Rapporto Congiunturale Cresme 2024: il mercato delle costruzioni in discesa, ma la manutenzione resta protagonista
Il Rapporto Cresme 2024 offre una visione completa sul mercato delle costruzioni, evidenziando una contrazione del valore complessivo a 292 miliardi di euro, con la manutenzione che rimane centrale. La fine del Superbonus e l’incertezza sugli incentivi hanno segnato il settore, mentre le opere pubbliche e il PNRR rappresentano punti di crescita. Scopri i dettagli per orientare le tue strategie.
Il 4 dicembre 2024, il Cresme ha presentato la XXXVII edizione del suo rapporto congiunturale e previsionale, un’analisi che fotografa lo stato e le prospettive del mercato delle costruzioni in Italia.
Tra i dati più significativi emergono una flessione del mercato, il ruolo cruciale della manutenzione e le incertezze legate alla fine degli incentivi.
Un mercato da 292 miliardi, ma con una perdita di 19 miliardi rispetto al 2023
Il mercato delle costruzioni ha registrato nel 2024 un valore complessivo di 292,1 miliardi di euro, segnando un calo di 19 miliardi rispetto ai 311 miliardi del 2023. A pesare su questa contrazione è stata soprattutto la fine del Superbonus, che ha provocato una riduzione significativa della manutenzione straordinaria nel settore residenziale.
Manutenzione: il pilastro del settore delle costruzioni
La manutenzione, sia straordinaria che ordinaria, rappresenta il 72,9% del valore complessivo del mercato, contro il 24,7% destinato alle nuove costruzioni. In particolare:
- Manutenzione straordinaria: 161,3 miliardi di euro, in calo del 10,1% rispetto al 2023.
- Manutenzione ordinaria: 51,5 miliardi di euro, in crescita dello 0,4%.
Il residenziale resta il segmento principale, con una quota del 33% degli interventi straordinari, seguito dal non residenziale privato (9,5%) e pubblico (4,6%). Le opere del Genio Civile contribuiscono con l’8,1%.
Nuove costruzioni: un trend in crescita
Le nuove costruzioni hanno raggiunto un valore di 72,1 miliardi di euro, registrando un incremento del 7,6% rispetto al 2023. Tuttavia, questa crescita non è sufficiente a compensare il calo complessivo del settore.
Opere pubbliche e PNRR: il motore di crescita
Le opere pubbliche, spinte dai fondi del PNRR, hanno raggiunto un valore di 63,6 miliardi di euro, con una crescita del 13,7% rispetto al 2023.
Di questi:
- 29,1 miliardi sono stati destinati a nuove infrastrutture.
- 34,5 miliardi alla manutenzione straordinaria.
Nonostante questi numeri positivi, si prevede una frenata a partire dal 2025, con un aumento atteso del 7,5%.
Il crollo del Superbonus: una contrazione evidente
Come mostrato dal grafico sugli importi mensili asseverati del Superbonus, il 2024 ha visto un drastico calo degli interventi, iniziato a marzo. Questo trend ha portato a una perdita di 18,2 miliardi solo nella manutenzione straordinaria residenziale. Il crollo degli incentivi non è stato compensato né dagli investimenti pubblici né dal PNRR, lasciando il settore in una fase di transizione complessa.
La sfida del disagio abitativo
Un focus del rapporto si concentra sul disagio abitativo, evidenziando fattori come:
- Aumento dei prezzi degli affitti e calo dell’offerta di alloggi a lungo termine.
- Crescita degli studenti fuori sede (+33% dal 2015 al 2024).
- Insufficienza di strategie di housing sociale e student housing.
Il Cresme propone un approccio strategico che includa co-housing, aiuti al reddito e una migliore pianificazione tra governo, Regioni e Comuni.
Le mie conclusioni: l’importanza della conoscenza dei numeri del mercato
Rapporto CRESME 2024: un riferimento imprescindibile per il settore delle costruzioni
Il Rapporto CRESME 2024 si conferma, come ogni anno, un documento di straordinaria importanza per gli operatori del settore delle costruzioni.
Uno strumento essenziale, forse indispensabile, per programmare investimenti e definire politiche aziendali orientate al futuro. L’edizione di quest’anno delinea un quadro del settore in fase discendente, che però continua a rappresentare un pilastro fondamentale dell’economia italiana.
La manutenzione emerge come un elemento strategico, mentre il PNRR fornisce un sostegno limitato nel tempo. Questi dati dovrebbero essere oggetto di riflessione per la nostra classe politica, che ha il compito di adottare misure adeguate per affrontare le sfide strutturali del settore.
Il Superbonus: un’opportunità mancata
Il Superbonus 110% è stata una scelta coraggiosa e strategicamente rilevante per il Paese.
