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RETROFIT dei PAVIMENTI: intervista alle ASSOCIAZIONI

ASSIMP Italia, CONFINDUSTRIA CERAMICA, CONPAVIPER, Q-RAD e SITEB lasciano il loro punto di vista sull’argomento

RETROFIT dei PAVIMENTI: ASSIMP Italia, CONFINDUSTRIA CERAMICA, CONPAVIPER, Q-RAD e SITEB lasciano il loro punto di vista sull’argomento, rispondendo alle due seguenti domande:

1 - L’edilizia di oggi è soprattutto ristrutturazione. In che modo il settore delle impermeabilizzazioni, da voi rappresentato, opera in questo ambito?

2 - Che supporto l’associazione può dare alle aziende, vostre associate, che si occupano di retrofit?

Il Presidente di ASSIMP Italia, Giovanni GRONDONA VIOLA:

1. Il ripristino di vecchi sistemi impermeabili rappresenta un’importante quota di mercato per le imprese di impermeabilizzazione ed è nella maggior parte dei casi un intervento ben più complesso della realizzazione di un’impermeabilizzazione ex-novo.
Questo è dovuto dal fatto che nella quasi totalità dei casi in cui le imprese specializzate vengono chiamate per rimediare a problemi d’infiltrazione, si trovano ad operare in situazioni non ideali, in quanto le vecchie impermeabilizzazioni soffrono di importanti carenze, sia dal punto di vista progettuale che realizzativo, dovute ad una mancanza di regole certe che per anni ha contraddistinto il nostro comparto.
Inoltre, la possibilità di accedere a detrazioni fiscali su interventi atti a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, ha negli ultimi anni aggiunto complessità ai “pacchetti” d’impermeabilizzazione, con l’inserimento di strati isolanti e impianti fotovoltaici, prima quasi del tutto assenti, che portano un’ulteriore sfida progettuale e realizzativa in situazioni di partenza tutt’altro che ottimali.
Anche la bio-edilizia ha iniziato ad affacciarsi nel mondo delle impermeabilizzazioni, con tetti verdi e colture idroponiche sempre più frequenti nelle ristrutturazioni, portando con sé lavorazioni e criticità completamente nuove.

2. ASSIMP Italia dalla sua nascita ha sempre cercato di innescare un confronto ed una collaborazione proficua e propositiva tra i produttori di materiali impermeabilizzanti e le imprese d’impermeabilizzazione. Da questo continuo scambio di esperienze sono nati nuovi prodotti studiati per risolvere i vari problemi che le imprese si trovano ad affrontare quotidianamente, specialmente in caso di interventi sull’esistente. Un esempio di prodotto nato da questo confronto sono le guaine bianche e le pitture riflettenti, nate per ridurre le temperature superficiali delle guaine e per risolvere il problema lamentato da molte imprese relativo all’eccessivo degrado delle guaine bituminose dovuto dall’esposizione al sole.
Oltre a quanto sopra, l’Associazione si è mossa con forza sul settore della formazione e della qualificazione, con corsi rivolti sia a chi i sistemi impermeabili li realizza sia a chi li progetta. Questi corsi nascono dall’esperienza decennale delle ditte associate, riassumendone e selezionandone le metodologie di posa migliori per ogni situazione, nonché le scelte progettuali che si sono rivelate negli anni più funzionali e affidabili.
Dall’unione dell’interscambio produttore / utilizzatore e dell’azione formativa, riteniamo che i nostri associati possano non solo godere di migliori prodotti e capitolati tecnici, ma contribuire essi stessi a migliorarli e perfezionarli sempre di più, per una qualificazione del comparto che non può che portare vantaggi a tutti i suoi principali attori, nonché agli utilizzatori finali.

