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Riforma Appalti, ci siamo: legge delega a minuti in Aula. Le novità in pillole

Uno degli emendamenti approvati della Riforma Appalti esclude l’applicazione degli incentivi alla progettazione per i dipendenti pubblici.

La Riforma Appalti (o Codice Appalti) entra nel vivo con l'esame che alle 10.30 scatterà alla Camera: il testo uscito dalla commissione Ambiente pare destinato a subire qualche ritocco, soprattutto per quel che riguarda i nuovi poteri attribuiti all'Anac e le nuove linee guida che andranno a sostituire il regolamento di attuazione.

Su quest'ultimo aspetto l'incertezza è tanta: i deputati, in merito alla Riforma Appalti, chiedono di valutare "lo strumento giuridico con il quale saranno adottate le linee guida di carattere generale, anche ai fini dell'applicazione dei rimedi giurisdizionali, nonché l'opportunità di fare riferimento ad un istituto diverso dal concerto".

Il nuovo regolamento Appalti

Per quel che riguarda la cancellazione del Regolamento di attuazione del Codice Appalti, verrà sostituito da una legge ad hoc: a livello giuridico verrà adottato un decreto legislativo di RECEPIMENTO finalizzato all'adozione della disciplina europea che disporrà l’abrogazione della normativa nazionale vigente incompatibile. In seguito verrà adottato un secondo dlgs di RIORDINO e redazione del nuovo codice degli appalti pubblici che comprenderà il decreto di recepimento delle direttive ed eventuali disposizioni correttive ed integrative.

La Riforma Appalti uscita dalla Commissione Ambiente

  • superamento della legge Obiettivo;
  • il trasferimento dell’incentivo del 2% per i dipendenti della PA dalla progettazione alla fase di programmazione e predisposizione delle gare ed a quella di controllo, con la previsione di sanzioni in caso di non controllo e inadempimenti;
  • cancellazione dell’obbligo di pubblicità di bandi e avvisi di gara sui quotidiani, con rimborso a carico dell’aggiudicatario. La norma scatterà dal 1° gennaio 2016.
  • riduzione del numero delle stazioni appaltanti da 36.000 a 200, che avverrà attraverso lo strumento delle unioni dei comuni;
  • previsione di una specifica disciplina per le concessioni industriali in autoconsumo da fonti rinnovabili;
  • obbligo per le concessionarie autostradali di affidare con gara l’80% dei lavori;
  • istituzione di una disciplina specifica per il subappalto, dove spiccano: l’obbligo per il concorrente di indicare in sede di offerta le parti del contratto che intende subappaltare; l’espressa individuazione dei casi specifici in cui vige l’obbligo di indicare, in sede di offerta, una terna di nominativi di subappaltatori per ogni tipologia di attività prevista in progetto; l’obbligo di dimostrare l’assenza in capo ai subappaltatori indicati di motivi di esclusione e di sostituire i subappaltatori relativamente ai quali apposita verifica abbia dimostrato la sussistenza di motivi di esclusione; l’obbligo per la stazione appaltante di procedere al pagamento diretto dei subappaltatori in caso di inadempimento da parte dell’appaltatore o anche su richiesta del subappaltatore e se la natura del contratto lo consente, per i servizi, le forniture o i lavori forniti.

I poteri di Anac

Altra questione all'ordine del giorno riguarda il ruolo di Anac, che dovrà gestire molti adempimenti, "tra cui la direzione di un sistema amministrativo per incentivare la denuncia obbligatoria delle richieste estorsive, nonché la creazione, presso la stessa Agenzia, di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e di un albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici, con specifiche attività di verifica". La Camera vuole che il tutto sia fatto "con le risorse disponibili a legislazione vigente".