Radon: indicazioni tecniche per progettare interventi mirati di risanamento

Con intento introduttivo e divulgativo, nella sezione 4.4 del Piano Nazionale d'Azione per il Radon (PNAR) recentemente pubblicato, sono descritti i principali elementi tecnici riferiti alle metodologie di intervento normalmente impiegate nella pratica corrente per il risanamento o la prevenzione dell’inquinamento da radon, sia nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni, sia per risanamenti specifici di edifici preesistenti.

Misurazione del radon: annuale e di breve periodo

La misura del radon può essere eseguita con sistemi passivi - rilevatori a tracce nucleari (definiti anche dosimetri) e rilevatori a elettrete - oppure con sistemi attivi - rivelatori a gas, a scintillazione oppure a semiconduttore.

La durata è variabile in funzione dello strumento di misura scelto e degli obiettivi.

Il livello di riferimento del radon dettagliato nel Decreto Legislativo n. 101 (2020) viene misurato su base annuale mediante sistemi passivi.

Approccio metodologico negli interventi di risanamento o prevenzione dell’inquinamento da radon

Sebbene la maggior parte delle tecniche possano essere adattate e trovare una applicazione generalizzata, ogni intervento va pianificato e progettato in funzione della particolare configurazione architettonica e impiantistica dell’edificio e delle sue caratteristiche costruttive nonché di utilizzo e gestione.

Nella Tabella 1 sono descritti gli approcci da applicare alle diverse fasi di progettazione, costruzione, risanamento e riqualificazione energetica.

Il PNAR è composto da tre sezioni: misurare, intervenire, coinvolgere. È inoltre una preziosa fonte di riferimenti di letteratura sul tema radon e sui relativi interventi. Alcune fonti di documentazione citate nel PNAR sono di seguito riportate in figura.

Sia che si tratti di nuove costruzioni o di interventi su edifici esistenti, tenendo comunque sempre presenti le singolarità e le specificità delle singole situazioni, i diversi tipi di intervento possono non avere tutti la stessa efficacia in termini di riduzione o prevenzione del rischio radon (Fonte: PNAR).

Tale principio è riassunto di seguito in figura:

Sono di seguito dettagliati i contenti dell’Appendice alle Azioni 2.1 e 2.2 del PNAR dal titolo “Specifiche tecniche di intervento - Progettazione di interventi mirati”. Oltre ad una rassegna delle principali tipologie di interventi è descritta in tabella la loro efficacia.

Tecniche di isolamento in presenza di gas radon

• Isolamento (esterno) dal terreno con membrane impermeabilizzanti.
• Isolamento (interno) delle superfici dell’edificio.
• Isolamento degli elementi mobili di separazione tra locali interrati e ambienti di soggiorno (porte, sportelli, coperchi di pozzetti ecc.).
• Isolamenti localizzati (fessure in pavimenti, pareti, soffitti, passaggi di condutture).

Tecniche di ventilazione in presenza di gas radon

• Contrasto degli effetti naturali del gradiente termico (modifica della distribuzione del sistema di depressioni presente).
• Ventilazione (messa in depressione) del terreno sottostante la costruzione.
• Aspirazione o ventilazione dell’aria dai locali interrati.
• Ventilazione forzata all’interno dei locali di soggiorno.

In linea di principio, sono da privilegiare le tecniche di intervento a livello del contatto suolo edificio, quali ad esempio depressurizzazione attiva o passiva del vespaio o realizzazione del cosiddetto pozzetto-radon nel caso di fondazioni a platea: peraltro, si tratta di soluzioni comunemente utilizzate e di non particolare complessità tecnica.

La soluzione della sigillatura, seppure sistematicamente perseguita, da sola è certamente meno efficace e in genere è complementare ad altri interventi principali (Fonte: PNAR).

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Nel pdf è riportata una tabella che associa a ogni tipologia d'intervento la valutazione contenuta nel Piano Nazionale d'Azione Radon.