Restauro delle facciate di Palazzo Marino a Milano: metodologia, passaggi tecnici, stato avanzamento lavori
È in corso il restauro delle facciate esterne del Municipio di Milano. Il progetto si propone di preservare e valorizzare uno dei simboli della città attraverso interventi di pulitura e risanamento conservativo. In questo articolo un inquadramento generale sul progetto e un aggiornamento sullo stato di avanzamento lavori.
Restauro di Palazzo Marino a Milano
Grazie al gruppo Tod's, che ha finanziato il progetto attraverso l’acquisto dei diritti d’immagine, e all’agenzia Jesurum-Leoni Comunicazione di US-The Future is Now srls, sponsor tecnico che si è aggiudicato il bando promosso dal Comune di Milano per la ricerca del partner privato disposto a curare e sostenere gli interventi, è stato possibile avviare il restauro conservativo delle facciate esterne e del cortile d’onore del Municipio di Milano, Palazzo Marino.
Il team tecnico di progettazione e realizzazione dei lavori è coordinato da Dontstop Architettura e comprende lo studio specializzato in restauri di edifici di pregio Andrea Borri Architetti, l’impresa aggiudicataria dei lavori Estia Srl, e Progetto CMR con le funzioni di responsabile dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione.
Lo stato delle facciate prima dell'avvio dei lavori
Prima dell'avvio dei lavori di restauro, le facciate in pietra di Palazzo Marino evidenziavano diversi ammaloramenti a causa dell'inquinamento atmosferico. Lo smog e le polveri sottili avevano reso le superfici opache e sporche, compromettendone anche l'integrità.
Le parti sporgenti dell'edificio, come le decorazioni intorno alle colonne, avevano subito un'evidente erosione. Inoltre, si evidenziava la crescita di vegetazione indesiderata (alghe e muschi) che contribuiva al deterioramento della superficie lapidea, specialmente nelle aree della facciata poco esposte al sole e pertanto umide.
Fenomeni di degrado interessavano anche i giunti di malta tra le pietre di facciata con evidenti fenomeni di infiltrazione d'acqua nelle murature.
I tempi dell’intervento di restauro conservativo
Il progetto di restauro previsto riguarda tutte le facciate del Palazzo, quelle esterne su Piazza della Scala, piazza San Fedele, via Case Rotte e via Marino per una superficie di 5.345 mq, e quelle interne sul Cortile d'Onore, con gli elementi originali risalenti al XVI secolo del portico e del loggiato, per 2.224 mq.
I lavori avranno una durata complessiva di 16 mesi. Da programma si prevede il completamento del restauro della facciata su Piazza della Scala entro Settembre 2024, successivamente il cantiere si sposterà su Via Case Rotte, Piazza San Fedele e infine su via Marino, con una durata dei lavori di 4 mesi per ogni facciata.
Da Aprile 2025 a Settembre 2025, quando saranno ultimati i lavori, saranno restaurate anche le facciate interne del cortile d’onore, garantendo la continuità delle funzioni e del lavoro regolarmente svolti a Palazzo Marino.
Lo stato di avanzamento lavori a fine luglio 2024
Dalle figure allegoriche scolpite sopra le finestre agli intagli sulle cornici, fino alle scene mitologiche incise sul fregio che chiude l’ultimo piano. Sono fra i dettagli sorprendenti della facciata di Palazzo Marino che si stanno rivelando ai restauratori all’opera dallo scorso aprile sullo storico edificio di Piazza della Scala. Finora appannati da smog e depositi di polvere o corrosi dagli agenti atmosferici, stanno gradualmente emergendo sotto l’azione di pennelli e specilli, spatole e nebulizzatori.
Lo hanno raccontato i protagonisti dell'intervento attraverso documenti e fotografie di cantiere nel corso di un evento di divulgazione scientifica promosso dal Comune di Milano con Jesurum Leoni Comunicazione di Us-The Future is Now, che sta realizzando l’opera di restauro.
