Rapporto OIPE 2023: 91,2 miliardi di euro investiti dal Governo per attenuare l'aumento dei prezzi dell'energia
Secondo il rapporto dell'OIPE, nel 2021, la spesa energetica delle famiglie italiane è aumentata del 20% rispetto all'anno precedente, principalmente a causa dell'incremento significativo dei costi del gas ed elettricità a partire dal secondo trimestre. In Italia sono stati investiti 91,2 miliardi di euro per mitigare l'aumento dei prezzi dell'energia.
Prezzo dell'energia: i dati di OIPE sulle condizioni di povertà dei cittadini
La povertà energetica in Italia si configura come un complesso problema socioeconomico che ha un impatto significativo sulla quotidianità di numerose famiglie nel Paese. In particolare, essa emerge quando le persone si trovano a fronteggiare ostacoli nel pagamento delle spese necessarie per assicurare un adeguato accesso all'energia, mettendo così a rischio del comfort termico e la qualità della vita.
Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), questa sfida ha assunto dimensioni rilevanti in Italia. Nel corso del 2021, si stima che circa 2,2 milioni di nuclei familiari italiani, comprendenti approssimativamente 5 milioni di individui, si siano trovati in condizioni di povertà energetica.
Queste famiglie risiedono in case caratterizzate da scarsa efficienza termica, insufficiente riscaldamento in inverno, limitata refrigerazione durante l'estate, illuminazione inadeguata e limitato utilizzo di elettrodomestici essenziali. La povertà energetica va oltre la semplice incapacità di pagare le bollette, avendo un impatto sulla salute, il benessere e la qualità di vita di milioni di cittadini italiani, rendendo necessarie azioni mirate per alleviare questa difficile situazione.
Il rapporto dell'OIPE fornisce una panoramica completa basata sui dati raccolti nel 2021. Secondo l'analisi dell'OIPE, nel 2021, la spesa energetica delle famiglie italiane è aumentata del 20% rispetto all'anno precedente, principalmente a causa dell'incremento significativo dei costi del gas ed elettricità a partire dal secondo trimestre.
Alla fine del 2021, il costo medio dell'energia elettrica per le famiglie è aumentato del 35% rispetto all'anno precedente (con un incremento del 44% per le famiglie nella "maggior tutela" e del 26% per quelle nel libero mercato), mentre il prezzo del gas è cresciuto del 41%. Nel corso del 2022, i prezzi dell'energia e del gas hanno continuato a salire, raddoppiando nel corso dell'anno. Questo incremento ha contribuito all'aumento dello 0,5% della povertà energetica in Italia. Alla fine del 2021, la povertà energetica coinvolgeva 2,2 milioni di famiglie, registrando un aumento di 125.000 nuclei rispetto al 2020. In percentuale, questa situazione ha colpito l'8,5% delle famiglie del Paese, annullando la riduzione registrata nel 2020.
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Il MIT ha pubblicato il decreto e le liste ufficiali relative alle istanze ritenute ammissibili, per l'accesso al Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, inoltrate dalle stazioni appaltanti nella seconda finestra temporale dal 1° luglio 2023 al 31 luglio 2023.
Disparità tra Nord e Sud Italia sul tema della Povertà Energetica: 4,6% nelle Marche, 16,7% in Calabria
L'analisi condotta dall'OIPE rivela una notevole disparità regionale, con Calabria, Puglia e Molise che hanno registrato l'aumento più significativo rispetto al 2020. La povertà energetica varia dal minimo del 4,6% nelle Marche al massimo del 16,7% in Calabria.
Dando uno sguardo approfondito al report dell'OIPA, emerge che il disagio abitativo legato ai consumi energetici non risparmia nemmeno le regioni economicamente più avanzate.
Le differenze geografiche risultano relativamente contenute per quanto riguarda le persone in condizioni di povertà energetica, con una percentuale di circa il 12-13% nel centro-sud e nelle isole, un 10% nel nord-ovest e una cifra ancor più bassa, pari al 2%, nel nord-est. Al contrario, la vulnerabilità energetica si fa presente anche nelle regioni economicamente più sviluppate, inclusi gli entroterra del nord-est.
La Povertà Energetica nelle Regioni Italiane nel 2021
Vivere in condizioni poco salubri ha notevoli ripercussioni sulla salute delle persone, specialmente sui minori in fase di crescita. Alla fine del 2021, circa il 25% delle famiglie in stato di povertà energetica aveva almeno un minore. Questo dato si traduce in circa 583.000 nuclei familiari e coinvolgeva ben 950.000 bambini, rappresentando il 10% della popolazione totale di minori. L'incidenza di minori in povertà energetica è particolarmente significativa nelle famiglie straniere, con l'OIPE che stima un tasso di povertà energetica superiore al 2,5% in questi casi.
