Rigenerazione urbana, il progetto di riqualificazione dello Stadio di Crisone: sostenibilità e risparmio energetico i cardini
Un team multidisciplinare, guidato da tre giovani under 30 si aggiudica il progetto di riqualificazione dello Stadio Comunale Crisone con un progetto innovativo, sostenibile e fortemente inclusivo. La rigenerazione degli spazi urbani degradati, nasce da un cambiamento radicale dei luoghi, senza snaturali, per promuovere una nuova cultura dello sport aperto alla socialità.
Una rigenerazione necessaria
Il concorso di progettazione indetto dal Comune di Termini Imerese sottolinea la volontà da parte dell’Amministrazione di riqualificare un’area, all’interno della città consolidata e densamente costruita, ormai abbandonata e degradata.
Il progetto vincitore del concorso, è stato presentato da un team multidisciplinare, altamente qualificato.
Guidato da tre giovani under 30, Ing. Tiziano D’Angelo (capogruppo e responsabile della progettazione) Arch. Marco Rosati e Ing. Andrea Larocca (mandanti e responsabili rispettivamente della progettazione paesaggistica e dell’integrazione specialistica) il raggruppamento di progettisti è composto inoltre dall’Ing. Ermanno Giuliano (mandante, impiantista), dall’Arch. Lavinia Pignotti (mandante e responsabile aspetti ambientali ed energetici), Mancini & Partners (mandante e consulente progettazione strutturale) e dal Geol. Domenico Marchetti (mandante e responsabile degli aspetti geologici).
Il progetto di cui è già stato presentato l’adeguamento degli elaborati di concorso a progetto di fattibilità (in corso di approvazione) mira all’apertura dell’impianto all’intera città con lo scopo di restituire ai suoi abitanti un’area polifunzionale per le attività sportive, ludiche e ricreative, che sia anche luogo di occasioni di incontro e socialità.
Al fine di articolare un’area strutturata e snodata da un percorso fluido di collegamenti l’idea progettuale si muove su due fronti principali.
Da un lato quello di ripensare una nuova tribuna al posto degli spalti esistenti come un elemento costituito al piano terra da due volumi scatolari chiusi, intonacati in maniera grezza che comprendono i locali di servizio e deposito, i bagni pubblici e un locale ristoro separati da uno spazio centrale vuoto, aperto e coperto, che diventa una vera e propria piazza con sedute per la sosta.
La struttura è sostenuta da sette piloni in calcestruzzo con inerti in pietra locale palermitana e finitura faccia vista. I piloni sagomati e rastremati verso l’alto attribuiscono leggerezza e slancio all’intera tribuna. Dai pilastri si diparte l’aggettante lieve copertura in lastre di lamiera metallica battuta, da lavorazioni artigianali territoriali, slanciata verso il cielo, con una forma curva convessa dal basso verso l’alto ad evocare l’aspetto di una vela avventata vista la stretta relazione con il mare e proprio a voler rappresentare la connessione tra gli elementi naturali cielo, terra, mare e l’impronta umana. Le forme simboliche, i profili slanciati e sagomati dei piloni e della pensilina si integrano nell’ambiente per costituire un landmark nel territorio.
L’altro punto di sviluppo del progetto è la realizzazione di una piazza pubblica sul fronte nord dell’area di progetto. Punto centrale è la riqualificazione del campo di calcio a 7, attualmente inadeguato, fatiscente e non conforme alla normativa CONI, il progetto prevede la regolarizzazione del campo secondo gli standards CONI trasformandolo in un campo di calcio a 5 regolamentare per competizioni nazionali e internazionali.
Questo adeguamento normativo e funzionale libera lo spazio in prossimità all’accesso della stazione ferroviaria per consentire di riorganizzare un’ampia area intesa come ulteriore nuova piazza verde attrezzata, pensata altresì per l’attesa, considerata la prossimità alla stazione.
