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Quale futuro per l’Architettura? Intervista a Patricia Viel, “Antonio Citterio Patricia Viel and Partners”

Intervista a Patricia Viel, “Antonio Citterio Patricia Viel and Partners”

L’editore di Ingenio, Andrea Dari, ha incontrato l’architetto Patricia Viel, socio dello studio “Antonio Citterio Patricia Viel and Partners” per una interessante intervista dedicata all’evoluzione della professione.

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Stimolo per la prima domanda è il progetto della sede Technogym, un esempio molto evidente di qualità progettuale e realizzativa, e non solo dal punto di vista estetico. Per Patricia Viel la qualità di un ambiente costruito dipende innanzitutto dal rapporto che si costruisce con l’ambiente, e non è solo quindi un problema tecnico. Certo la competenza con cui si sanno scegliere ed utilizzare i nuovi strumenti tecnici è fondamentale, ma la qualità dello spazio dipende per esempio dall’esposizione al sole, dal rapporto con il suolo, dalle superfici vetrate rispetto alle superfici opache, dalla combinazione dei materiali, dal senso della misura, dalla percorribilità degli spazi, dalle fluidità che si possono innescare nelle relazioni tra edifici. Ed è importante la condivisione con il committente di un progetto architettonico che contenga un’idea di comunità. La sede della Technogym è un progetto aziendale molto chiaro che parte dal coscienza del benessere della persona.

Patricia Viel ha toccato anche il tema del BIM, evidenziando come la modellazione tridimensionale abbia cambiato il modo di progettare un edificio. L’architetto ha sottolineato che il Building Information Modelling non sia un software, ma un modo di progettare, significa sostanzialmente produrre un modello dell’edificio in scala reale. Lo sviluppo tecnico del progetto diventa diretto, quindi contiene una sfida, quella di saper costruire, perchè non sono solo dei disegni e delle immagini, sono dei modelli tridimensionali di un oggetto che ha una consistenza tecnica, con lavorazioni, istruzioni di montaggio …
Per arrivare a modellare continua a servire moltissimo la fase di ideazione, e grazie al BIM è chiarita la distinzione fra questa fase, in cui si è tornati allo schizzo come elemento di sviluppo originale dell’idea, e quella successiva di progettazione.
La fortissima integrazione di specializzazione che richiede la modellazione di un edificio passa attraverso il BIM.

Dopo qualche riflessione sui materiali da costruzione, l’intervista si chiude su due argomenti di grande attualità: i giovani in architettura e il consumo del suolo.

Patricia Viel da due consigli fondamentali ai giovani: fare pratica all’estero e associarsi, anche tra 7/8 persone, altrimenti si corre il rischio di non essere competitivi in una professione in cui la lotta richiede un’organizzazione fatta non solo tra architetti e professionisti tecnici.

Per quanto riguarda il Consumo del Suolo, l’architetto fa una netta distinzione fra aree produttive ed edilizia residenziale. Nel primo caso la rottamazione e il riuso dell’inutilizzato è più semplice, per quanto riguarda il rinnovo del tessuto urbano occorre una leva fiscale e normativa, visto che siamo in un Paese dove gli immobili sono quasi sempre di proprietà. Si dovrebbe ripartire dall’edilizia popolare. Per questo non si può semplificare.

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