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Rapporto CTI: superati i 3 milioni e mezzo di certificati energetici degli edifici

L’Italia, di fatto, vanta ben oltre 3,5 milioni di abitazioni certificate (stima relativa al 2013, sicuramente in difetto), ovvero oltre il 50% in più rispetto al 2012.

Il CTI ha presentato al MiSE il "Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia" redatto dal CTI e relativo ai risultati conseguiti nel 2013. La novità dell'edizione 2014 consiste nell'introduzione degli elementi di confronto con la realtà della UE elaborati dal BPIE (Buildings Performance Institute Europe) in collaborazione con il CTI.

Lo scopo tradizionale del Rapporto è tracciare un quadro della normativa e dei risultati ottenuti dalle singole Regioni e Province autonome, permettendo così di misurare lo stato nazionale dell’applicazione della Direttiva EPBD e, nello stesso tempo, di sostenere il cammino verso una maggiore uniformazione dei metodi e procedure del calcolo delle prestazioni energetiche e il relativo rilascio dei certificati, come peraltro richiesto dal mondo operativo e dall’industria del settore.

Nell’edizione 2014 sono stati introdotti anche degli elementi di confronto con la realtà della UE elaborati dal BPIE (Buildings Performance Institute Europe) in collaborazione con il CTI. Risulta che l’Italia, nonostante le problematiche che affliggono il settore, è tra le nazioni più avanzate nel settore e che dispone, probabilmente, della maggiore esperienza. L’Italia, di fatto, vanta ben oltre 3,5 milioni di abitazioni certificate (stima relativa al 2013, sicuramente in difetto), ovvero oltre il 50% in più rispetto al 2012.

“Pensiamo che il lavoro in corso - sottolinea il Direttore Generale per l’Energia Nucleare, le Energie rinnovabili e l’Efficienza Energetica del MISE Sara Romano nella presentazione dello studio - rappresenti un’opportunità molto importante per orientare una riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale, puntando a risultati ambiziosi in termini di riduzione dei consumi energetici, di stimolo alla crescita economica, di creazione di posti di lavoro e di opportunità professionali”.


La sintesi del Rapporto

Il CTI ha anche predisposto un sito dedicato (http://www.cti2000.eu/) che offre una visione più dettagliata e in continuo aggiornamento della legislazione nazionale e regionale e dello stato di attuazione della certificazione energetica.

Innanzitutto un dato: il numero di certificati emessi alla data di pubblicazione del rapporto ha superato ampiamente i 3,5 milioni di unità. Ma dall'analisi qualitativa continuano a permanere i dubbi  sulla quantità e qualità dei certificati emessi.

Malgrado le numerose critiche raccolte da questa iniziativa - e Ingenio ne ha sollevate molte - secondo il CTI l’attuazione della certificazione deve essere vista in modo positivo. Secondo il Comitato Termotecnico Italiano la certificazione energetica "ha inciso effettivamente sul mercato delle nuove costruzioni, diventando elemento di traino verso la qualità energetica e, cosa importante, lo ha fatto in un periodo non particolarmente favorevole. Ha diffuso la cultura
della qualità energetica tra gli addetti ai lavori ma anche tra i cittadini."

Non ci sentiamo di condividere questo ottimismo, perchè il modello adottato ha fin troppo generato un mercato delle certificazioni sulla carta, la diffusione di consulenze a bassissimo costo e spesso poco convincenti da un punto di vista tecnico e, soprattutto, ha dato l'idea ai più che si trattasse dell'ulteriore certificazione inutile rendendo poco credibili nei confronti del pubblico le classificazioni energetiche degli edifici. D'altronde basti pensare alla qualifica dei tecnici per la certificazione. In 8 paesi su 28 è previsto l'aggiornamento continuo e/o il rinnovo della licenza di esercizio. Gli
esperti qualificati, per mantenere il titolo, devono superare con cadenza periodica un esame obbligatorio. Esempi: Irlanda, ogni due anni; Bulgaria, ogni tre anni; Lituania, ogni 5 anni. La partecipazione alla formazione obbligatoria è, per esempio, necessaria in: Repubblica Ceca, ogni tre anni; Francia, ogni cinque anni; Croazia, ogni anno. In Romania è invece necessario dimostrare di possedere esperienza (ad es.: attraverso il numero di APE rilasciati). In ITALIA ad oggi l'aggiornamento continuo dei certificatori energetici non è previsto.
E per quanto riguarda le COMPETENZE DEI CERTIFICATORI nella maggior parte degli stati, le competenze degli esperti sono differenziate in base alla tipologia di edificio e di valutazione energetica. La valutazione più complessa è l'audit energetico (ad es.: per gli edifici non residenziali e/o edifici con sistemi tecnici avanzati) ed è richiesta una maggiore esperienza del certificatore.
In ITALIA non vi è differenziazione. Un tecnico, se abilitato, può effettuare la valutazione energetica e quindi redigere l'APE per qualunque tipologia di edificio, indipendentemente da classe energetica, dimensione e tipologia. Infine solo 7 regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Sicilia, Valle d’Aosta e Trento) dispongono di un elenco dei soggetti certificatori consultabile online sui siti istituzionali o di organizzazioni collegate.

