Restauro e Conservazione | Architettura
Data Pubblicazione: | Ultima Modifica:

Restauro del Baldacchino del Bernini nella Basilica di San Pietro: avviati i lavori sulla maestosa opera barocca

A 400 anni dalla sua costruzione e a 250 anni dall'ultimo grande intervento, sono iniziati i lavori di restauro alla magnifica opera dal grande valore artistico e spirituale. Gli interventi si concluderanno entro la fine dell'anno, in tempo per l'apertura della Porta Santa in vista del Giubileo 2025.

Il restauro di un'opera dal grande valore artistico e profondo valore simbolico

"Un lavoro impegnativo e necessario". Così il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, definisce gli interventi di restauro che interesseranno il magnifico e maestoso Baldacchino in bronzo dorato nella Basilica di San Pietro, opera di Gian Lorenzo Bernini (1624-1635).

L'annuncio dell'avvio dei lavori di conservazione e restauro all'opera è stato diffuso l'11 gennaio 2024, nel corso di una conferenza stampa dedicata tenutasi presso la Sala Stampa della Santa Sede. Il 21 febbraio, invece, sono ufficialmente iniziati i lavori preliminari al restauro del Baldacchino nella Basilica.

L'intervento assume un'importanza speciale non solo per la sua imponente magnificenza artistica, ma anche per il suo profondo valore simbolico, essendo il baldacchino situato sopra l'altare maggiore che segna il luogo sacro della Tomba dell'Apostolo Pietro.

 

Baldacchino in bronzo dorato nella Basilica di San Pietro, opera di Gian Lorenzo Bernini (1624-1635).
(© Fabbrica di San Pietro, ph. Mallio Falcioni)

 

Il Baldacchino, che si erge nel cuore della Basilica, è un simbolo intramontabile della grandezza artistica e spirituale di San Pietro. La Santa Sede fa sapere che la decisione di intraprendere questi complessi lavori di restauro è stata guidata dalla premura conservativa e dalla consapevolezza della sua importanza nella prospettiva del Giubileo del 2025, che si celebrerà poco dopo la conclusione di questo significativo progetto di restauro.

Papa Francesco, riconoscendo la necessità e l'importanza di questo restauro, ha autorizzato l'avvio dei lavori che culmineranno nel mese di dicembre 2024, giusto in tempo per l'apertura della Porta Santa in vista del Giubileo.

Questo restauro, che inizia 250 anni dopo i precedenti interventi settecenteschi e 400 anni dopo l'inizio della sua costruzione, è un atto di devozione verso un capolavoro che ha resistito al passare del tempo.

In un intervista rilasciata ai media vaticani, l'ingegnere Alberto Capitanucci, responsabile dell'area tecnica della Fabbrica di San Pietro, ha spiegato che si tratta di un grande cantiere, sia dal punto di vista storico che dimensionale. L'opera del Bernini, infatti, è grande quanto un palazzo di dieci piani, con un'altezza di 30 metri dal basamento alla croce. Il primo passo dei lavori, avviati il 21 febbraio, interessa l'installazione delle opere provvisionali per consentire il restauro delle superfici. Le impalcature autoportanti - come si riporta più avanti - avvolgeranno l'intero perimetro del Baldacchino senza mai toccarlo. Su tutti i punti di appoggio delle impalcature è previsto un sistema di ripartizione ed equilibrio fatto di legno per protegge la pavimentazione da possibili sollecitazioni, come spiega il responsabile tecnico della Fabbrica di San Pietro.

 

Un'imponente opera attorno alla quale ruota l'intera architettura della Basilica

Il Baldacchino sull'Altare Maggiore della Basilica di San Pietro in Vaticano, alto quanto quasi un palazzo di nove piani  (circa 29 metri di altezza) e con un peso di 63 tonnellate, domina la nell’immenso spazio liturgico fungendo da cardine attorno al quale ruota l'intera architettura della Basilica. 

Definito un gigante dell’arte di tutti i tempi, opera unica nel suo genere, il progetto originale del Baldacchino fu affidato a Gian Lorenzo Bernini. I lavori di costruzione iniziarono nel 1624 e si conclusero nel 1635. 

La sua storia ha inizio, esattamente quattrocento anni fa, quando papa Urbano VIII (1623-1644), a seguito di un concorso pro forma (giugno 1624), affidò direttamente al suo architetto di fiducia l’incarico di realizzare il grandioso Badacchino (da Baldac, antico nome di Baghdad da dove provenivano le stoffe preziose). Per l’altare maggiore di San Pietro, fin dai primi anni del Seicento, si pensò infatti a un ciborio che evocasse nella forma una copertura con stoffe preziose.

