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Rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio al centro delle politiche AITEC

Rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio al centro delle politiche dell’industria cementiera italiana. All'assemblea AITEC i dati sul cemento.

Nel 2013 in Italia produzione di cemento in calo del 12%, export in crescita del 36%.
Per il 2014 atteso un ulteriore calo dell’8% dei consumi.
 
Sono necessarie e urgenti nuove politiche strutturali per la rigenerazione urbana e per la riqualificazione del territorio italiano, per superare la logica di gestione emergenziale che negli ultimi anni ha caratterizzato gli interventi nel nostro Paese, in funzione del suo assetto idrogeologico, dell’elevato rischio sismico e del patrimonio abitativo vetusto e insicuro.
 
È questo l’appello principale alle istituzioni emerso lo scorso 19 giungo a Roma dall’Assemblea pubblica annuale di AITEC, l’Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento, che ha messo a confronto mondo dell’imprenditoria, istituzioni ed esperti settoriali nel corso del convegno “Rigenerazione urbana - Il ruolo dell’industria del cemento nelle costruzioni del futuro”.
 
Studio AITEC su rischio idrogeosismico
A questo proposito, l’Ufficio Studi di AITEC ha presentato un’analisi propedeutica alla messa in sicurezza del territorio, che ha individuato la mappa delle Province italiane a maggior fabbisogno di riqualificazione. Lo studio si è basato sul calcolo di un Indicatore Sintetico di rischio idrogeosismico, che combina i dati storici relativi al dissesto idrogeologico (frequenza ed effetti di frane e di piene) con quelli di pericolosità sismica (frequenza ed effetti di terremoti).
La Provincia di Napoli è risultata quella a maggior rischio, seguita al 2° posto da Reggio Calabria e al 3° da Vibo Valentia, a conferma del fatto che nel meridione d’Italia si riscontrano le maggiori criticità. Da segnalare anche Roma al 5° posto e Genova al 6°. A livello di singolo Comune, Castellammare di Stabia (NA) è risultato il più a rischio.
I disastri naturali, in costante aumento negli ultimi 15 anni, generano un costo di circa 3,5 miliardi di euro annui (fonte Ance-Cresme): sarebbe sufficiente destinare il 20% di questa somma, pari a 700 milioni, per mettere in sicurezza i territori individuati prioritariamente, privilegiando la logica della prevenzione.
Il cemento può giocare un ruolo fondamentale per le città del futuro e per la rigenerazione di un patrimonio edilizio che richiede interventi importanti sotto il profilo dell’efficienza energetica e della sicurezza, in quanto presenta caratteristiche di elevata compatibilità ambientale e di garanzia di sicurezza e durabilità delle costruzioni, oltre ad essere un materiale che si presta ad innovazione di prodotto e di utilizzo.
 
I numeri del settore nel 2013
I dati della Relazione Annuale di AITEC mostrano che la dinamica fortemente negativa del settore, pur in attenuamento rispetto all’anno precedente, è proseguita anche per il 2013, in linea con la crisi del mercato edilizio, residenziale e non residenziale, e con il crollo degli investimenti infrastrutturali.
 
La produzione di cemento in Italia è stata infatti pari a circa 23,1 milioni di tonnellate, con un calo del 12% rispetto al 2012. Anche i consumi di cemento hanno registrato un forte decremento (-15,1%), attestandosi a 21,7 milioni di tonnellate, un dato più che dimezzato rispetto al picco del 2006.
I volumi esportati nel 2013, pari a 2,4 milioni di tonnellate, hanno invece fatto registrare una significativa crescita (+36,9%) e sono arrivati a rappresentare una quota del 10% della produzione nazionale, rimanendo tuttavia insufficienti a compensare la debolezza della domanda interna.
La contrazione del mercato ha determinato, da parte dei produttori, il ricorso ad una diversa allocazione dell’utilizzo della capacità produttiva disponibile e alla concentrazione dei volumi sugli impianti più grandi ed efficienti.
 
 
Nell’Europa dei 28, il calo della produzione si è limitato all’1,2% e, tra i Paesi maggiori, la Germania mantiene il ruolo di primo produttore (-2,3%), con l’Italia che si conferma al secondo posto. In Francia la produzione è scesa del 3%, in Spagna del 14,5%, mentre la Gran Bretagna, unico tra i principali produttori, ha fatto registrare un incremento del 7,2%.
Le prospettive per il 2014 permangono negative per l’Italia, con l’attesa di un ulteriore calo dei consumi intorno all’8%, dopo che nel primo quadrimestre dell’anno si è già registrato un decremento del 4%.
 
 

AITEC, Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento, è l’organo di rappresentanza dell'industria cementiera nazionale, dal 1959. Aderente a Confindustria e membro di Cembureau (Associazione Europea del Cemento), riunisce tutte le principali aziende del settore che rappresentano circa il 90% della produzione nazionale di cemento. AITEC annovera tra le proprie attività istituzionali quella di promuovere e diffondere una corretta conoscenza delle potenzialità tecnologiche del cemento, e delle qualità estetico-funzionali del prodotto nelle sue diverse applicazioni. 

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