Il Presidente di CONFINDUSTRIA CERAMICA, Vittorio BORELLI:

1. “L’operatività nel settore della ristrutturazione, realizzata da parte delle aziende ceramiche italiane, è di tipo completo e con un orizzonte a 360 gradi. Grazie ad una gamma di prodotti pressoché unica in termini di ampiezza e declinazioni, la ceramica italiana è in grado di collocare propri prodotti in tutti i contesti, siano questi residenziali o commerciali, di proprietà privata o pubblica, in Italia come anche all’estero. La centralità del distributore rappresenta il primario e principale canale per rispondere a questa esigenza, perché la sua attività di consulenza è essenziale”.

2. “Fermo restando che il rapporto commerciale è una prerogativa diretta tra il mondo della produzione ed il distributore ed il mercato, Confindustria Ceramica ha messo a punto tutta una serie di supporti di marketing utili per agevolare il retrofit – ristrutturazione. Mi riferisco al manuale per il consumatore Ceramica Amica che, tradotto in sei lingue, rappresenta un agile e veloce vademecum per aiutarlo nella conoscenza della ceramica, nelle possibili destinazioni d’uso nella propria abitazione, nelle azioni per fare una corretta manutenzione e pulizia.
Anche il sito web www.laceramicaitaliana.it rappresenta un valido strumento in tal senso, dove le Gallerie Prodotti e Progetti possono fornire utili indicazioni e suggerimenti nella scelta. In senso generale, l’Associazione punta a fare una corretta informazione sulle tante potenziali della piastrella di ceramica italiana”.

Il Vicepresidente CONPAVIPER – delega massetti, Luigi SCHIAVO e il Vicepresidente CONPAVIPER – delega rivestimenti in resina, Fabrizio Penati

1. Penati: anche in ambito industriale il tema del retrofit dei pavimenti è estremamente attuale. Il pavimento è la superficie su cui si svolgono di fatto tutte le operazioni all’interno dell’attività produttiva di un’azienda: movimentazione, stoccaggio, produzione… una pavimentazione non adeguata crea solo problemi, e non sto parlando solo di fessure o distacchi, ma anche di polvere, pulizia, staticità. In un’azienda che opera nell’alimentare dalla pavimentazione possono dipendere tanti problemi o tante efficienze. Oggi è possibile intervenire in modo molto efficace per ripristinare in tempi limitati pavimentazioni anche molto datate, ottenendo delle prestazioni che un tempo non era possibile prevedere: per esempio in termini di pulibilità, rilascio di solventi, scivolosità, resistenza agli urti, elettrostaticità, colore (e non solo per un effetto estetico, ma anche per la delimitazione degli spazi ai fini della sicurezza), resistenza all’usura.
Schiavo: il pavimento è in una casa una superficie di importanza fondamentale: scambio termico, pulizia, aspetto estetico, sicurezza… è la parte più sollecitata ogni giorno, è dove si sdraiano i bambini, dove portiamo lo sporco delle strade. E di recente è diventata anche la superficie da cui è possibile riscaldare la casa. Purtroppo però la maggior parte degli edifici del nostro Paese è stato costruito prima delle recenti innovazioni tecniche e spesso anche con qualità scadenti. Oggi però, grazie all’evoluzione tecnica è possibile intervenire, praticamente in ogni situazione, sia per edifici storici che più recenti, che per immobili di piccola dimensione che per grandi situazioni, e non solo residenziali. Ed è possibile intervenire anche sulla parte forse più importante di un pavimento: il massetto di supporto. Perché solo con interventi di questo tipo è possibile raggiungere veramente prestazioni ottimali, migliorare il confort ed anche inserire sistemi radianti di riscaldamento. E tutto questo con il supporto degli incentivi.