Quest’apertura spaziale di incontro con la città diventa possibile grazie alla parziale demolizione del muro di recinzione esistente e alla rilocalizzazione della nuova recinzione che, realizzata in rete metallica, viene spostata strettamente al bordo del campo con recupero quindi di ulteriore spazio pubblico multifunzionale. Il fronte nord verso la città è definito dalla presenza di due volumi legati dalla presenza di una pensilina che definisce l’accesso, come un filtro tra la strada veicolare e lo spazio pubblico esclusivamente pedonale.
Metodologia e processo di partecipazione e coinvolgimento degli stakeholders
Il punto di forza dello stadio è dato dalla qualità architettonica del progetto tesa a favorire sia la sostenibilità ambientale, che i processi di integrazione tra i diversi attori della comunità.
Un impianto sportivo aperto e flessibile si adatta ad una nuova organizzazione, che mette al centro il pieno sviluppo delle potenzialità di ciascuno e l'integrazione sport-cultura-comunità sociale.
Lo spazio antistante, costituito dalla piazza pubblica e dalle aree attrezzate a parco giochi e per attività ludico ricreative, è stato concepito per essere fruibile da parte di tutta la cittadinanza anche quando l’impianto è chiuso. Gli orti didattici, il frutteto e l’oliveto, oltre ad assolvere allo scopo educativo, possono diventare spazi di condivisione e di partecipazione, allargando la cura e la manutenzione degli stessi ai fruitori. Si potrebbe ipotizzare inoltre l’utilizzo dei prodotti coltivati come forma di auto consumo nei locali ristoro a servizio dell’impianto o per altre iniziative finalizzate all’autofinanziamento.
Per realizzare gli scopi educativi-culturali, l’impianto dovrà creare “alleanze” con le diverse realtà, costruendo azioni formative tese alla realizzazione dei concetti di condivisione ed integrazione, in modo da sviluppare le competenze per la vita con un apprendimento continuo, arricchendo il capitale umano e sociale, puntando sulla sinergia tra sport e cittadinanza. Pertanto il progetto è concepito in modo tale da consentire l’utilizzo degli ambienti per attività extra, oltre agli eventi sportivi fini a se stessi, rivolte alla comunità che possono essere gestiti anche fuori dall’utilizzo dell’impianto per manifestazioni sportive.
Il territorio diventa così una risorsa per l’impianto stesso, che a sua volta si configura come risorsa in uno scambio sinergico col territorio. La gestione degli spazi in orari differenziati dalle manifestazioni sportive può essere affidata ad una o più cooperative che li utilizza per occasioni sociali concorrendo all’auto-finanziamento della struttura.
Sarà quindi cura del Comune in accordo con l’ente gestore, sviluppare azioni di coinvolgimento sociale per una migliore e funzionale integrazione del progetto all’interno del contesto socio-culturale di Termini Imerese, con una visione strutturata per la quale il progetto sia pensato dal basso e non calato dall’alto.
Proposte innovative
Il progetto è stato calibrato in relazione ai vincoli esistenti e al contesto morfologico. Parte dell’area di intervento e i locali spogliatoi esistenti ricadono all’interno della fascia di inedificabilità di 150 metri dalla battigia secondo D.lgs 42/04. Il progetto pertanto si è adeguato ai vincoli esistenti, in modo da non ricadere all’interno della fascia di rispetto. Le altezze dei volumi chiusi e fruibili, sono state calibrate in modo da non interferire con il paesaggio ambientale inserendosi in armonia con il contesto.
L’impianto inoltre è stato adeguato normativamente sia agli standards del PRG ma anche alle relative norme vigenti, normativa CONI per la l’impiantistica sportiva, DM 18 marzo 1996, Legge n.13 del 1998 per l’eliminazione delle barriere architettoniche, D.lgs 42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Sono inoltre stati completamente ripensati gli accessi, in modo da rispettare le normative CONI garantendo ingressi separati tra atleti e spettatori. I primi potranno usufruire dell’accesso posto a sud, con relativo parcheggio di servizio, mentre gli spettatori ospiti e locali potranno utilizzare l’accesso principale, dove viene ricollocata la biglietteria. Attraverso una recinzione metallica leggera si garantiscono i distacchi tra il campo di giuoco e gli spazi verdi pubblici, mantenendo gli spazi funzionali separati e distinti, ma comunque fluidi e ben riconoscibili.
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