Quando il cambiamento climatico distrugge la nostra casa

Da romagnolo ho vissuto il dramma che ha colpito poche settimane fa la mia terra, in particolare l’area che va da Cesena a Ravenna per quanto riguarda l’alluvione, e tutta la zona appenninica limitrofa per gli importanti e diffusi fenomeni franosi.

Al di là semplificazione mediatica di scarso livello di qualche commentatore pseudotecnico che in questi anni ha sempre avuto il bisogno di commentare a caso le tragedie dei territori - i nostri lettori ricorderanno la sabbia di mare nelle case di L’Aquila -  è emersa in tutta la sua evidenza la necessità di intervenire da un punto di vista ingegneristico sul tema della gestione del territorio e il miglioramento della resilienza idraulica e geologica dell’intero Paese.

E’ chiaro che non basta ripulire i fossi ma sia necessario riprogettare il nostro ambiente naturale e ambiente costruito tenendo conto che il clima non sta solo cambiando, ma è già cambiato.

Ne abbiamo scritto su Ingenio, per farlo abbiamo contattato alcuni dei principali esperti in materia, e continueremo a farlo.

Ma il nervo è ovviamente ancora scoperto ed  è forse per questo che sono rimasto molto colpito da un articolo che ho letto questa mattina sul New York Times.

Una esperienza diretta di quello che sta facendo il cambiamento climatico

Nell’articolo dal titolo “When climate change hits home” l'autore David Gelles condivide la sua esperienza personale di come i cambiamenti climatici abbiano colpito direttamente la sua casa nella valle di Hudson, a nord di New York City.

David descrive il momento in cui, mentre stava scrivendo la sua prima edizione di questa newsletter, è stato improvvisamente colpito da una tempesta che ha causato piogge torrenziali e inondazioni nella sua zona e ha distrutto la sua casa. Gelles evidenzia come questo evento abbia portato la crisi climatica a diventare tangibile e vicina, sottolineando come il cambiamento climatico non sia solo qualcosa di lontano nello spazio e nel tempo, ma un problema che può colpire direttamente le nostre vite.

La connessione tra cambiamenti climatici ed eventi estremi

L'autore dell’articolo esplora la connessione tra i cambiamenti climatici e l'aumento degli eventi meteorologici estremi e spiega come il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra stia portando a temperature più calde, che a loro volta possono trattenere più umidità nell'aria.

Questo fenomeno rende le precipitazioni più intense e aumenta il rischio di inondazioni. Gelles sottolinea che gli scienziati concordano sul fatto che il cambiamento climatico sta rendendo gli eventi meteorologici estremi, come le tempeste e le ondate di calore, sempre più frequenti e intensi.

Impatti globali dei cambiamenti climatici

L'autore allarga quindi la prospettiva e descrive gli impatti globali dei cambiamenti climatici. Riporta diversi eventi recenti che evidenziano gli effetti su scala mondiale, come l'alluvione a Delhi, l'ondata di calore nel Sudovest degli Stati Uniti e le inondazioni in Spagna.

Noi potremmo aggiungere gli ultimi casi avvenuti nelle Marche, e quelli successivi nella Romagna.

Questi esempi mostrano come i cambiamenti climatici abbiano un impatto su miliardi di persone in tutto il mondo e mettono in evidenza l'urgenza di affrontare questa sfida globale.

Sfide e opportunità per affrontare il cambiamento climatico

Nell’articolo si parla quindi delle sfide e delle opportunità connesse alla necessità di combattere il cambiamento climatico.

David sottolinea che, nonostante la gravità della situazione, esistono motivi di ottimismo e descrive i progressi che sono stati fatti nel settore delle energie rinnovabili, come l'aumento dell'uso di turbine eoliche e pannelli solari, nonché la crescente adozione di veicoli elettrici e tecnologie a basso impatto ambientale.

Gelles evidenzia anche il grande sforzo collettivo necessario per decarbonizzare l'economia mondiale e proteggere l'ambiente, ma sottolinea che è un'opportunità unica per creare un mondo con una migliore qualità dell'aria, maggiori spazi verdi, ecosistemi più sani e meno sprechi.

Mentre pubblichiamo questo articolo presso il Parlamento Europeo si sta discutendo la legge sul ripristino della natura e degli habitat.  La legge è uno dei pilastri del pacchetto clima della Commissione von der Leyen e si inserisce nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Tra i suoi punti c'è la previsione di istituire obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il ripristino degli ecosistemi. In particolare, la legge si pone l’obiettivo di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Unione e il 15% dei fiumi nella loro lunghezza. Inoltre, sempre entro il 2030, prevede la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata. Entro il 2050, poi, la legge ha l’obiettivo di recuperare tutti gli ecosistemi che necessitano di azioni di ripristino. Si tratta, quindi, di un grande progetto di riqualificazione degli ambienti naturali che non riguarderà solo le aree protette ma tutti gli ecosistemi, compresi i terreni agricoli e le aree urbane. La proposta di legge fa parte del cosiddetto “Pacchetto natura”.

Cambiamento climatico: il ruolo degli Stati Uniti e della Cina

L'autore affronta il ruolo chiave degli Stati Uniti e della Cina nella lotta contro il cambiamento climatico e descrive come il presidente Joe Biden stia cercando di migliorare le relazioni con la Cina, mettendo il tema climatico tra le priorità dell'agenda diplomatica. Sottolinea che gli Stati Uniti e la Cina sono le due principali potenze industriali mondiali e che qualsiasi sforzo per contrastare gli effetti del cambiamento climatico richiederà una collaborazione tra di loro.

Clima: la necessità di agire con urgenza

Infine l'autore sottolinea l'importanza di agire con urgenza per affrontare la crisi climatica e descrive come gli effetti dei cambiamenti climatici si stiano manifestando sempre più rapidamente e in modo più grave, mettendo in pericolo la salute umana e la biodiversità.

Sottolinea che, nonostante la normalizzazione di eventi estremi, non possiamo permetterci di diventare indifferenti alla situazione. Gelles sottolinea che la consapevolezza e l'azione sono cruciali in questo momento critico e invita i lettori a condividere le loro preoccupazioni e speranze riguardo al cambiamento climatico.

Considerazioni finali

Ho voluto riprendere l’articolo di Gelles non solo perchè nasce da un’esperienza personale, in un contesto generale in cui noi tutti, io per primo, siamo spesso portati a pensare che queste disgrazie riguardino sempre gli altri.

L’ho voluto riprendere anche per sottolineare come un quotidiano generalista e importante come il NYT dedichi costantemente attenzione al tema della lotta ai cambiamenti climatici - questo non è l’unico articolo che ho commentato sull’argomento - a differenza dei nostri media, su carta e televisivi - che sembrano voler ignorare completamente il problema, e sono pronti a trattarlo solo dopo l’accadimento di un evento che ha portato delle conseguenze. 

Per costruire una coscienza collettiva sarebbe importante un approccio diverso, un rilancio continuo di questi argomenti  con una visione internazionale.

Con Ingenio stiamo cercando di farlo, ma il nostro milione di visite mensili, riguardanti per lo più il popolo tecnico, non è sufficiente. Sarebbe importante che i media giornalisti insistessero con continuità sull’argomento.

E mi piacerebbe poter raccogliere dal nostro settore quindi più contributi tecnici, con l’obiettivo di sostenere con maggior forza un’ineludibile battaglia sul clima che ha bisogno della nostra funzione di ingegneri, architetti, geologi, agronomi.