2. Penati: un RETROFIT corretto richiede almeno due cose: scelta delle soluzioni corrette e coinvolgimento di una figura professionalmente preparata. E su questo che l’associazione deve lavorare. Riuscire a far capire al mercato che la posa di una resina richiede preparazione ed esperienza: per valutare lo stato del supporto, le operazioni da svolgere per il suo adeguamento, per la scelta e la posa del sistema… CONPAVIPER ha appena pubblicato delle Linee Guida e sta per uscire con un nuovo sito dove verranno messe in evidenza le professionalità delle aziende: due passi importanti per la riqualificazione del mercato.
Schiavo: non esiste un retrofit di un pavimento uguale all’altro. Le diverse soluzioni costruttive, le diverse età dei solai, le diverse esigenze fanno sì che in un progetto corretto di ristrutturazione di un pavimento sia di fondamentale importanza la qualità dell’intervento umano, e quindi l’esperienza e la professionalità della società incaricata dell’intervento. Improvvisazione e impreparazione portano a risultati scadenti che poi l’inquilino dell’immobile sconterà per gli anni successivi in modo inesorabile. Il ruolo di CONPAVIPER in questo ambito è di fondamentale importanza. Ricordo che l’Associazione ha predisposto il primo Codice di Buona Pratica in Italia sull’argomento e sta per pubblicare un nuovo sito dove sarà possibile valutare preventivante la qualità delle imprese. Ovviamente questo non è sufficiente e stiamo lavorando anche su altri fronti, come quello dei prezziari delle camere di commercio, perché dietro a un prezzo sbagliato c’è spesso o l’uso di materiali non adatti o una carenza applicativa.


L’Ing. Clara PERETTI, consorzio Q-RAD:

1. Da più di tre anni il Consorzio Q-RAD si occupa di ricerche focalizzate sulle attuali tendenze di mercato. Proprio quest'anno abbiamo realizzato un'ampia ricerca per l'analisi e l'ottimizzazione dei sistemi radianti negli edifici multipiano, tipologia edilizia ampiamente diffusa nelle città italiane. I risultati dell'analisi riguardano non solo la parte di consumi, ma anche le condizioni interne degli occupanti: il sistema radiante riesce infatti a garantire entrami gli aspetti, ovvero ridurre notevolmente i consumi energetici e, parallelamente aumentare il comfort interno. La ricerca inoltre propone diverse strategie di integrazione di impianto per le riqualificazioni; tra queste l'abbinamento con caldaie a condensazione, pompe di calore e ventilazione meccanica controllata. Tra i sistemi di emissione, i sistemi radianti a pavimento risultano ottimi sia in fase estiva che invernale: soluzione molto interessante è rappresentata dal basso spessore, ovvero da sistemi a bassa inerzia che offrono velocità di installazione e temi ridottissimi per la messa a regime.

2. Lo scopo principale del Consorzio Q-RAD è promuovere, valorizzare e sviluppare la cultura del riscaldamento e raffrescamento radiante a bassa differenza di temperatura. Le attività di ricerca e di divulgazione mirano a diffondere e aumentare la cultura del radiante, per le aziende, per i progettisti, gli installatori e gli utenti finali che sempre più si interessano ai temi di efficienza energetica.
Il Consorzio fornisce supporto tecnico per tutti i consorziati, grazie alla collaborazione con l'Università di Padova. Inoltre rappresenta anche un riferimento per le normative del settore, sia di prodotto che di sistema. Conoscere e partecipare attivamente alle attività del Consorzio come la realizzazione di norme tecniche, ricerche e articoli divulgativi è l'unico modo per poter guidare le scelte del mercato dei prossimi anni.

Il Direttore di SITEB, Stefano RAVAIOLI:

