Quali sono i presupposti e le condizioni per l’adozione del provvedimento di sgombero?
Il ruolo del Sindaco nell'adozione di provvedimenti di sgombero per la pubblica incolumità diventa di fondamentale importanza, come evidenziato anche dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1433/2025, che conferma il giusto operato del sindaco di Matera in un caso specifico di dissesto strutturale. Infatti la sentenza ribadisce che, anche in assenza di un immediato pericolo di crollo, la presenza di fessurazioni e altre criticità strutturali possono costituire un rischio per la pubblica incolumità, giustificando misure urgenti di sgombero.
Sgombero per pubblica incolumità: quando interviene il Sindaco
L'adozione di un provvedimento di sgombero per garantire la pubblica incolumità è una misura che viene eseguita dalle autorità competenti, generalmente dal Sindaco, in situazioni di emergenza o per prevenire un rischio imminente per la sicurezza e la salute collettiva. Tale provvedimento si fonda sulla necessità di tutelare la comunità in caso di minacce potenziali. Qualora si verifichi un pericolo imminente, viene dichiarata l'emergenza e il sindaco o l'autorità competente emette un'ordinanza di sgombero, che obbliga all'abbandono immediato della zona a rischio o dell'immobile considerato pericoloso per la salute pubblica (es. perché staticamente compromesso/pericolante o a rischio esplosione).
Un provvedimento di sgombero per la pubblica incolumità può essere adottato in diverse situazioni di emergenza o pericolo, alcune delle quali includono:
- il rischio idraulico, dovuto ad inondazioni o esondazioni di fiumi o altri corpi idrici per evitare che le persone rimangano intrappolate in zone allagate, in cui potrebbero esserci anche pericoli legati a frane o smottamenti;
- il rischio di incendio, in caso di incendi gravi o imminenti si può rendere necessario lo sgombero delle persone per evitare che rimangano intrappolate o esposte a fumi tossici;
- il rischio chimico, in caso di fughe di sostanze pericolose o esplosioni e le autorità potrebbero ordinare lo sgombero della zona per proteggere la popolazione dai pericoli legati alla contaminazione;
- il rischio di crollo, in caso di edifici pericolanti per dissesti strutturali o a rischio di crollo l'evacuazione è necessaria per evitare il pericolo che le persone possano trovarsi sotto macerie o in aree non sicure.
Secondo l’art. 54 del DL 267/2000 (Testo unico sugli enti locali) il sindaco possiede varie responsabilità in particolare “(…) quale ufficiale del Governo, sovrintende:
a) all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica;
b) allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria;
c) alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto. (…)”.
A sottolineare la legittimità di un comune nell'adottare provvedimenti urgenti per la salvaguardia della pubblica incolumità è la sentenza del Consiglio di Stato n. 1433/ 2025.
Fessurazioni e pericoli: la legittimità dell'ordinanza di sgombero
Il Consiglio di Stato ha pronunciato una sentenza definitiva respingendo l'appello proposto da un ricorrente che voleva annullare l'ordinanza sindacale emessa per motivi di sicurezza pubblica e privata.
Il caso nasce quando il Sindaco di Matera ha emesso un'ordinanza contingibile e urgente per lo sgombero dell'immobile a seguito di una segnalazione di dissesto strutturale. L'ordinanza è stata adottata sulla base di una relazione di sopralluogo del Comune di Matera e dalla scheda d’intervento redatta dai Vigili del Fuoco, che hanno ipotizzato un cedimento alla base dell'edificio, pur non rilevando un imminente pericolo di crollo.
Il ricorrente ha impugnato l'ordinanza dinanzi al Tar Basilicata, sostenendo l'infondatezza dei presupposti di urgenza e la mancanza di un pericolo immediato per la pubblica incolumità, ma il Tar ha respinto il ricorso, ritenendo che gli atti istruttori dimostrassero un preoccupante stato fessurativo dello stabile, giustificando l'adozione del provvedimento di sgombero.
I proprietari, di opinione diversa, hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato sostenendo vari motivi tra cui la contraddittorietà della motivazione della sentenza del Tar, che avrebbe omesso di valutare adeguatamente l'assenza di un pericolo imminente di crollo.
Il Collegio ha respinto l'appello, ritenendo infondate le censure sollevate del ricorrente, evidenziando in particolare che il quadro fessurativo dell'edificio, unitamente alla sua ubicazione in zona sismica, costituisse un pericolo per la pubblica incolumità giustificando l'adozione di misure temporanee di sgombero, infatti “Al momento dell’emanazione del provvedimento impugnato sussistevano, dunque, di certo i presupposti per l’esercizio del potere di ordinanza ai sensi dell’art. 54, comma 4, del d.lgs. n. 267 del 2000, anche in considerazione del fatto che l’immobile è ubicato in zona sismica e in un’area caratterizzata da criticità di livello diffuso, come risulta dalla “Carta della pericolosità e criticità geologica e geomorfologica” allegata al regolamento urbanistico comunale.
Indipendentemente dal pericolo di crollo, le fessurazioni e il cedimento strutturale dello stabile facevano di certo emergere una situazione di pericolo per la pubblica incolumità che deponeva per l’adozione del provvedimento di sgombero nelle more dell’effettuazione dei necessari approfondimenti.”
In definitiva il Consiglio di Stato ha confermato le statuizioni del TAR, sottolineando che gli atti istruttori avevano evidenziato una situazione di obiettiva precarietà strutturale dello stabile, che rendeva necessaria l'adozione di provvedimenti urgenti, ritenendo proporzionato il provvedimento di sgombero, considerata la gravità del rischio e la necessità di tutelare la sicurezza dei condomini.
La sentenza del Consiglio di Stato chiude una vicenda giudiziaria complessa, confermando la legittimità dell'operato del Comune di Matera nell'adozione di provvedimenti urgenti per la salvaguardia della pubblica incolumità.
LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO È SCARICABILE IN ALLEGATO.
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