Una "sbirciatina" sotto i teloni dei ponteggi che nascondono la facciata: una narrazione di metà percorso per illustrare i risultati ottenuti nei primi tre mesi di lavoro e i risvolti sperimentali e innovativi che, terminato il cantiere di piazza Scala il prossimo ottobre, potrebbero trovare applicazione non solo sulle altre facciate dell’edificio ma anche in altri restauri monumentali. >>> Dai un'occhiata alla gallery fotografica a fine articolo...
Nonostante le condizioni metereologiche avverse di questi mesi abbiano reso più complesso il ciclo delle lavorazioni, il restauro della facciata su Piazza della Scala si sta ultimando secondo i programmi iniziali.
Dal “Ceppo del Brembo”, la pietra friabile con cui è stata realizzata alla fine dell’Ottocento, sono stati rimossi sia interventi di stucco precedenti, non compatibili con il materiale originario, sia i segni di ammaloramento, evidenti soprattutto in corrispondenza delle lesene e sulle superfici decorate più esposte.
Si è partiti dalla mappatura dello stato di fatto, realizzata con tecnologie come la videoendoscopia, la termografia e il magnetometro, la scansione delle superfici e le analisi chimiche, per arrivare a riparare le parti erose e i punti in cui il ristagno di acqua aveva causato la formazione di colonie di microrganismi e croste nere.
La ripulitura sta così mettendo in evidenza i motivi decorativi, con figure allegoriche e simboliche, che caratterizzano i timpani scolpiti sopra le finestre, gli elementi ornamentali delle cornici e il fregio che corre lungo la parte superiore dell’edificio, con scene mitologiche incise in modo dettagliato.
Le superfici nella fase finale del restauro saranno interessate da un trattamento protettivo e diventeranno più resistenti agli attacchi del tempo grazie all'applicazione di silice nanometrica e a speciali micro stuccature. Tutte le fasi dell’intervento sono state seguite e concordate con la Soprintendenza tramite sopralluoghi in cantiere e la condivisione delle scelte metodologiche del restauro.
Le diverse fasi dell'intervento di restauro
I lavori più consistenti si concentreranno sui quattro fronti esterni del Palazzo, mentre la corte interna vedrà interventi più lievi grazie a una pulitura e a una manutenzione rispettosa dell'esistente.
In linea con le direttive delle Opere Pubbliche della Lombardia del 2023 e in continuo confronto con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, per tutto il processo di restauro – dalla pulitura iniziale alla stesura della protezione finale – saranno utilizzati prodotti a basso impatto ambientale caratterizzati dalla massima compatibilità con i materiali presenti, ad esempio con il "ceppo gentile del Brembo", tipo di pietra naturale conglomerata proveniente dall’area di Bergamo, che caratterizza le facciate esterne.
Prima di procedere con i lavori, erano state scansionate tutte le superfici esterne per avere una visione completa e precisa delle aree di intervento, mentre l’avvio delle operazioni vere e proprie di restauro è stato preceduto da controlli approfonditi, grazie a tecnologie quali la videoendoscopia, la termografia e il magnetometro per valutare la condizione del manufatto nel dettaglio.
Il processo di restauro è stato articolato in diversi passaggi:
- Si è iniziato con una pulizia approfondita per rimuovere lo sporco accumulato e per rivelare i danni sottostanti;
- Si è passati all’eliminazione della vegetazione indesiderata;
- Si continuerà nel ripristinare le parti danneggiate del Palazzo, compresi i giunti di malta tra le pietre, con nuovi materiali compatibili con quelli originali e, dove necessario, sarà migliorato anche il colore della malta per farla corrispondere alla preesistenza storica.
- Infine, sarà applicata una protezione per conservare le superfici originali.
Il team tecnico responsabile dei lavori di restauro
L’Architetto Michele Brunello, amministratore delegato e co-fondatore di Dontstop Architettura, dichiara: “È un onore poter contribuire alla cura di Milano restaurandone il simbolo cittadino. Lavoreremo non solo per dare nuova luce a uno di patrimoni più simbolici della città, ma anche per coinvolgere la cittadinanza, dai bambini agli anziani, nel conoscere e apprezzare la storia, le vicissitudini, le curiosità del Palazzo oltre agli interventi che andremo a realizzare. Come i recenti report dell’Unesco su Cultural Heritage Innovation raccomandano, l’innovazione “positiva” passa attraverso la cura del proprio patrimonio storico. Il restauro delle facciate di Palazzo Marino e le attività divulgative connesse sono un progetto attraverso il quale Milano può confermarsi modello virtuoso del rapporto tra patrimonio e innovazione.”
