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RIFO: rifare le città x restituire suolo

RIFO è una ricerca che ha riguardato la Lombardia e ha permesso di predisporre una mappa regionale delle aree dismesse da recuperare e dei quartieri obsoleti.

RIFO
Solo in Lombardia si potrebbero rigenerare 70 milioni di metri cubi, 30 di dismesso e 40 di obsoleto, che possono essere ricostruiti, creando oltre 130.000 alloggi popolari ad alta efficienza energetica e sicuri, in aree studiate per l’uomo.
E’ il risultato della ricerca RIFO condotta dalla Prof. Casti, professoressa di Geografia dell’Ateneo di Bergamo e responsabile del laboratorio cartografico «Diathesis». per conto di Italcementi e mirata a individuare l’impatto di una nuova  metodologia pensata per RIFARE le città.
 
La ricerca ha riguardato la Lombardia e ha permesso di predisporre una mappa regionale delle aree dismesse da recuperare e dei quartieri obsoleti, ovvero con edilizia popolare degli anni 60/80 caratterizzata da edifici poco efficienti e sicuri. Una banca dati completa che se utilizzata potrebbe portare a una rigenerazione delle periferie cittadine e restituire suolo alla popolazione.
Un modello che si basa sullo sviluppo verticale, non solo verso l’alto, ma che considera anche lo sviluppo in profondità «Applicando questo modello ai quartieri popolari, abbiamo stimato che è possibile mantenere la volumetria, aumentando del 100% i garage e liberando circa il 40% della superficie occupata da destinare ad aree verdi del quartiere» ha sottolineato la Casti.
 
Ma come fare ? l’idea di base è quella di creare in queste aree dismesse e obsolete costruire nuove soluzioni abitative su cui poi trasferire chi vive in edifici obsoleti. Quindi, mentre avverrà la demolizione-ricostruzione di un edificio, gli inquilini verranno trasferiti in un altro palazzo dello stesso quartiere, «evitando uno sradicamento dai luoghi conosciuti, senza che nessuno sia costretto a cambiare scuola, strutture sanitarie o commerciali, mantenendo così la rete sociale», spiega Casti. Il processo è a cascata: una volta avviato il primo intervento, seguirebbero gli altri, come «un domino edilizio».
E la priorità è quella di non cambiare quartiere, per non creare uno sradicamento delle persone, ma rispettare l’affezione ai luoghi. 
 
Guarda l’intervento della Prof. Castihttps://www.youtube.com/watch?v=da6QAHhIh3M
 
Il COMMENTO 
Questo studio evidenzia che le costruzioni possono e devono continuare ad avere un ruolo nello sviluppo del Paese. Per anni si è costruito male, perché è mancato soprattutto un coordinamento dall’alto, una carenza dolosa causata dalla fame dei comuni di acquisire oneri di urbanizzazione e altri oboli, dimenticandosi di fare quello che era prioritario fare: pianificare il futuro delle città.
La crisi ha poi accentuato questo errore enorme e diffuso. Con la crisi si sono moltiplicate le aree dismesse e con la crisi si è accumulato un patrimonio immobiliare invenduto. Invenduto perché troppo costoso da comprare e da mantenere.
È cambiato il paradigma delle costruzioni e la rivoluzione digitale ha cambiato il paradigma sociale.
Dobbiamo RIFARE le città, non riqualificarle.
RIFO ci indica la strada maestra, ma per percorrerla occorre che diventi soprattutto patrimonio della politica. Occorre affiancare ai micro-incentivi una normativa di supporto a questi macro interventi. Una normativa che consideri il ruolo delle ESCo, che cambi le regole delle decisioni condominiali, che coinvolga un grande piano per il rinnovamento dell’housing sociale.
RIFO parte quindi dalle nostre teste.