Architettura | Rigenerazione Urbana
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Rigenerazione urbana: il concorso di architettura restituisce centralità al progetto

La piattaforma dell’Ordine degli Architetti di Milano firma il “metodo” della progettazione di qualità all’insegna della trasparenza, garantendo meritocrazia senza allungamento dei tempi.

La piattaforma dell’Ordine degli Architetti di Milano firma il “metodo” della progettazione di qualità all’insegna della trasparenza, garantendo meritocrazia senza allungamento dei tempi.


Dallo Franchi di Firenze al Bosco della Musica di Milano, l'Italia si rigenera con i concorsi banditi sulla Concorrimi

A Milano, l’ampliamento del Museo del Novecento, la biblioteca di Lorenteggio, la Beic e il “Bosco della musica”, a Firenze il nuovo stadio Franchi e Campo di Marte e presto anche la “Terza torre”, sede della Regione Toscana. Da nord a sud, come il concorso Bari Costasud per la riqualificazione del litorale e fino all’esperienza del polo museale dedicato a Antonio Gramsci a Ghilarza in Sardegna.  

Il concorso di architettura restituisce centralità al progetto nei processi di trasformazione dei luoghi, garantendo qualità e meritocrazia, e ne declina nuovi linguaggi. La firma è quella di Concorrimi, la piattaforma da record dell’Ordine degli Architetti di Milano: dal 2014, 62 concorsi banditi in 26 comuni e 10 regioni e quasi 10mila partecipanti iscritti, di cui 1.055 sono professionisti stranieri.

Aperto, trasparente e vantaggioso. Il concorso dà linfa a quell’esigenza, messa in luce anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), di sostenere i giovani: opportunità lavorativa e ascensore professionale. Infatti, l’età media dei vincitori, secondo i dati di Concorrimi, è inferiore ai 40 anni. Progettazione infrastrutturale, edilizia scolastica, opere pubbliche, riqualificazione urbana, restauro, masterplan urbanistici, questi i temi. Le tipologie degli enti banditori: 49 pubblici e 9 privati. La Lombardia fa da principe con 31 concorsi, 19 all’interno del comune meneghino.

Un tema strategico soprattutto da un punto di vista culturale. Una battaglia di valore, indispensabile per un Paese che sulla centralità del progetto soffre gravosi ritardi. Con i concorsi si vuole sottolineare come la buona architettura, quando interpreta la società e i suoi bisogni, sia un servizio per la comunità, la salvaguardia dei territori, un messaggio per le future generazioni.

 

La strada futura è proporre forme di concorso che accolgano esigenze diverse

Un esempio è stato quello per la riqualificazione del compendio della Cavallerizza Reale a Torino. La grande novità è la via francese.

«Abbiamo adottato, in questa occasione, un nuovo modello che prende spunto dai concorsi pubblici francesi, con un’articolazione in due gradi: la prima fase a svolgimento palese a selezione per curriculum e titoli e non per fatturati o requisiti tecnico-economici, la seconda con rimborso avente oggetto un progetto di fattibilità tecnico economico il più possibile semplificato. Concorrimi si distingue per le continue sperimentazioni col fine di adattare lo strumento del concorso alle esigenze della committenza. Anche per coinvolgere sempre di più i privati, a partire dai grandi player del real estate», sintetizzata il presidente dell’Ordine degli architetti di Milano, Federico Aldini.

Altro caso è il concorso internazionale di progettazione “Il Bosco della musica”, in unico grado, appena pubblicato sulla piattaforma milanese. Si tratta della realizzazione del campus e dell’auditorium del Conservatorio di musica “Giuseppe Verdi” di Milano, nella periferia di Rogoredo, bandito dal Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia-Romagna. L’investimento complessivo previsto è di 47 milioni di euro, di cui 20 milioni finanziati dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, 15 milioni dal ministero dell’Università e della Ricerca e i restanti 12 milioni dalla Regione Lombardia.

Il tempo è una variabile sotto controllo. Ed è l’Ordine a spiegare a Pa e operatori privati perché i concorsi non siano una “lungaggine” burocratica dando conto di alcuni dati.

«Ad esempio, per le due scuole realizzare a Torino nell’ambito del progetto “Fare scuola” sono passati 790 giorni dall’aggiudicazione del concorso al taglio del nastro dell’opera», spiega Stefano Rigoni, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Milano e delegato ai concorsi. «Il Pnrr ha previsto un’accelerazione ulteriore dei tempi ai quali Concorrimi ha saputo rispondere con concorsi a un grado che comunque tutelano i professionisti, si prendono cura della qualità del progetto e offrono occasione ai giovani talenti».

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