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Revisione NTC 2018 e Linee Guida sui ponti: cosa cambierà?

La revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) 2018 si preannuncia ricca di elementi innovativi.

Il nuovo testo, a cui sta lavorando un'apposita Commissione presieduta dall'Ing. Massimo Sessa, terrà conto anche di quanto  stabilito dalle Linee Guida sui Ponti, approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici la scorsa primavera e adottate con Decreto Ministeriale dal MIT a fine 2020.

Come anticipato dal professore Franco Braga, tra i coordinatori della Commissione, il capitolo 8 delle attuali NTC, che è dedicato alle "Costruzioni esistenti", molto probabilmente potrebbe comprendere anche le infrastrutture, mentre il capitolo 5 che oggi è riservato ai "Ponti", potrebbe essere arricchito con indicazioni relative al decorso del degrado e al ridursi del livello di sicurezza con il trascorrere del tempo.

 

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Linee Guida Ponti e Norme Tecniche per le Costruzioni: le modifiche previste

Il Capitolo 5 delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 è dedicato ai “Ponti” stradali e ferroviari e ai loro criteri di progettazione. Alla luce dell’adozione delle Linee Guida sui ponti con l’emanazione del DM 578 del 17 dicembre scorso, sono previste modifiche al testo delle NTC 2018 oggetto di prossima revisione?

«Il separare il nuovo dall’esistente, anche fisicamente, con capitoli separati, potrebbe essere messo in discussione, nell’ottica di riunificare i due ambiti in un’unica trattazione; ci sarebbero infatti ragioni per unificare nuovo ed esistente in vista di una concezione più prestazionale della normativa. Tuttavia un tale cambiamento potrebbe disorientare la classe tecnica che ormai è abituata a questa separazione. Diversamente, si potrebbe integrare il capitolo 8, che oggi è dedicato sostanzialmente agli edifici, inserendo in esso le infrastrutture esistenti. Sarebbe comunque un’operazione non banale. In pratica, se si decidesse di mantenere la distinzione tra il nuovo e l’esistente, rimarrebbe il capitolo 5 per le infrastrutture nuove e il capitolo 8 sarebbe dedicato a infrastrutture ed edifici esistenti. Probabilmente, dunque, si manterrà la separazione dei due ambiti per evitare la scomparsa di riferimenti a cui i tecnici sono ormai abituati. In tal caso il Capitolo 5 potrebbe essere arricchito con indicazioni relative al decorso del degrado e al ridursi del livello di sicurezza con il trascorrere del tempo».

 

NTC e il concetto di affidabilità delle opere 

Le Linee Guida sui ponti entrano molto nel dettaglio per quello che riguarda il monitoraggio, la valutazione della sicurezza e il tipo di ispezioni da fare per controllare le infrastrutture. Questo inciderà sui contenuti delle nuove NTC?

«Le Linee Guida affiancano esplicitamente il concetto di rischio al concetto di sicurezza; al riguardo, sarebbe bene sostituire il termine sicurezza, con il termine affidabilità. In altri termini, quando una costruzione è ritenuta sicura? Quando il suo livello di affidabilità supera un valore minimo prefissato che, comunque, è un valore convenzionale. L’idea che la sicurezza sia certezza, come è avvenuto finora, deve definitivamente tramontare. La sicurezza non è certezza, è l’acquisizione di un livello di affidabilità ritenuto accettabile ma, essendo tale, comunque la probabilità che venga violato non è nulla. È una probabilità piccola, prefissata, ma comunque esistente e quindi non è detto che una struttura «sicura» non possa danneggiarsi o crollare, può succedere con una probabilità estremamente contenuta ma comunque maggiore di zero. Ecco l’affidabilità».

E l’affidabilità sarà identificata con un valore?

«Certo, già oggi lo è. Il punto è che questi concetti sono presenti nelle Norme ma non sono enunciati con la chiarezza necessaria. L’obiettivo è esplicitarli in modo ancor più evidente, anche per facilitare i rapporti tra la classe professionale e la magistratura perché oggi, per una non corretta interpretazione del concetto di sicurezza, i progettisti corrono grossi rischi. Invece, laddove la normativa fosse scritta con questa evidenza e si affermasse, in modo preciso e chiaro, che la sicurezza non è certezza e che quindi la probabilità che un evento calamitoso danneggi una struttura sicura non è nulla, si potrebbero ridurre i problemi che la classe professionale incontra, quasi ogni giorno, nei tribunali».

Sempre al Capitolo 8, la normativa impone la verifica di sicurezza in presenza di alcune condizioni, però non richiede una verifica delle strutture esistenti in caso di revisioni della normativa o delle zonazioni avvenute nel tempo. Sono previsti correttivi?

«In questo caso e sempre nell’ottica del rischio, sono previsti correttivi. In altri termini, un concetto che deve transitare in maniera istituzionale nella Norma e che deve essere chiarito meglio, è quello che riguarda i livelli di sicurezza richiesti a un’opera nuova. Nella fase iniziale di vita a una struttura vengono richiesti livelli di sicurezza ben più alti di quelli minimi accettabili. Infatti una costruzione raggiungerà i livelli di sicurezza minimi accettabili al termine del suo ciclo vitale, quando la sua vita nominale sarà trascorsa e quando si avvicinerà un ciclo di manutenzione straordinaria. In quel momento, per l’invecchiamento, per il degrado, per l’anzianità, avrà esaurito quel patrimonio di sicurezza in più che aveva all’origine. Quindi il valore di sicurezza richiesto a strutture esistenti cha abbiano già in parte speso la propria vita utile, è necessariamente minore di quello preteso da una struttura nuova, semplicemente perché a una nuova opera si chiede un sovrappiù di resistenza, avendo chiaro che sarà speso nel corso della sua vita nominale arrivando al termine di tale vita con una sicurezza minima richiesta accettabile». 


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In sintesi le maggiori novità per quanto riguarda il tema NTC e ponti quali saranno?

«Sì avrà un capitolo 8 che comprenderà anche le infrastrutture e quindi sarà aperto ai problemi peculiari che le caratterizzano, quale il tema della transitabilità, che non interessa, ad esempio, gli edifici. È evidente che l’infrastruttura fornisce un’articolazione di possibili soluzioni ai problemi più ampia rispetto all’edificio e ciò deve essere chiaramente raccontato. Sarà una normativa innovativa, almeno per l’Italia; al riguardo basta pensare alla convivenza tra rischio e sicurezza, già oggi presente, ma che verrà molto meglio articolata. Per concludere, se volessimo fare una similitudine, l’intento è produrre Norme che vedano la vita delle strutture come un film, una storia che parte dall’inaugurazione e si conclude con il ciclo di manutenzione straordinaria, norme che producano non solo la foto del giorno dell’inaugurazione, un istante presto dimenticato o offuscato, bensì guidino l’intero ciclo di vita della struttura, seguendo e controllando le inevitabili modifiche».

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