Come sottolineato da Raffaella Milano, Direttrice dei Programmi Italia ed Europa di Save the Children: "Nonostante la buona notizia della recente diminuzione dei costi del gas, grazie a un autunno piuttosto mite e all'utilizzo di fonti alternative, la povertà energetica rimane una questione aperta nel nostro Paese. Ma come più volte abbiamo sottolineato, la povertà dei minori permea tutte le dimensioni della loro vita, mettendo a rischio la concreta possibilità di un sano sviluppo per bambine, bambini e adolescenti."
Politiche di protezione a "breve" e "lungo" termine
Le strategie per affrontare questa sfida possono essere suddivise in due categorie:
- politiche di "protezione" a breve termine che cercano di garantire un accesso minimo all'energia, come i bonus elettrici e del gas per famiglie vulnerabili,
- politiche di "promozione" a lungo termine che puntano a migliorare strutturalmente la situazione delle famiglie fragili, attraverso l'efficientamento energetico delle abitazioni e la sensibilizzazione sull'uso responsabile dell'energia.
L'efficacia di una politica contro la povertà dovrebbe idealmente abbracciare entrambe queste componenti.
A partire dal secondo trimestre del 2021, il governo italiano ha adottato una serie di misure per attenuare l'effetto negativo degli aumenti dei prezzi dell'energia su famiglie e imprese. Questi interventi hanno comportato un investimento di 91,2 miliardi di euro per il periodo fino al secondo trimestre del 2023. L'Italia è diventata uno dei paesi con il più alto livello di intervento pubblico nell'area dell'euro, con un'impatto sul PIL pari al 4,8%, superando Francia, Germania e Spagna.
Le misure fiscali adottate includono la riduzione e successiva cancellazione degli oneri generali di sistema sulle bollette di elettricità e gas, la riduzione dell'aliquota IVA sulle bollette del gas, tagli alle accise sui carburanti e pagamenti unici alle persone con redditi inferiori a una determinata soglia, insieme ad aumenti nei sussidi per le bollette energetiche delle famiglie più vulnerabili, noti come "bonus sociali" per motivi economici e fisici.
Diversi studi hanno esaminato l'effetto distributivo di questi aumenti dei prezzi energetici e delle relative misure di contenimento. In generale, è emerso che queste misure hanno efficacemente protetto le famiglie dai costi energetici elevati, contribuendo a mitigare gli effetti regressivi dell'aumento dell'inflazione.
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Comunità energetiche, strumento contro la povertà, ecco come
Le comunità energetiche rappresentano un elemento chiave nella transizione verso un sistema energetico sostenibile in Italia. Queste organizzazioni locali gestiscono l'energia in modo innovativo attraverso l'autoproduzione e la condivisione, apportando vantaggi sia dal punto di vista ambientale che socio-economico. Le comunità energetiche riducono i costi energetici per i partecipanti, promuovendo l'uso di energia proveniente da fonti rinnovabili e facilitando l'interazione e la cooperazione tra i membri.
Nell'ultimo anno, lo sviluppo delle comunità energetiche è stato guidato principalmente dalle istituzioni pubbliche in collaborazione con il settore privato, le organizzazioni non governative e la società civile, nonostante l'incertezza normativa dovuta al ritardo nell'approvazione delle leggi nazionali. La discussione si è concentrata principalmente sugli incentivi statali, con un'enfasi maggiore sull'aspetto economico rispetto a quello ambientale e sociale.
È fondamentale definire chi siano i "soggetti vulnerabili" in questo contesto e come includerli efficacemente nelle comunità energetiche, considerando che la partecipazione è volontaria in conformità alle normative europee. Inoltre, è importante chiarire la distribuzione dei benefici economici all'interno di queste comunità.
In termini di impatto sociale, le aspettative sono elevate, con la possibilità di coinvolgere istituzioni pubbliche, come i Comuni, nelle comunità energetiche per ottenere risparmi monetari destinati a iniziative sociali.
Le comunità energetiche potrebbero giocare un ruolo significativo nel monitorare le spese energetiche delle famiglie e promuovere l'inclusione e la solidarietà sociale. Inoltre, lo sviluppo delle comunità richiederà la formazione di nuove figure professionali e potrebbe stimolare l'innovazione tecnologica e dei servizi, creando opportunità economiche.
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