Restauro Grand Palais: la rinascita di un monumento di Parigi grazie alle Olimpiadi 2024
Tutto è pronto per la riapertura, seppur parziale, del Grand Palais in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024. L'iconico edificio ospiterà nella sua maestosa navata le gare di scherma e taekwondo. Chiuso nel 2021 per avviare un importante programma di restauro, il Grand Palais, costruito per l'Esposizione Universale del 1900, vedrà il completamento dei lavori nella primavera del 2025.
Un'imponente architettura di grande valore storico culturale
Costruito per l'Esposizione Universale del 1900, il Grand Palais di Parigi è un grande padiglione espositivo in muratura e vetro, diventato un’icona del patrimonio storico culturale francese che riflette le evoluzioni e le innovazioni del suo tempo.
Costruito in soli tre anni a seguito di un concorso di architettura del 1896, che non ha visto trionfare un unico vincitore, il Grand Palais è in realtà la somma di tre progetti distinti, realizzati da tre architetti:
- Henri Deglane, autore della Navata;
- Louis-Albert Louvet, responsabile per il blocco centrale con la sua scala d'onore;
- Albert Thomas, progettista del Palais de la Découverte.
Charles Giraud è l'architetto che ebbe il compito di coordinare la costruzione delle tre strutture.
Originariamente concepito e utilizzato come spazio espositivo, il Grand Palais ha mostrato la sua straordinaria versatilità nel corso degli anni, adattandosi con successo a diverse funzioni. Venne utilizzato sia come ippodromo che come ospedale militare. Questa adattabilità ha messo in luce la sua capacità di servire a scopi molteplici oltre a quello di essere un semplice ma maestoso spazio espositivo.
Situato nel cuore di Parigi, combina un'architettura classica e moderna dalle dimensioni eccezionali:
72.000 mq di superficie, una navata di 13.500 mq sormontata da una volta a botte completamente vetrata di 17.500 mq e altri spazi prestigiosi come il Salon d'Honneur e le Gallerie Nazionali.
Quando il Grand Palais fu inaugurato nel 1900, la Navata fu acclamata come un capolavoro, paragonata da molti a una cattedrale per via delle sue imponenti dimensioni e proporzioni e l'impianto planimetrico. La luce naturale che permea lo spazio al di sotto dalla maestosa volta a botte alta 35 metri, e dalla cupola in vetro - la più grande mai costruita in Europa, alta ben 45 metri - sorprende e stupisce il visitatore all'interno dell'edificio.
"Il successo della Navata risiede nella sua cupola di vetro, la cui costruzione fu una vera impresa tecnica. Vista dal cielo, appare come una grande nave di metallo e vetro. La complessità della struttura in acciaio, con tutte le sue curve e sezioni, è indicativa di questa impresa. A est, la volta è estesa dal timpano di ferro e vetro che copre il portico e, a ovest, dal tetto del paddock, l'insieme formando un transetto lungo 100 metri, perpendicolare alla navata, che insieme alla Rotonde du Palais de la Découverte, crea l'asse Est-Ovest del Grand Palais. [...] La struttura portante della cupola si appoggia sulla struttura metallica della Navata. Entrambe hanno richiesto non meno di 6.000 tonnellate di acciaio, più le 2.000 tonnellate per la cupola. Il confronto con la Torre Eiffel e le sue 7.000 tonnellate di ferro offre una visione completa del lavoro svolto."
Lo Scalone d'Onore, che conduce al Salon d'Honneur, è stato progettato da Albert Louvet. Dal punto di vista stilistico, questo scalone, appoggiato su colonne di porfido, è stato concepito per armonizzarsi con la struttura metallica della navata.
La Navata fu originariamente progettata per ospitare esposizioni di scultura e competizioni equestri. É circondata da ampie gallerie destinate ad accogliere importanti esposizioni d'arte su due livelli. A est e a ovest, i corpi laterali che circondano la Navata ospitano 8 gallerie rettangolari, larghe 12 metri e alte 6 metri al piano terra e 10 metri al piano superiore. A sud e a nord, i corpi laterali sono occupati dalle Gallerie Curve.
Seguendo il principio che i motivi decorativi devono rispecchiare il materiale con cui sono realizzati, la pietra delle facciate esterne dichiara uno stile classico e barocco, adatto alla sua massa e volume. Al contrario, la qualità più raffinata del metallo suggerisce uno stile intricato e botanico, tipico dell'Art Nouveau.