Bernini lavorò assieme al padre Pietro e al fratello Luigi e fu coadiuvato da Francesco Borromini nonché da maestranze specializzate e da numerosi scultori.

L’inaugurazione del Baldacchino avvenne il 29 giugno 1633, ma vi si lavorò ancora per due anni fino al 1635.

Il monumento in bronzo dorato, si innalza su quattro slanciate colonne tortili (presentate in San Pietro il 29 giugno 1627) ispirate alle colonne marmoree disposte attorno alla tomba di Pietro nell’antica basilica: si pensava che le colonne provenissero dal Tempio di Salomone a Gerusalemme.

L’ultimo grande intervento sul Baldacchino di San Pietro risale all’anno 1758: vi lavorò per circa tre mesi una nutrita squadra di operai e di maestranze specializzate. Il baldacchino venne allora accuratamente pulito, vennero rimosse le molte ossidazioni, vennero consolidate e messe in sicurezza diverse componenti, si risarcirono e si rifecero parti ammalorate o mancanti e, soprattutto, vennero ampliamente riprese o rifatte le dorature.

 

Particolare del Baldacchino di Gian Lorenzo Bernini nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
(© Fabbrica di San Pietro, ph. Mallio Falcioni)

 

Sullo stato di conservazione del Baldacchino nella Basilica di San Pietro

Il monumento presenta una patina scura su tutte le superfici, al di sotto della quale sono visibili, seppur parzialmente oscurate, le dorature che decorano i dettagli.

Collocato all'interno della Basilica, il Baldacchino non manifesta i fenomeni di corrosione di colore verde tipici dei monumenti bronzei all'aperto. Infatti, l'opera non è sottoposta a pioggia acida battente, percolazioni d’acqua sulle superfici, deiezioni di uccelli, ecc., ovvero a tutti a quei fattori di degrado tipici di ambienti urbani inquinati. 

Tuttavia, la frequente presenza di visitatori altera il microclima dell'ambiente in cui l'opera è conservata.

Variazioni di umidità e sbalzi di temperatura, giornaliere e notturne, influiscono su parti lignee e metalliche.

"Così, se le parti lignee sono soggette a continua dilatazione e compressione a causa dei forti sbalzi di umidità relativa dell’aria, le parti metalliche sono soggette ad una ripetuta umidificazione delle superfici con un conseguente scatenarsi di fenomeni di alterazione e successivamente di corrosione del metallo. Soprattutto gli elementi in ferro, ai quali è destinato il fondamentale ruolo di supportare e assemblare le parti decorative in bronzo e il rame, presentano fenomeni di alterazione e di ossidazione che pongono il restauro del baldacchino come particolarmente urgente."

Le patine scure sulle superfici, dovute a sostanze grasse protettive utilizzate in passato, formando uno strato incoerente su tutte le superfici. Alcune dorature, frutto di piccoli interventi di restauro che si sono succeduti nel tempo, mostrano piccoli rigonfiamenti a causa di alterazioni del bronzo.

Solo dopo l'installazione dei ponteggi per gli interventi di restauro, si potrà avere una visione più chiara e dettagliata dello stato conservativo.

La documentazione fotografica, già a disposizione, ha anticipato alcuni problemi conservativi, come la sconnessione della copertura esterna e distacchi nel sistema di tamponatura.

Le fonti archivistiche documentarie conservate nell’Archivio della Fabbrica di San Pietro testimoniano gli interventi di restauro eseguiti sul baldacchino nel corso dei secoli, necessari al fine di sanare gli inevitabili fenomeni di degrado dei materiali costitutivi. L'attuale restauro consentirà di studiare anche la storia conservativa del Baldacchino di Gian Lorenzo Bernini.

 

Restauro del Baldacchino del Bernini in Vaticano: alcuni dettagli sul complesso intervento

Il processo di restauro sarà complesso e articolato; sarà realizzata "step by step" una documentazione dettagliata di tutte le fasi di intervento, saranno condotte ricerche di archivio nonché indagini scientifiche sulla struttura. Tuttavia, nonostante le sfide logistiche dovute all'installazione di opere provvisionali, le celebrazioni liturgiche continueranno all'interno della Basilica senza interruzioni.

