Rilievo del danno post sisma Turchia negli edifici rinforzati in calcestruzzo armato
In questa intervista all’ingegnere Francesca Ferretti ripercorriamo il rilievo del danno degli edifici scolastici in Turchia. Fabbricati in c.a. consolidati mediante l’inserimento di setti in c.a.: il beneficio del consolidamento ed il riscontro dell’eventuale assenza.
Terremoto Turchia: il rilievo del danno in ottica di prevenzione sismica
Il rilievo del danno post sisma rappresenta un’attività fondamentale nella prevenzione sismica, sia in termini di osservazione delle criticità evidenziate dai fabbricati nella loro risposta che della valutazione dell’efficacia di interventi di consolidamento, ove presenti.
Il terremoto in Turchia, dello scorso febbraio, ha consentito di avviare una missione scientifica di rilievo del danno: “Alla partenza per la missione in Turchia, il rilievo del danno negli edifici scolastici era l’obiettivo primario. È stata la mia prima spedizione che mi ha consentito di toccare con mano i danneggiamenti che avevo studiato e visto sui libri. Erano proprio lì davanti, un brivido di come il danno fosse lì di fronte, reale. Una devastazione difficilmente immaginabile pre partenza” - queste le parole della ricercatrice bolognese Francesca Ferretti che ha partecipato lo scorso maggio alla missione scientifica in Turchia, quale componente di ReLUIS.
L’intervista all'ingegner Francesca Ferretti che ha fatto parte del Gruppo C, costituito da Antonio Mannella, Domenico Ninni Lazzaro e Georgios Baltzopoulos, che ha eseguito il rilievo del danno di circa 23 edifici scolastici situati ad Antakya (Figura 1).
Attività di rilievo del danno post sisma ad Antakya: l’identificazione dinamica
Gli edifici scolastici che ci sono stati assegnati erano nella provincia di Hatay, distretto di Antakya. Ne abbiamo rilevati circa 7 – 8 al giorno, in quanto molto del nostro tempo era dedicato agli spostamenti non solo da Adana ad Antakya, ma anche per raggiungere i diversi plessi.
Il sopralluogo solitamente lo affrontavamo nel seguente modo: per prima cosa vi era l’intervista al referente del complesso scolastico grazie alla presenza del professore turco Ozan Cem Celik, dopodiché in gruppo esploravamo l’interno del fabbricato ai fini della compilazione delle schede, mentre a rotazione uno di noi si occupava degli esterni.
Il collega Georgios Baltzopoulos si occupava dell’identificazione dinamica, seguendo un metodo semplice e speditivo: grazie al sensore accelerometrico presente nel telefono ed a un’app suggeritaci dai colleghi, si appoggiava il telefono, solitamente, sul piano di calpestio dell’ultimo piano della scuola, cercando di fissarlo per ridurre al minimo il movimento relativo.
La finalità era quella di effettuare delle acquisizioni in condizioni di vibrazioni ambientali in posizioni che ci sembravano più significative, a seconda della disposizione degli elementi strutturali (telaio ed eventuali setti) e del vano scala. La registrazione in termini di accelerazione durava qualche minuto. È stato un vero e proprio esperimento, per cui occorrerà valutare la bontà dei dati ottenuti dalle rielaborazioni che saranno fatte a posteriori, ma in quel momento volevamo raccogliere il maggior numero di dati possibile.
Sisma Turchia: il report finale della prima missione italiana di ricognizione dei danni su edifici in c.a.
Attraverso il terremoto Siria – Turchia si aggiunge un altro tassello verso la conoscenza del comportamento degli edifici in c.a., in particolare un’analisi di come i rinforzi operati negli ultimi decenni abbiamo o meno mitigato il quadro di danneggiamento del fabbricato.
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Tipologie di danno riscontrate
Quali tipologie di danno avete riscontrato e quale elemento attirava maggiormente la tua attenzione?
Gli edifici rilevati erano in c.a., con 2 o 3 piani fuori terra, come già detto dagli altri miei colleghi interpellati, e si trattava di scuole che avevano subito o meno interventi di rinforzo. Nel distretto di Antakya, molti degli edifici rilevati mostravano caratteristiche simili tra loro, ovvero:
- L’intervento realizzato più di frequente consisteva nell’aggiunta di una parte anteriore, composta da setti in c.a., dando all’edificio una planimetria risultante ad “L”.
- Il tipico danno riscontrato era:
a. quasi sempre, in corrispondenza del giunto tra il corpo originario e quello aggiunto;
b. alle tamponature, con il tipico danno all’interfaccia tra la tamponatura e il telaio, ed in qualche caso sporadico, per gli edifici analizzati dal nostro gruppo, con lesioni più gravi a taglio sui paramenti.
Una volta compresa la tecnologia costruttiva ricorrente, il passo successivo è stato quello di analizzare maggiormente i setti, indagandone, ove possibile, i dettagli costruttivi, la continuità lungo l’altezza e il grado di connessione con il corpo originario.
Abbiamo poi svolto sopralluoghi anche nel centro di Antakya, dove abbiamo visitato scuole nelle quali non erano stati eseguiti interventi di rinforzo e dove abbiamo rilevato un livello di danno molto più grave caratterizzato da:
- Meccanismi di piano debole, con cerniere plastiche visibili in testa ai pilastri (staffe poco raffittite, assenza di adeguato confinamento, Figura 3, Figura 7);
- Danno diffuso e/o collasso delle tamponature, specialmente al piano terra (Figura 6);
- Scarsa qualità del calcestruzzo.
In questo caso il tipo di analisi era tutt’altra, in quanto molte di queste strutture non erano accessibili e non sempre è stato facile capire se fossero stati eseguiti o pianificati alcuni interventi in quanto, in questo caso, dato lo stato di danno, non era nemmeno presente un referente per il fabbricato a cui poter chiedere informazioni.
L'immagine spettrale della città
Qual è l’immagine che identifica la tua missione in Turchia?
Ad Antakya abbiamo visitato una zona, nella quale era possibile spostarsi solo a piedi, in cui molti edifici erano già stati demoliti: conservo un’immagine spettrale della città, con zone praticamente rase al suolo, nelle quali le macerie degli edifici demoliti erano già state rimosse o appianate, circondate da edifici a loro volta pesantemente danneggiati.
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