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Carenze strutturali e interventi passati
Classificato come monumento storico dal 1975, il Grand Palais non ha mai subito un intervento di restauro che coinvolgesse l’intera struttura.
In passato sono stati fatti alcuni interventi puntali, come il rifacimento della copertura della Galleria centrale (2000), la ristrutturazione della Galleria Sud-Est (2011), il restauro del Salon d'Honneur (2012) e della Rotonda del Palais de la Découverte (2017).
Frammentato, suddiviso e modificato nel corso della sua storia, persino minacciato di demolizione per un certo periodo, il Grand Palais non ha ricevuto nel XX secolo l'attenzione che avrebbe meritato, nonostante il suo significativo contributo alla storia del paese e all'architettura francese.
L'edificio non era più in grado di soddisfare le esigenze contemporanee, presentava carenze sia dal punto di vista tecnico che logistico. La ristrutturazione complessiva del Grand Palais è stata frequentemente valutata negli anni, ma sempre rinviata.
"Abbandonato" quindi allo scorrere del tempo e senza un adeguato piano di conservazione, l'edificio ha cominciato a manifestare una serie di vulnerabilità.
Ampie aree sono state abbandonate e inutilizzate. Molti spazi del Grand Palais sono stati chiusi al pubblico a causa della mancata conformità alle norme di sicurezza. Le condizioni di accessibilità al pubblico risultavano inadeguate e le gallerie espositive necessitavano di essere riviste per adeguarsi agli standard internazionali.
Non solo, l'integrazione del Grand Palais con l'ambiente urbano circostante, inclusi gli Champs-Elysées e il Petit Palais, nel tempo è stata trascurata.
La nomina di Parigi come città ospitante dei Giochi della XXXIII Olimpiade, a cento anni dall'ultima volta che la città ha accolto l'evento, ha offerto l'opportunità per progettare un intervento di restauro che considerasse l'edificio nella sua globalità.
Il Restauro Critico al Grand Palais di Parigi
Lo studio di architettura Chatillon Architectes, in collaborazione con Universcience, si è occupato di sviluppare l'ambizioso progetto di restauro di questo monumento, con l'obiettivo di riscoprire i volumi e le prospettive originali del Grand Palais.
L'approccio adottato per il restauro di questa imponente architettura rispetta la storia del monumento, integrando il passato, il presente e il futuro.
Riscoprire spazialità e luce come era in origine
Basandosi su piani e documenti d'archivio, il restauro di Chatillon Architectes ricrea l'unità e la coerenza del Grand Palais come era in origine.
Prima del restauro, i visitatori accedevano al Grand Palais attraverso ingressi separati per la Navata, il Palais de la Découverte, il ristorante e il cinema. Oggi, la Navata e il ristorante mantengono i loro ingressi, ma le attività culturali del Grand Palais e del Palais de la Découverte hanno un ingresso comune dagli Champs-Elysées.
I muri divisori costruiti negli anni a seguito delle varie frammentazioni apportate per la suddivisione degli spazi interni, oggi sono stati rimossi restituendo una visione di spazio unitario come era un tempo.
Il vecchio vetro delle coperture è stato sostituito con nuovi doppi vetri trasparenti, dalle eccellenti proprietà isolanti, che contribuiscono a migliorare la prestazione energetica complessiva dell'edificio.
Il restauro delle coperture in vetro insieme al ripensamento dei percorsi per i visitatori - alcuni di nuova realizzazione e altri riscoperti - offrono oggi una comprensione più chiara del monumento e della disposizione degli spazi.
Nei primi anni duemila, la copertura vetrata della Navata era già stata oggetto di un intervento di restauro, a seguire furono restaurate anche le coperture della Rotonda del Palais de la Découverte (2016).
Il nuovo intervento ha previsto anche il restauro delle coperture vetrate delle sei gallerie adiacenti alla Navata, al pari delle coperture dell'edificio intermedio e del Palais de la Découverte.
In maniera più audace, gli architetti dello studio Chatillon Architectes hanno ricercato l'unità architettonica anche creando nuovi spazi pubblici condivisi, presenti al Grand Palais e al Palais de la Découverte, dall'ingresso alla hall fino al Salon Seine. Con un solo sguardo, i visitatori possono attraversare il centro della navata fino alla Rotonde du Palais de la Découverte o dalla Sala Reception fino al Salon Seine.