In un territorio a elevato rischio sismico e privo di risorse energetiche proprie, migliorare il patrimonio immobiliare è una condizione imprescindibile per guardare al futuro con fiducia. Inoltre, lo strumento ha avuto il merito di favorire l’emersione dell’evasione fiscale in interi comparti e di creare occupazione.
Tuttavia, il provvedimento è stato implementato con gravi carenze:
• una percentuale di incentivo troppo elevata;
• controlli insufficienti;
• sovrapposizione di bonus (come il Bonus Facciate);
• assenza di verifiche sui prezzari, come denunciato da Milena Gabanelli: "SuperBonus 110%: già rimborsati 16 miliardi. I prezzi li decide un privato e lo Stato non controlla"
A questo si aggiunge l’instabilità normativa, con regole in costante mutamento.
L’incapacità della politica di gestire adeguatamente il problema ha condotto all’unica soluzione da evitare: l’eliminazione dello strumento.
Sarebbe invece necessario stabilizzare questo strumento, migliorarlo, e inserirlo all’interno un vero Piano Casa, non solo per rilanciare il settore, ma per rispondere alle evoluzioni sociali ed economiche del Paese: l’aumento della popolazione straniera, la crescente instabilità lavorativa e la mutevolezza delle esigenze abitative.
Un Piano Casa dovrebbe includere:
• la riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico;
• il potenziamento dei partenariati pubblico-privati, sostenendo il principio di sussidiarietà;
• una normativa più flessibile per sbloccare situazioni stagnanti.
Il valore del Rapporto CRESME per le strategie commerciali dei prossimi anni
Il Rapporto CRESME si dimostra cruciale per orientare le strategie aziendali, sia in contesti di crescita che in fasi di contrazione.
Per questo, se ne raccomanda la lettura integrale: oggi più che mai, gli imprenditori e i dirigenti hanno bisogno di strumenti decisionali solidi per pianificare le proprie politiche industriali e commerciali.
Tra i dati più significativi, spiccano le previsioni sulla manutenzione, che possono fornire indicazioni preziose per impostare azioni di mercato nei prossimi anni.
Verso un mercato più razionale
L’era del Superbonus ha creato un mercato caratterizzato da forti pressioni temporali, con difficoltà nel completare i progetti, reperire materiali e gestire i pagamenti in funzione dei finanziamenti.
Questo contesto ha generato una sorta di isteria collettiva, impedendo la costruzione di relazioni solide e collaborative lungo la catena del valore tra fornitori, progettisti, imprese e committenti.
Il calo del mercato, evidenziato dal Rapporto CRESME, porta comunque a valori superiori rispetto al periodo pre-Superbonus, delineando scenari interessanti, ma senza più le distorsioni legate agli incentivi.
Questa maggiore stabilità rappresenta un’opportunità per le aziende di ricostruire relazioni basate sulla qualità dei prodotti e dei servizi, sulle sinergie tecnico-commerciali e su una rete di collaborazioni affidabili.
Un futuro basato sulle relazioni e sulla qualità
il calo delle vendite avrà ovviamente conseguenze sulla competizione: questo porterà a un inevitabile calo prezzi, e quindi della marginalità. Ci saranno aziende che sceglieranno quindi di basare la loro forza sulla capacità di aumentare gli sconti, i tempi di pagamento, gli affidamenti riducendo la loro marginalità e quindi la capacità di investimento futuro.
Il ritorno a un mercato meno frenetico, di cui abbiamo già accennato, apre una nuova opportunità: differenziare la propria offerta puntando sulla catena del valore. Questo approccio richiede un percorso fondato su una comunicazione più mirata e attenta alle reali esigenze del settore, capace di mettere in evidenza un rapporto con il cliente basato su valori distintivi.
Qualità dei prodotti, attenzione al servizio, opportunità di partnership, assistenza personalizzata: sono questi i pilastri su cui le aziende possono costruire un dialogo diretto e autentico con gli stakeholder. Un dialogo che permetta di superare la logica del prezzo e dello sconto, posizionandosi invece come partner affidabili e innovativi per il futuro del mercato.
Le imprese che investiranno nella costruzione di relazioni tecniche e commerciali solide, capaci di trasmettere il proprio capitale narrativo, saranno quelle destinate a governare il mercato.
Il ritorno a una logica di rete e di valore rappresenta la strada maestra per affrontare le sfide del futuro e cogliere le opportunità offerte da un settore delle costruzioni che, pur in evoluzione, continua a giocare un ruolo chiave nell’economia del Paese.
Conoscere i numeri è quindi un passaggio fondamentale, non solo per definire i budget ma anche le scelte strategiche sul piano commerciale e industriale delle aziende.
Non mi resta che augurare una buona lettura del rapporto in forma integrale. Grazie, CRESME.
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