Due gli errori che riteniamo principali: avere reso troppo semplice il modello di certificazione dimenticandosi di puntare su effetto migliorativo, e soprattutto una bassissimo investimento per la promozione culturale della popolazione.

Ma torniamo al rapporto, che rappresenta comunque un utilissimo strumento di analisi e riflessione.

Secondo il rapporto la certificazione è stata utlle anche sul piano tecnico: "I professionisti che progettano si confrontano oggi con aspetti energetici che fino a pochi anni fa non prendevano nemmeno in considerazione; i cittadini, quando acquistano una casa, chiedono il certificato e, se è nuova, pretendono livelli di qualità energetica elevata." e quindi "È stata la certificazione energetica a stimolare il mercato delle tecnologie edilizie e impiantistiche, un mercato molto diverso rispetto a quello degli anni passati, magari non dal punto di vista quantitativo ma certamente dal punto di vista qualitativo."

Peraltro a livello Nazionale si è riusciti a migliorare un modello europeo troppo confuso. Il CEN (Comitato Europeo di Normazione) aveva infatti  sviluppato un corposo pacchetto di oltre 40 norme tecniche - “pacchetto EPBD” - mirato a definire le metodologie di calcolo dei: fabbisogni termici del fabbricato; prestazioni e rendimenti degli impianti di climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria; fabbisogni energetici per l’illuminazione e di molteplici altri aspetti legati al bilancio energetico dell’edificio. Secondo il rapproto "Il pacchetto EPBD è risultato (e risulta tutt’ora), quindi, di non agevole applicazione. Una diretta conseguenza, per esempio, è stata la produzione di strumenti di calcolo (software) difformi."

Di qui la pubblicazione della serie di norme nazionali UNI/TS 11300, quale supporto all’applicazione della normativa EN, norme richiamate dalla L. 90/13:

  • UNI/TS 11300?1:2014, “Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale”;
  • UNI/TS 11300?2:2014, “Prestazioni energetiche degli edifici ? Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernalee  per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l'illuminazione in edifici non residenziali”;
  • UNI/TS 11300?3:2010, “Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva”;
  • UNI/TS 11300?4:2012, “Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”;

alle quali si aggiungono:

  • Raccomandazione 14 (R14) del 2013, relativa alla determinazione della prestazione energetica per la classificazione dell’edificio. Attualmente, la R14 è in fase di conversione in specifica tecnica (UNI/TS 11300?5);
  • UNI/TR 11552:2014 "Abaco delle strutture costituenti l'involucro opaco degli edifici ? Parametri termofisici".

Inoltre è in preparazione la UNI/TS 11300?6 che permetterà, coerentemente con le indicazioni della L.90/13, il calcolo dei consumi energetici di ascensori e scale mobili.

Nel rapporto si affrontano quindi una serie di argomenti molto interessanti, evidenziano costantemente un confronto fra cos avviene nei Paesi UE e cosa in Italia. Ecco l'elenco dei capitoli:

  • 5.1 Formazione dei certificatori
  • 5.2 Formazione continua
  • 5.3 Competenze dei certificatori
  • 5.4 Sanzioni
  • 5.5 Accesso alle informazioni
  • 5.6 Accreditamento
  • 5.7 Metodologia di calcolo
  • 5.8 Strumenti di calcolo
  • 5.9 Controlli
  • 5.10 Registri degli ape
  • 5.11 Attestati
  • 5.12 Ape depositati
  • 5.13 Elementi di criticità

Questo ultimo capitolo evidenzia quelli che sono i punti di criticità principali da affrontare:

  • Le classi di prestazione energetica oggi non risultano comparabili per tutte le regioni: questo, probabilmente, non permette il confronto tra edifici che si trovano in località diverse e soprattutto non facilita la crescita di una reale sensibilità negli utenti. Sarebbe quindi auspicabile che si utilizzi uno standard di classificazione unico per tutto il territorio nazionale oppure che si inserisca negli attestati regionali anche la classificazione nazionale.
  • Il certificatore qualificato in una regione non può operare in tutto il territorio nazionale. Si tratta di un aspetto che probabilmente porta ad aumentare i costi per il cittadino e che potrebbe essere superato utilizzando una procedura nazionale unificata. L’attuale tendenza è quella di allinearsi alle UNI/TS 11300 e ciò costituirà un passo fondamentale nella direzione auspicata.

SI prosegue poi con una serie di considerazioni del CTI, in particola su una esigenza di grande interesse " fare chiarezza, dal punto di vista tecnico, sul controverso rapporto tra certificazione degli edifici e diagnosi energetica. ...  Senza entrare nel dettaglio di ulteriori disposti legislativi sull’argomento, si ritiene, da un mero punto di vista tecnico, corretto distinguere la diagnosi energetica, basata sull’analisi del reale sistema di domanda e consumo di energia dell’edificio, dalla certificazione, basata su una “fotografia energetica” dell’edificio in condizioni standard."

Argomento che il CTI sta affrontando e su cui attivato un'apposita commissione tecnica sul tema delle diagnosi energetiche negli edifici (CT 204).

Il rapporto è visibile sul sito del CTI: www.cti2000.eu/rapporto-ce-2014/