Modello BIM del Grand Palais
Nell'ottobre 2022, Chatillon Architectes ha ricevuto il premio BIM d'Or 2022 (Building Information Modelling) per la digitalizzazione del Grand Palais, in collaborazione con Ingerop. Questo premio riconosce la complessità tecnica del modello BIM, che include disegni topografici, nuvole di punti e linee geometriche dei 3.000 piani d'archivio conservati presso gli Archivi Nazionali.
Realizzato nell'ambito del progetto di restauro e valorizzazione del Grand Palais, il modello comprende 35 modelli digitali che compilano 15 GB di dati e oltre 150.000 oggetti ospitati su un server in loco.
Valorizzare il progetto di Pierre Vivien
Il restauro critico portato avanti da Chatillon Architectes non si è posto l'obiettivo di ripristinare l'edificio esattamente com'era nel 1900, anche perché la struttura non avrebbe permesso di rispettare gli standard di sicurezza e museali attuali.
L'architettura progettata da Pierre Vivien, su richiesta di André Malraux, per realizzare le Gallerie Nazionali del Grand Palais, non è andata distrutta durante quest'ultimo restauro. Al contrario, per l'intelligente organizzazione degli spazi e l'eleganza dell'intervento di Vivien, quanto da lui progettato è stato preservato e valorizzato.
All'inizio degli anni '60, dopo il grande incendio avvenuto durante la Liberazione di Parigi (1944) che devastò la parte settentrionale dell'edificio intermedio e le gallerie adiacenti alla Navata, André Malraux, allora Ministro degli Affari Culturali, decise di rivedere la disposizione di queste gallerie espositive.
Fu durante questo periodo che il Grand Palais subì una frammentazione degli spazi. Furono costruiti divisori che chiusero le prospettive e annullarono gli effetti di trasparenza. Le gallerie del Nord furono assegnate alla Rmn, mentre le gallerie del Sud furono divise tra il Dipartimento di Lingue della Sorbona, una scuola di architettura, uffici associativi, una biblioteca e un ristorante universitario. Le trasformazioni più significative furono effettuate sugli spazi assegnati alla Rmn. I lavori iniziati nel 1965 e diretti da Pierre Vivien, Architetto Capo degli Edifici Civili e dei Palazzi Nazionali, furono completati sei anni dopo.
Per aumentare lo spazio espositivo, furono aggiunti soppalchi e installati controsoffitti, nascondendo gli alti soffitti originali. Per collegare e aprire questi nuovi spazi, Vivien creò una serie di scale, che oggi sono state conservate e restaurate. Nella Reception Hall, il soppalco progettato da Pierre Vivien è stato mantenuto e ampliato di oltre 300 metri quadri (770 mq rispetto ai 453 mq precedenti) offrendo una vista unica sulla Place Centrale.
Un monumento che soddisfa le esigenze del suo tempo
Per garantire gli standard attuali e l'accessibilità, sono stati eseguiti importanti lavori di adeguamento: come il rifacimento completo della pavimentazione della Navata, migliorati gli accessi logistici e creati nuovi spazi tecnici.
Il restauro della Navata e dei suoi balconi ha permesso di aumentare la capacità di oltre il 60%, da 5.600 a 9.000 persone.
L'ampliamento della capacità della Navata, è stato possibile grazie all’aggiunta di 4 nuove doppie uscite di emergenza, che si aggiungono alle 4 esistenti. Per soddisfare le esigenze legate all'aumento della capacità, sono state create due nuove scale sotto lo Scalone d'Onore, che conducono a aree di servizio aggiuntive, inclusi i bagni di servizio.
Le balconate che circondano la Navata saranno finalmente riaperte al pubblico dopo un loro adeguamento alla normativa antincendio vigente e al consolidamento della pavimentazione esistente che ha previsto la sostituzione dei pavimenti in parquet. Anche i parapetti, con il loro famoso motivo a “frusta” progettato da Louvet, sono stati consolidati e aumentati in altezza, sempre nel rispetto della normativa cogente.
Le strutture metalliche dell'intero edificio sono state rivestite con uno strato di vernice intumescente, seguito da una mano di finitura, riducendo il rischio di surriscaldamento dell'acciaio in caso di incendio.
Inoltre, è stato migliorato il sistema di trasporto verticale: oggi con ben 29 ascensori, 8 montacarichi, nonché 11 piattaforme aeree, tutti i livelli sono tra loro ben collegati.
Per quanto riguarda la sfida impiantistica, la soluzione adottata per tutto il Grand Palais ha privilegiato la creazione di pareti attrezzate, evitando l'uso di controsoffitti e permettendo così di mantenere visibile l'architettura pulita delle volte nelle gallerie.