Nel curriculum di Dontstop architettura, si evidenziano interventi di pregio sempre in dialogo con il contesto, dagli allestimenti di mostre nei palazzi veneziani ai progetti alla scala urbana che spaziano dall’Italia alla Cina. A Milano risalta la rigenerazione delle ex stamperie del quotidiano “Il Giorno” nell’intervento residenziale “Abitare in Maggiolina”.
Lo studio Andrea Borri Architetti ha negli anni maturato diverse esperienze nel restauro di edifici monumentali e palazzi vincolati: Palazzo Borromeo D’Adda in via Manzoni, la Tenuta Conte Vistarino con la villa storica e la cantina vitivinicola e la riqualificazione del centro storico di Bardolino.
Dichiara Andrea Ludovico Borri: “Il restauro è una disciplina basata sul rispetto e sulla volontà di preservare un bene alla luce del riconoscimento del suo valore. Da milanese, è forte la consapevolezza dell'importanza di Palazzo Marino per la città. Consci del suo valore simbolico, intendiamo custodirlo e valorizzarlo attraverso un intervento di risanamento conservativo. Tutte le attività, in primis quella di direzione dei lavori, saranno oggetto di confronto con la Soprintendenza e con i tecnici incaricati dal Comune, che saranno i custodi finali di tutto il lavoro di ricerca. Gli obiettivi fondamentali sono la salvaguardia della "casa dei Milanesi" e la sua trasmissione alle prossime generazioni: i dati raccolti saranno quindi catalogati, organizzati e resi disponibili, perché sia accessibile a chiunque la conoscenza di uno dei simboli di Milano.”
L'architetto Paolo Pecorelli e la sua società aggiudicataria dei lavori Estia rappresentano un’eccellenza nel campo del restauro che si è misurata con la conservazione e il recupero di alcuni tra i più insigni patrimoni culturali italiani, come il Tempio di Giunone ad Agrigento, il Duomo di Noto, l’arco trionfale della Galleria Vittorio Emanuele II, il Duomo di Monza. Attualmente, Estia è al lavoro in numerosi siti in Italia, incluso il recupero della Fontana della Sfera e dello Stadio dei Marmi al Foro Italico, e all’estero, sta partecipando a Hegra Conservation Project in Arabia Saudita, dove guida uno studio scientifico per la preservazione di oltre 130 tombe nabatee.
Paolo Pecorelli sottolinea: “È per noi motivo di grande orgoglio contribuire a un'impresa di tale portata, che interessa uno degli edifici più emblematici per i cittadini di Milano. Il nostro impegno è teso a rinvigorire e preservare questa struttura storica, privilegiando l'uso di materiali altamente compatibili con l'ambiente e di ridotto impatto ecologico”.
Progetto CMR svolge funzioni di responsabile dei lavori e del coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione. La società di progettazione integrata nel 2024 celebra 30 anni di attività con oltre 25 cantieri attivi e in pipeline, fra i quali a Milano l’intervento di Covivio che trasforma l’area dell’ex Fonderia Vedani nel Business District The Sign e il Villaggio Olimpico in Porta Romana sviluppato da COIMA per Milano-Cortina 2026.
Crediti:
Progetto di restauro:
Dontstop Architettura
e
Andrea Borri Architetti
Coordinamento: Arch. Michele Brunello, Dontstop Architettura
Direzione Lavori: Arch. Andrea Ludovico Borri
Restauratore: Arch. Paolo Pecorelli
Impresa esecutrice dei lavori: Estia srl
CSE e Responsabile Lavori: Progetto CMR
Fonte: comunicato stampa Progetto CMR
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