Riciclo, Riuso, VOC: la sostenibilità nei cicli produttivi e applicativi dei sistemi resinosi e vernicianti
L’economia lineare dell’usa e getta ha gravi impatti ambientali: discariche sature, inquinamento e spreco di risorse. Il riciclo e il riuso sono essenziali per ridurre rifiuti ed emissioni. Il settore dei prodotti resinosi e vernicianti deve investire in imballaggi ecosostenibili per ridurre l’impatto ambientale. Alcune riflessioni sul tema.
I danni dell’economia lineare
L’usa e getta, il monouso, importante pratica nell’ambito ospedaliero, negli ambulatori, per garantire igiene e sterilizzazione dei materiali utilizzati, è sfociato in ciò che è definita “economia lineare” con la quale gran parte degli oggetti quotidianamente utilizzati, dopo una breve vita, vengono buttati, nel migliore dei casi, in discarica.
Questa pratica del produci, consuma, getta ha prodotto gravi effetti negativi per l’ambiente, saturando discariche sempre meno reperibili ed inquinando terreni, mari, falde acquifere.
Il riciclo e il riuso limitano lo smaltimento evitando che gran parte dei rifiuti finisca in discarica e migliorano la sostenibilità dei cicli di produzione e utilizzazione dei materiali. Si riduce il consumo di materie prime, l’utilizzo di energia e l’emissione di gas serra associati. Il riciclo, il riuso non eliminano le discariche, gli inceneritori, ma ne limitano l’utilizzo con grande vantaggio per l’ambiente e per la sostenibilità energetica.
Intervenire subito! è il monito che a gran voce scienziati e ricercatori, a livello mondiale, rivolgono alle Nazioni del mondo ed ai singoli individui affinché si adottino tutti i necessari interventi sull’utilizzo di energie rinnovabili, sulla riduzione delle emissioni di gas serra e di sostanze volatili inquinanti (VOC), su come migliorare la gestione dei rifiuti, ponendo particolare attenzione alla loro riduzione, al loro recupero, affinché possano essere sempre più riciclati o riusati.
Tutto questo mi riporta alla mente le parole di mia nonna: “no! non buttarlo può servire per…”, è un ritorno indietro nel tempo, quando il consumismo non aveva ancora imposto “l’usa e getta” ma vigeva ancora la sana pratica di pensare come riutilizzare o riparare ciò che risultava inutilizzabile o guasto, prima di decidere lo smaltimento.
È da tempo divenuto vitale puntare sul riciclo degli scarti di lavorazione, sia per fini ambientali, sia per gli effetti collaterali molto positivi, legati al miglioramento della qualità della vita presente e futura sia per la creazione di nuova occupazione.
I rifiuti generati nel ciclo applicativo dei prodotti vernicianti
In che modo il mercato delle vernici può contribuire a migliorare la sostenibilità ambientale?
L’impiego di prodotti sintetici nell’industria edile civile e industriale e nell’industria navale comporta la formazione di rifiuti classificabili “speciali”. Si tratta principalmente di recipienti vuoti (secchi metallici, latte in plastica), sporchi di residui di vernice, che necessariamente devono essere smaltiti.
L’attenzione, quindi, va rivolta verso la tipologia del confezionamento dei prodotti. Purtroppo, gli imballi utilizzati, comportando l’impossibilità di avere, a fine utilizzazione dei prodotti in essi contenuti, recipienti puliti, senza residui, hanno come unica destinazione lo smaltimento.
I prodotti resinosi e le vernici vengono venduti in latte metalliche o in plastica. Spesso parte di questi prodotti, ad esempio resine epossidiche o poliuretaniche, sono bicomponenti, cioè, costituiti da due prodotti da miscelare prima dell’uso. Un unico prodotto genera due contenitori vuoti “sporchi”, che, se fossero risultati perfettamente puliti, avrebbero potuto essere differenziati nella plastica o nei metalli ed essere riciclati per produrre, ad esempio, nuovi imballi.
I contenitori in plastica riciclata
Da quanto detto il confezionamento dei prodotti in resina o di vernici contribuisce ad incrementare la produzione di rifiuti non riciclabili, creando non pochi problemi all’ambiente. Il non riciclabile o il non riuso, non consente la conservazione delle risorse naturali, dovendo necessariamente far ricorso al consumo di materie prime per la produzione di nuovi imballi, aggravando lo spreco energetico e l’emissione di gas serra.
I contenitori di vernici, realizzati in plastica riciclata, frutto della raccolta differenziata della plastica derivata da rifiuti domestici e commerciali, possono contribuire a ridurre l’accumulo di plastica nell’ambiente, sempre più inquinato da questo materiale.
Uno studio Ocse del 2022, che ha analizzato il periodo 1950-2015, ha stimato che solo il 9% dei rifiuti in plastica sono stati riciclati, il 19% sono stati inceneriti, mentre il 50% sono finiti in discarica, il restante 22% è stato abbandonato in discariche illegali, bruciato a cielo aperto o gettato nell’ambiente, provocando danni alla fauna selvatica in gran parte organismi marini.
