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Riduzione emissioni mezzi pesanti: necessario piano di sviluppo statale per progettare i prossimi 30 anni del settore trasporti

In questa intervista rilasciata al nostro Editore e Direttore Andrea Dari, Angelo Piolanti (Piolanti Srl) riguardo il nuovo regolamento sulla riduzione di emissione dei mezzi pesanti, afferma che "l'industria dei trasporti è pronta a rispettare il piano europeo per ridurre le emissioni di CO2 dei mezzi pesanti, con tecnologie già disponibili come l'eActros elettrico. Tuttavia, la transizione richiede supporto statale per sviluppare infrastrutture, incentivare l'acquisto di nuovi veicoli e affrontare le sfide specifiche di settori come le costruzioni".

CO2: i mezzi pesanti sono responsabili del 6% delle emissioni

Andrea Dari
A livello europeo è stato fatto un piano per l'abbattimento della C02 per i mezzi pesanti. Si tratta di un piano con tempistiche ben precise, di cui alcune relativamente vicine. L'industria dei trasporti è pronta per rispondere a queste scadenze?

Angelo Piolanti:

I veicoli pesanti rappresentano solo il 6% delle emissioni UE globali a effetto serra. È quindi un cambiamento che in termini numerici può avere un impatto meno determinante di quanto si possa pensare, ma ognuno deve fare la sua parte: e per quella che è la nostra esperienza, i nostri brand sono già pronti. Basti pensare che è stato già presentato al transpotec l’eActros che percorre con una ricarica 550km.
Al di la delle considerazioni “politiche”, credo vadano considerati 3 elementi per raggiungere questo risultato:

  1. la tecnologia e la reale capacità produttiva dei brand del settore automotive;
  2. le infrastrutture;
  3. le politiche sul trasporto, fatte di normative ed eventuali incentivi;

Di questo mix, le case produttrici sono pronte. Non solo a parole. Parliamo proprio di veicoli in grado di circolare, di essere prodotti e venduti già oggi ad emissioni zero. Un esempio concreto: proprio recentemente, in occasione di un evento aziendale, abbiamo fatto guidare per la prima volta ai nostri clienti un camion 100% elettrico sulla rete viaria cittadina, completo di semirimorchio, per tutto il giorno.

Siamo stati i primi in Italia a mettere su strada il truck 100% elettrico eActros “targato” Mercedes-Benz con test-drive dedicato in cui sono i clienti a guidare, ma vedrete che ne seguiranno presto molti altri. L’industria non solo è pronta, è anche la prima ad aver fatto propria questa rivoluzione: basti pensare alla comunicazione commerciale nel settore automotive. Anche se l’elettrico è tutt’ora una fetta di mercato minore rispetto all’endotermico, le pubblicità delle case automobilistiche sono tutte orientate su questo. Le “Case Madri” ci credono, e stanno orientando concretamente i propri investimenti verso questa direzione.

 

(Crediti: Piolanti)

 

Andrea Dari:
Per il settore costruzioni vi sono dei mezzi, come ad esempio le betoniere, che devono muoversi in cantiere, con a disposizione degli spazi molto limitati. Sarà più facile o più difficile rientrare nei parametri richiesti dal Consiglio Europeo?

Angelo Piolanti:

Per le imprese sarà più difficile. La normativa dovrebbe tenere conto in maniera più specifica dei veicoli allestiti per il calcestruzzo come betoniere, pompe etc., che oltretutto sono mezzi che macinano molti meno chilometri rispetto ai truck stradali. E comunque, anche in questo caso, la tecnologia esiste già: CIFA ad esempio, ha già realizzato tutti i suoi allestimenti in versione elettrica: betoniere, pompe e betonpompe.

A proposito: la stessa CIFA inventò la “betonpompa”, che concentrò in un unico mezzo entrambi gli allestimenti, proprio perché i lavori nei centri storici dell’Italia, fatti di strade piccole e strette, richiedevano meno ingombro da parte dei mezzi. Quando purtroppo ci sono stati terremoti che hanno provocato danni gravissimi, sono stati uno strumento importante.

 

Andrea Dari:
Quale ruolo dovrebbe svolgere lo Stato? Dovrebbe rivolgersi a tutto il patrimonio dei mezzi di trasporto o solo ai più vecchi? E in che modo potrebbe aiutare a rinnovare il parco dei trasporti?

Angelo Piolanti:

Per riallacciarsi al discorso iniziale, quello dei “3 elementi” necessari al cambiamento, è arrivato il momento che lo Stato sia più incisivo nel sostenere questa transizione, se davvero si vuole essere concreti. Serve una politica con i piedi per terra, in grado di pensare ad un piano di sviluppo sostenibile e di progettare i prossimi 30 anni della mobilità, non solo i prossimi 3 mesi. Perché in base a questo, si riuscirà anche a capire di cosa c’è bisogno per rendere questo cambiamento “sostenibile”.

Anche dal punto di vista economico: in Italia il potere di acquisto si abbassa, e se parliamo di lavoro, e non di veicoli per lo spostamento nel tempo libero, vanno messe le imprese nelle condizioni di poter affrontare l’investimento, e renderlo economicamente sensato nel tempo. Penso agli incentivi, penso ai costi dell’energia, penso alla semplificazione burocratica.

Il settore pubblico inoltre, in questo caso a braccetto con le aziende private del settore energetico, deve anche puntare al miglioramento delle infrastrutture. Se pensiamo all’elettrico, che in questo momento è la tecnologia “green” che più si sta diffondendo, la rete dei punti di ricarica è assolutamente inadeguata.

Attraverso questi passaggi, sia pur graduali, ci sarà la possibilità di un vero cambiamento. Altrimenti si rischia di non riuscire a sostenere e realizzare questa rivoluzione tecnologica e ambientale.

 

Andrea Dari
Per quanto riguarda la manutenzione, quali costi avrà questa direttiva?

Angelo Piolanti:

I veri costi sono nella fase di ricambio del parco macchine. Ma con i veicoli elettrici ad esempio, i costi di manutenzione si abbassano considerevolmente. Per i proprietari dei veicoli, diventerà una pratica più facile e meno costosa da gestire. Chiaro che poi la partita si sposta tutta sulle batterie, ma li gli investimenti di Ricerca e Sviluppo in questo settore stanno facendo passi da gigante nel campo tecnologico: anzi, è proprio su questo aspetto che continueranno ad essere raggiunti traguardi sempre più avveniristici.

 

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