Quale sarà il futuro della professione di ingegnere strutturista?
Mauro Eugenio Giuliani (REDESCO), al 29° Congresso CTA, ha evidenziato la crisi di attrattività della professione di ingegnere strutturista e la necessità di rivalutare economicamente il ruolo dei progettisti, auspicando maggiore internazionalizzazione e riconoscimento del settore.
Nel contesto del 29° Congresso CTA, Mauro Eugenio Giuliani di REDESCO ha affrontato temi centrali legati alla professione dell’ingegnere strutturista. La discussione ha messo in luce problematiche cruciali e proposte per rilanciare un settore che, nonostante la sua importanza strategica, fatica ad attrarre giovani talenti.
Una professione che rischia di scomparire?
Secondo Giuliani, l’ingegnere strutturista non è più percepito come una figura di prestigio nella società, un fenomeno che ha portato a un drastico calo dell’interesse da parte dei giovani. Questa perdita di appeal è paradossale, considerando l’enorme necessità di professionisti qualificati in un settore che, pur essendo cruciale, sta diventando sempre più sottodimensionato.
Giuliani ha evidenziato l’importanza di intervenire a livello accademico e professionale per invertire questa tendenza. "Le Università devono diventare luoghi più interessanti anche per le nostre discipline", ha affermato, sottolineando la necessità di spazi formativi che trasmettano entusiasmo e motivazione per una professione ricca di stimoli e sfide.
Un altro tema centrale toccato da Giuliani riguarda il modello organizzativo delle aziende di ingegneria. La sua analisi mette in discussione il tradizionale adagio "piccolo è bello", ritenuto ormai obsoleto nel contesto attuale. Con Redesco, una realtà di circa 40 persone, Giuliani rappresenta una dimensione aziendale che si trova a metà strada tra le microimprese e i grandi gruppi. Tuttavia, a livello europeo e mondiale, questa scala operativa risulta insufficiente per competere efficacemente.
"La gestione di grandi strutture richiede una complessa organizzazione manageriale, finanziaria e commerciale", ha dichiarato. Tuttavia, il mercato non riconosce adeguatamente il valore della progettazione ingegneristica. Questa sottovalutazione economica porta a un circolo vizioso: i progettisti vengono pagati poco, e le risorse sono dirottate verso il management, frustrando ulteriormente i professionisti tecnici, che finiscono spesso per abbandonare la professione.
Progettisti come medici e avvocati: una rivalutazione necessaria
Un punto chiave dell’intervento è stata la richiesta di una rivalutazione del ruolo economico e sociale dell’ingegnere strutturista. Giuliani ha auspicato un trattamento economico e un riconoscimento professionale paragonabili a quelli di medici e avvocati, sottolineando come i progettisti siano essenziali per la creazione di valore all’interno della catena produttiva del Paese.
Il 29° Congresso CTA è stato un’occasione per confrontarsi su esperienze nazionali e internazionali. Giuliani ha elogiato la qualità delle relazioni presentate, sottolineando come alcune di esse siano state "di assoluto interesse" e capaci di affascinare i partecipanti. Ha citato, ad esempio, l’intervento di Ron Klemencic, che ha mostrato progetti straordinari realizzati in contesti dove il valore delle costruzioni e i tempi di realizzazione sono radicalmente diversi rispetto all’Italia.
Tuttavia, Giuliani ha suggerito un’evoluzione per il futuro: "Sarebbe bello che questo congresso avesse anche sessioni in inglese. Il livello delle cose viste merita una platea internazionale". L’apertura al panorama globale potrebbe rappresentare un ulteriore passo per rilanciare l’ingegneria strutturale italiana, favorendo lo scambio di idee e l’incontro tra diverse culture progettuali.
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