Prima dell'avvio dei lavori di restauro, sarà eseguita una documentazione grafica e fotografica del Baldacchino (già in parte realizzata), per avere una testimonianza dello stato attuale, mentre in corso d’opera sarà documentato l’intervento in ogni sua fase. Concluderà il tutto una accurata campagna fotografica relativa allo stato finale dopo i lavori.

La documentazione grafica sarà realizzata in tre fasi: una preliminare descrittiva delle attuali forme di degrado (per tutto ciò che è visibile), una intermedia durante i lavori e soprattutto una finale, nella quale potranno essere messe in evidenza i dettagli delle lavorazioni, delle tecniche costruttive, gli elementi e i materiali costitutivi.

Le indagini scientifiche, sullo stato di conservazione e sui fenomeni di degrado, saranno tutte eseguite in più fasi a cura del Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani.

Fanno parte del team incaricato del progetto di restauro del Baldacchino sull'Altare Maggiore della Basilica di San Pietro in Vaticano: il prof. Giorgio Capriotti, il prof. Sante Guido, il cav. Giuseppe Mantella, i restauratori Susanna Sarmati e Carlo Usai e il fotografo Mallio Falcioni. >>> LEGGI QUI il loro curriculum. 

 

Il progetto delle opere provvisionali per il restauro del Baldacchino del Bernini

La tavola XXIV dell'edizione del 1824 di Castelli e Ponti, uno dei primi manuali dedicati alle opere provvisionali, descrive la straordinaria struttura lignea realizzata nel 1758 dalla Fabbrica per il restauro della "macchina di metallo di Bernini sopra la Confessione di San Pietro". A oltre 250 anni di distanza da quel restauro, la necessità di intervento per la conservazione del bene rimane invariata, e la complessità nell'allestire opere provvisionali persiste.

La soluzione adottata per procedere agli interventi consiste in un sistema metallico "multidirezionale", noto anche come "ponteggio a montanti e traversi prefabbricati". Questo sistema combina l'adattabilità dei "tubi e giunti" con la facilità di montaggio dei "telai prefabbricati".

Le principali caratteristiche di questa struttura comprendono la versatilità, grazie al design modulare e alle connessioni multidirezionali che consentono di adattarsi agilmente a geometrie complesse, angoli irregolari e variazioni di altezza. La flessibilità che deriva dalla possibilità di connettere i componenti del ponteggio in diverse direzioni, consentendo un alto grado di adattabilità alla forma e alle dimensioni del manufatto, particolarmente utile quando si devono raggiungere punti di difficile accesso. Infine, l'efficienza di questo tipo di struttura si traduce in un notevole risparmio di tempo durante il montaggio e lo smontaggio, migliorando l'efficienza complessiva dell'allestimento e dell'intervento di restauro.

 

Il progetto delle opere provvisionali per il restauro del Baldacchino sull'Altare Maggiore della Basilica di San Pietro in Vaticano.
(© Fabbrica di San Pietro)

 

Chi finanzia l'ambizioso progetto di restauro?

Il finanziamento completo di questo ambizioso progetto di restauro è offerto dal benemerito Ordine dei Cavalieri di Colombo. Gli interventi si inseriscono in modo coerente nel più ampio progetto di valorizzazione e illuminazione della Basilica vaticana, anch'esso sostenuto con generosità dai Cavalieri di Colombo.

Il restauro del Baldacchino del Bernini è un segno tangibile dell'impegno continuo nel preservare e celebrare il ricco patrimonio artistico e spirituale di San Pietro per le generazioni future.

Fonti
Basilica Papale di San Pietro in Vaticano
Vatican News

Architettura

L'architettura moderna combina design innovativo e sostenibilità, mirando a edifici ecocompatibili e spazi funzionali. Con l'adozione di tecnologie avanzate e materiali sostenibili, gli architetti moderni creano soluzioni che affrontano l'urbanizzazione e il cambiamento climatico. L'enfasi è su edifici intelligenti e resilienza urbana, garantendo che ogni struttura contribuisca positivamente all'ambiente e alla società, riflettendo la cultura e migliorando la qualità della vita urbana.

Scopri di più

Restauro e Conservazione

Con il topic "Restauro e Conservazione" vengono raccolti tutti gli articoli pubblicati che esemplificano il corretto approccio a quel sistema di attività coerenti, coordinate e programmate, dal cui concorso si ottiene la conservazione del patrimonio culturale.

Scopri di più

Leggi anche