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Rifiuti speciali in calo (-2.1%): solo il settore edilizio ne produce più di 80 tonnellate (il 50%)

Nel 2022, la crisi energetica e il conflitto in Ucraina hanno ridotto del 2,1% la produzione di rifiuti speciali in Italia, che ammontano a 161,4 milioni di tonnellate. Il settore delle costruzioni è il principale contributore, mentre il recupero di materia rappresenta il 72,2% della gestione totale dei rifiuti.

Nel 2022 prodotti 161.4 mln di tonnellate di rifiuti speciali, la maggior parte nel Nord Italia

Nel 2022, l'economia italiana ha risentito negativamente del conflitto in Ucraina e della crisi energetica, portando a una riduzione significativa nella produzione di rifiuti speciali. Secondo il ventitreesimo Rapporto Rifiuti Speciali, le attività industriali, commerciali, artigianali e di servizi, nonché quelle di trattamento dei rifiuti e risanamento ambientale, hanno generato complessivamente 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, segnando una diminuzione del 2,1% rispetto all'anno precedente.

Il settore delle costruzioni e demolizioni ha contribuito maggiormente alla produzione di rifiuti speciali, con quasi 80,8 milioni di tonnellate, pari al 50% del totale. La produzione di rifiuti non pericolosi, che costituiscono il 93,8% del totale, è calata di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%), mentre i rifiuti pericolosi sono diminuiti di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%). In termini assoluti, i rifiuti non pericolosi ammontano a 151,4 milioni di tonnellate e quelli pericolosi a quasi 10 milioni di tonnellate.

(Crediti: Report Rifiuti speciali ISPRA)

 

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Il settore manifatturiero è il principale produttore di rifiuti pericolosi, con il 37,3% del totale, equivalente a 3,7 milioni di tonnellate. La distribuzione geografica mostra che il Nord Italia è la regione con la maggiore produzione di rifiuti speciali, con quasi 92,7 milioni di tonnellate. La Lombardia è la regione più produttiva con 35,3 milioni di tonnellate. Nel Centro Italia, il Lazio guida con 11,2 milioni di tonnellate su un totale di 28,1 milioni, mentre nel Sud la produzione è di 40,6 milioni di tonnellate.

La gestione dei rifiuti speciali in Italia privilegia il recupero di materia, che rappresenta il 72,2% (127,6 milioni di tonnellate) del totale, mentre le operazioni di smaltimento rappresentano il 14,9%. Lo smaltimento in discarica interessa circa 8,9 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 5% del totale gestito.

Il rapporto evidenzia anche le criticità nella gestione di flussi di rifiuti particolari. La quantità di rifiuti contenenti amianto è diminuita del 28,3% rispetto al 2021, attestandosi a 243 mila tonnellate. Il reimpiego e il riciclaggio dei veicoli fuori uso raggiungono l'86%, mentre le tonnellate di pneumatici fuori uso gestite sono circa 520. I fanghi di depurazione delle acque reflue urbane mostrano una riduzione di oltre 40 mila tonnellate rispetto all'anno precedente. Inoltre, il 79,8% dei rifiuti da costruzione e demolizione è stato riciclato, e i rifiuti sanitari pericolosi hanno subito un decremento superiore al 3%.

(Crediti: Report Rifiuti speciali ISPRA)

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