Riqualificazione di una social housing attraverso la metodologia cost-optimal: il ruolo degli incentivi
Riqualificazione di una social housing attraverso la metodologia cost-optimal: il ruolo degli incentivi
INTRODUZIONE
La riqualificazione energetica del settore edilizio rappresenta un fattore determinante per la riduzione dei consumi e dell’emissione di gas serra, essendone responsabile per circa un terzo del totale. In Italia una parte consistente del parco edilizio è composto da unità abitative di social housing che spesso versano in problematiche condizioni manutentive ed energetiche; la riqualificazione energetica dei complessi di social housing rappresenta pertanto una sfida importante per la loro ampia diffusione sul territorio nazionale, le scarse prestazioni energetiche che li contraddistinguono e la ristrettezza di fondi per possibili interventi. Una solida base metodologica per raggiungere prestazioni energetiche ottimali aventi il miglior equilibrio con i costi può avere come obiettivo proprio un approccio alla riqualificazione energetica che soppesi maggiormente i costi in relazione ai risultati energetici, in modo tale da avere uno strumento di valutazione degli interventi oggettivo. Ai sensi dell’EPDB [1], il presente caso studio vede l’applicazione della metodologia cost optimal applicata ad una social housing al fine di individuare i migliori interventi di riqualificazione da un punto di vista economico ed energetico calcolati sul periodo di riferimento di 30 anni [2].
Figura 1. Diagramma della metodologia cost-optimal applicata al caso studio
IL CASO STUDIO
Figura 2. Vista aerea dell’edificio caso studio
La metodologia cost-optimal è stata applicata ad un complesso residenziale di social housing nel Nord Italia che presenta caratteristiche morfologiche, spaziali e termo-fisiche tra le maggiormente diffuse nell’edilizia popolare anni Cinquanta, ponendosi così come esempio con elevato livello di replicabilità. L’edificio presenta una planimetria a “L”, con tre vani scala che distribuiscono trenta appartamenti di piccolo-medio taglio, mentre, dal punto di vista costruttivo, è costituito da muratura portante in mattoni pieni da 40 cm, tetto a coppi con sottotetto non isolato e piano cantina seminterrato contenente il vano centralizzato dove è collocata la centrale termica con generatore tradizionale a servizio dell’intera palazzina. L’edificio si colloca attualmente nella classe energetica “G” e presenta trasmittanze termiche nettamente inferiori rispetto ai limiti di legge.
ANALISI ENERGETICA
Secondo le linee guida del Regolamento Europeo n.244/2012 [4], maggiore è il numero di varianti e di misure per l’efficientamento energetico prese in considerazione, maggiore sarà l’accuratezza di calcolo della soluzione cost-optimal. Viene pertanto fissato il numero minimo di 10 combinazioni di interventi per una corretta valutazione dello scenario ottimale. Nel presente caso studio, sono state analizzate diverse singole Misure di Efficientamento (ME) suddivise in tre categorie, quali involucro, impianti e fonti rinnovabili, combinate in 18 Pacchetti di Misure di Efficientamento (PME). Le ME considerate per l’involucro sono tre:
• ME1, ME2: hanno come obiettivo il raggiungimento dei valori limite fissati dal D.M. 26/06/2015 [3] per l’edificio di riferimento rispettivamente per il 2015 e il 2019;
• ME3: mira ad un livello prestazionale maggiore rispetto a quanto richiesto da normativa nazionale (Tabella 1).
Le tre misure si differenziano per lo spessore dell’isolamento termico a cappotto, per l’isolamento termico applicato all’intradosso del vano sottotetto e del piano seminterrato e per le prestazioni dei serramenti in sostituzione di quelli esistenti.
Tabella 1. Trasmittanze termiche esistenti e delle misure di efficientamento (ME) per l’involucro.
Per quanto riguarda le misure adottate per gli impianti termici e le FER, sono state analizzate le seguenti soluzioni:
• ME4: Pompa di calore aria-acqua combinata con caldaia a condensazione;
• ME5: Pompa di calore geotermica;
• ME6: Allacciamento alla rete di teleriscaldamento;
• ME7: Collettori solari piani;
• ME8: Collettori solari e pannelli fotovoltaici;
• ME9: Collettori solari e pannelli fotovoltaici, con superficie dei pannelli fotovoltaici ridotta del 33% rispetto a ME8.
I terminali di emissione considerati per tutte le soluzioni sono i pannelli radianti a pavimento con temperature di progetto pari a 30-35 °C. In Tabella 2 sono riportate le combinazioni di ogni PME.
Tabella 2. Pacchetti di Misure di Efficientamento con relative varianti
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