1. Nel caso delle pavimentazioni stradali la parola "ristrutturazione" non è appropriata e va sostituita con "manutenzione". La manutenzione stradale è infatti prioritaria nel nostro paese ove da tempo non si realizzano più nuove opere di viabilità. L'apertura della Bre.Be.Mi (3 mesi fa) e del Passante di Maestre (qualche anno fa) sono in ordine cronologico le ultime grandi opere stradali realizzate nel Paese. Anche se il Presidente del Consiglio solo ieri ha inaugurato la demolizione dell'ultimo diaframma della Variante di Valico, passerà ancora tempo prima che questa venga completata e aperta al pubblico. La manutenzione dell'esistente impegna quindi oltre l'80% di conglomerato bituminoso prodotto annualmente in Italia. Altra cosa importante da sottolineare è che per mantenere in efficienza la rete esistente, servirebbero ogni anno almeno 40 milioni di t. di asfalto; poiché negli ultimi anni la produzione annuale si è pressoché dimezzata, si può dire con assoluta certezza che 1 strada su 2 è a rischio. Del resto le strade sono di proprietà pubblica e pertanto sono soggette al "patto di stabilità" un dispositivo diabolico che impedisce agli Enti pubblici (anche quelli virtuosi) di intervenire laddove c'è n'è bisogno e ciò significa rinviare la manutenzione con il rischio di mandare il malora un patrimonio di strade che ammonta a 5000 miliardi di euro.

2. Il settore "asfalto" è un crogiuolo di nuove tecnologie che vengono sfornate con un ritmo impressionante. Nessun'altro settore delle costruzioni presenta tanta innovazione. Negli ultimi 30 anni sono stati inventati i bitumi modificati con i polimeri, gli asfalti drenati, le pavimentazioni fonoassorbenti, i conglomerati ad elevata aderenza confezionati con la gomma dei pneumatici fuori uso, gli asfalti freddi e quelli a bassa temperatura con emissioni di CO2 irrisorie, quelli fotocatalitici e quelli mangiasmog. Non solo, essendo l'asfalto un materiale 100% riciclabile senza nessun trattamento preventivo (il fresato è già riutilizzabile nel momento in cui viene prodotto) anche la tecnologia delle macchine del riciclaggio del conglomerato (in situ e in stabilimento) ha fatto un salto di qualità incredibile. Oggi la strada in asfalto può essere fatta e rifatta infinite volte su se stessa senza apporto di materiale esterno! Senza importare petrolio e senza distruggere montagne. A fronte di tanta tecnologia fa da controaltare la scarsa preparazione tecnica di gran parte della Committenza. E' qui che si deve intervenire! Le strade sono patrimonio pubblico e gli enti gestori si chiamano: Anas, Regioni, Province e Comuni. Sono questi che possono fare la differenza inserendo nei capitolati tecnici le innovazioni del settore. Esiste la " pavimentazione perpetua" (una strada che dura almeno 50 anni senza manutenzione) e si realizza con tecnologie molto semplici e tutte a base di bitume ma il progettista del Comune non lo sa. Erroneamente si crede che le buche sull'asfalto siano causate dalla pioggia ma il bitume è impermeabile per definizione e una strada realizzata con la giusta percentuale di legante non si trasforma in un campo da golf. La risposta alla sua domanda è quindi assai semplice: per fare strade che durino al lungo basta farle bene utilizzando le buone prassi costruttive e le nuove tecnologie per il riciclaggio e la bassa temperatura al fine di ottimizzare le risorse e salvaguardare l'ambiente. SITEB lavora in questo senso divulgando l'innovazione tecnologica ma anche la buona prassi esecutiva presso gli enti pubblici. L'idea che la strada in calcestruzzo sia più durevole e esente da manutenzione è priva di senso. Oggi sentiamo parlare ovunque e a sproposito di strade e pavimentazioni in calcestruzzo perché l'industria cementiera ne sostiene la propaganda non avendo altro sfogo per collocare il suo legante; viene esaltata la durabilità e la sicurezza in caso d'incendio ma anche le pavimentazioni in calcestruzzo sarebbero piene di buche se non contenessero il giusto quantitativo di cemento e se non si lavorasse secondo una buona prassi operativa. Senza contare la difficoltà di esecuzione del lavoro con la cassaforma, la impossibile manutenzione del manto in cls, la rumorosità eccessiva e la assoluta pericolosità in caso di pioggia! La corretta informazione è ciò che una associazione tecnica deve fare nell'interesse primario della comunità e questa è da sempre la mission del SITEB.