Le tecnologie di produzione di contenitori in plastica riciclata, partendo da rifiuti differenziati della plastica, sono in grado di produrre recipienti con standard qualitativi paragonabili a quelli in plastica vergine. L’uso di secchi in plastica riciclata, nel caso di idropitture, consente, anche, un possibile riciclo dei contenitori stessi. Per tutte le altre tipologie di prodotti (resine, vernici) e in parte le stesse idropitture, quando non è possibile riciclare gli imballi, i contenitori in plastica riciclata contribuiscono a limitare il consumo di materie prime, di energia di emissioni volatili.
Le aziende applicatrici, i maggiori fruitori di tali prodotti resinosi o vernici, ma anche ogni singolo individuo, quando agisce col “fai da te”, dovrebbero, quanto più possibile, indirizzare i loro acquisti verso prodotti ed imballi sostenibili, nel rispetto delle politiche di sostenibilità e impegno verso l’ambiente, stimolando una svolta virtuosa, da parte delle aziende produttrici, che sia più attenta alle esigenze ambientali.
Confezionamenti ecosostenibili dei prodotti resinosi o vernici
Come già evidenziato l’elemento critico degli attuali confezionamenti dei prodotti resinosi o delle vernici in genere, è legato al fatto che gli stessi, dopo l’impiego, risultano inevitabilmente sporchi con residui di vernice e quindi non riutilizzabili. La soluzione dell’uso di contenitori in plastica riciclata, come visto, consente di ridurre la produzione di materie prime, energia, emissioni ma non implica che dopo l’uso essi risultino puliti.
Quindi, anche se la scelta dei contenitori in plastica riciclata rappresenta un buon passo verso la sostenibilità, bisogna fare di più.
L’obiettivo comune per aziende produttrici e applicatrici dei prodotti vernicianti deve essere quello di evitare, o comunque limitare il più possibile, lo smaltimento e sostenere il riciclo o il riuso.
Già da qualche tempo alcune aziende produttrici di vernici stanno adottando, con successo, l’uso di latte in banda stagnata con all’interno buste in polietilene ad alta densità. Questa tipologia di imballi evita, vista la resistenza dell’involucro e la sua perfetta aderenza sul fondo della latta e sulle pareti della stessa, che i contenitori metallici non si sporchino, e quindi dopo il travaso del prodotto, unico residuo da smaltire è la busta in polietilene. La latta pulita potrà essere riutilizzata o riciclata. Si riducono i rifiuti, si contribuisce a rendere ecosostenibile il processo produttivo ed applicativo dei sistemi resinosi e delle vernici in genere.
È fondamentale la collaborazione tra aziende produttrici degli imballi e aziende produttrici dei prodotti resinosi o vernici, affinché la ricerca verso imballi sempre più ecosostenibili, possa portare a prodotti in grado di garantire standard qualitativi sempre più alti, migliorando la resistenza, la compatibilità con i prodotti da contenere, il loro trasporto e lo stoccaggio, rendendoli sempre più economicamente competitivi con gli attuali imballi.
I composti organici volatili VOC (o COV)
Queste sostanze, per la loro caratteristica di evaporare a temperatura ambiente, sono una fonte rilevante di inquinamento dell’aria interna ed esterna ai locali ove si sviluppano le emissioni. L’alterazione della qualità dell’aria interna ai locali di lavoro può generare gravi problematiche per la salute, specialmente quando l’entità della concentrazione risulta alta e la permanenza degli operatori prolungata.
La qualità e quindi la salubrità dell’aria, per garantire benessere alle persone che lavorano o vivono in ambienti chiusi, va attentamente monitorata.
Diventa importante ridurre al minimo o, meglio, eliminare la presenza di tali sostanze nei prodotti.
Non è da trascurare anche l’impatto negativo che tali emissioni hanno sull’ambiente compromettendo non solo la qualità dell’aria ma modificando, anche, l’equilibrio biologico.
L’aria che respiriamo è fortemente inquinata dalle emissioni di sostanze volatili. Si consideri che normalmente vengono rilasciate nell’aria dagli uomini, dagli animali, dalla natura stessa, sostanze volatili “inquinanti” (metano, idrogeno, idrocarburi incombusti, CO2, ecc.) attraverso il respiro, il flato, la combustione, l’uso quotidiano di prodotti per la cura del corpo, per la pulizia della casa. A tutto questo si aggiungono le sostanze volatili (solventi, formaldeide ecc.) provenienti dalla produzione di vernici, smalti, colle e dall’uso degli stessi. Inoltre, è stato verificato che il particolato PM1, le particelle derivate dalla combustione di combustibili organici, è in grado di trasportare metalli pesanti, prodotti chimici e composti organici volatili sulla sua superficie, e ciò è causa di danni ancora maggiori quando inalato.
Il vero cambiamento si avrà quando tutti: produttori, operatori e singoli individui, spinti da una acquisita consapevolezza dell’importanza del “vivere green”, per salvare sé stessi, i loro figli i loro nipoti, l’ambiente, la fauna, orientino i loro acquisti verso prodotti, imballi, sempre meno inquinanti, coscienti che l’uso di tali prodotti è ormai, da tempo, in rotta di collisione con la sostenibilità ambientale, la salubrità dell’aria, l’equilibrio biologico,

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