Un nuovo pavimento "attivo" che migliora il comfort della navata
In origine il pavimento della navata era in argilla, appositamente progettato per accogliere competizioni equestri. Per rendere la superficie adatta ad ospitare altre tipologie di eventi, il pavimento veniva coperto con tappeti in fibre vegetali, in genere di sisal o di cocco.
Solo nel 1964 fu gettato un pavimento continuo in calcestruzzo. Oggi, per soddisfare le esigenze di comfort termico di questo immenso spazio situato sotto la più grande cupola di vetro d’Europa, è stato realizzato un nuovo pavimento "attivo" di 25 cm di spessore dotato di un impianto radiante, che può riscaldare e raffreddare lo spazio fino a un'altezza di 1,50 - 2 m. Oltre 7.000 metri quadrati di pavimentazione "attiva" e 18 mesi di lavoro per realizzarla: un'impresa tecnica straordinaria.
Sono tre gli obiettivi dell'ambizioso progetto del nuovo sistema a pavimento:
- Avere un pavimento esteticamente coerente con l'architettura del sito. La finitura finale scelta è di color ocra sabbia, un richiamo all'aspetto del pavimento originale in argilla.
- Avere un pavimento che permetta la movimentazione di macchinari pesanti.
- Integrare un sistema di riscaldamento/raffreddamento nel pavimento. La navata non era climatizzata prima del progetto.
Il complesso sistema a pavimento prevede una coibentazione termica in polistirene espanso incomprimibile di 10 cm di spessore adagiata sulla massicciata. Sopra l'isolamento corrono ben 46 km di tubi per il trasferimento del calore inglobati in un getto di calcestruzzo spesso 25 cm. All'interno dei tubi circola un fluido a una temperatura massima di 50°C in inverno e 15°C in estate. La rete di armatura del pavimento (70 kg/m²) è stata dimensionata per sopportare l’espansione e il gradiente termico.
La zona "attiva" del pavimento è circondata da canali che ospitano i tubi di alimentazione che forniscono le uscite dai collettori della rete di distribuzione. Due sottostazioni a nord e a sud dell'edificio sono collegate alla rete urbana di riscaldamento e raffrescamento.
Quando in uso, il pavimento attivo consentirà di mantenere una temperatura tra 10 e 15°C in inverno se la temperatura esterna è di 5°C.
Infine, dei sensori verificheranno il clima in ciascuna area del pavimento e spegneranno il riscaldamento quando la temperatura confortevole raggiunge il suo massimo, oltre a controllare l'umidità e prevenire la condensazione. Inoltre, altri sensori sono stati posizionati nel pavimento, a 4 o 5 cm di profondità, per monitorare la temperatura vicino alla superficie e garantire che non venga superata la temperatura di 28°C.
Ricerca del colore come in origine
I lavori di restauro hanno restituito anche i colori originari della Scalone d'Onore: bronzo e verde reseda, creati da Ripolin per il Grand Palais nel 1900 e disponibili in tre tonalità (chiaro, medio e scuro).
Il noto verde reseda, ora simbolo del Grand Palais, è visibile anche su diversi elementi metallici della navata, come la struttura portante, i telai e le schermature.
Restauro degli apparati decorativi
La ricca decorazione del Grand Palais, in particolare le sue statue e i suoi mosaici, nel tempo ha subito un notevole deterioramento.
Artigiani, restauratori e specialisti hanno lavorato con grande attenzione per riportare questo patrimonio a come era in origine, utilizzando tecniche e materiali fedeli a quelli del 1900.
Il progetto di restauro del Grand Palais rappresenta un ambizioso sforzo di rinascita per questo monumento iconico, preservandone la storia e garantendo per il futuro la sua rilevanza culturale e funzionale.
Le metamorfosi del Grand Palais, un documentario dedicato da rivedere!
Il restauro del Grand Palais è in fase di completamento, rappresentando la più grande ristrutturazione nella sua storia. Da due anni, il regista Stefan Cornic segue questa trasformazione con la sua macchina da presa, mettendola in relazione con i numerosi eventi che l'edificio ha ospitato sin dalla sua inaugurazione nel 1900. Attraverso questo documentario puoi immergerti nella storia di questo grandioso patrimonio architettonico.
Nella sezione allegati, è possibile scaricare il press kit fornito dal Grand Palais per scoprire nel dettaglio tutti gli interventi di restauro. Questo articolo è stato redatto utilizzando i testi contenuti in quel documento.
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