleti.
Serve un cambiamento di rotta: in questo può insegnarci molto la natura. La natura è resiliente. La natura evolve continuamente generando soluzioni risolutive, che reagiscono al cambiamento climatico in modo sorprendente ed impensabile. Una cultura ecosostenibile può costituire la soluzione allo stallo economico del Paese, risollevando le sorti di aziende e professionisti. Noi stessi professionisti siamo, però, chiamati ad essere quanto più “adattivi” possibile: al variare del contesto socio – economico, diffondiamo cultura e competenza, trasformiamo le criticità in nuove soluzioni e nuovi punti di forza, ricreiamoci un ruolo attivo. Ingegneri, architetti e geometri possono davvero costituire personaggi chiave per la rinascita economica italiana. In questo processo, difficile ma non impossibile, non devono mai mancare i concetti chiave di dignità, professionalità e rispetto per il lavoro, nostro e altrui, oltre che una passione sconfinata per la nostra professione, che ha lo scopo principale di essere utile alla società ed al Paese e che non può e non deve mai cedere il passo allo sconforto ed all’umiliazione.
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