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Protezione e risanamento della zoccolatura muraria

La buona riuscita di un intervento passa dalla cura dei dettagli e delle metodologie più efficaci per dare durabilità al manufatto edile. Sembra banale dire queste cose, ma nel caso specifico che andremo a trattare, la zona della muratura detta “zoccolatura” è la zona che genera moltissime problematiche, anche in nuovi edifici, generando degrado anche in uno spazio temporale brevissimo.

Che cosa è la zoccolatura e l'importanza dei dettagli costruttivi

Innanzitutto definiamo la zona della “zoccolatura” di una muratura, cioè la zona bassa, basamentale che si eleva per circa 50 cm oppure 100 cm dal piano campagna, alcuni la definiscono anche “piede della muratura” e forse questa dizione identifica l’importanza di questa zona perché è la zona, facendo un parallelismo con l’organismo umano, che deve essere protetta e conservata dalle interazioni ambientali e metereologiche, ovvero dobbiamo proteggere il nostro piede con la calzatura più appropriata, pensate di uscire d’inverno con le infradito. Eppure, nel caso delle murature molto spesso si sottovaluta la protezione di questa zona.

In edifici di nuova costruzione, la continuità dell’impermeabilizzazione tra le murature interrate e quelle in elevazione dovrebbe essere di semplice realizzazione, invece molto spesso a causa della presenza del marciapiede, si interrompe la continuità dell’impermeabilizzazione, generando l’insorgenza d’infiltrazioni o di risalite capillari secondarie, che in ambo i casi generano degrado, propagandosi a volte anche all’interno dell’edificio; i casi più gravi riguardano gli edifici in legno, ovvero il famoso “attacco a terra” della struttura in legno, in questo frangente il degrado si manifesta con la marcescenza, quindi con un degrado che attacca la struttura portante in legno, le conseguenze rispetto ad un edificio in materiale lapideo sono notevolmente più gravi.

Le cause dell’incuria di questa zona sono spesso legate alla staffetta tra i vari operatori, che si danno “il cambio” proprio come su una linea di demarcazione, l’impermeabilizzatore ha già operato, l’intonacatore ha fatto il suo ed il piastrellista interverrà, ovviamente la mancanza di una corretta progettazione, con dettagli costruttivi precisi e realizzabili, e l’attenta sorveglianza della D.L. sono essenziali.

Nel caso di nuovi edifici, come già citato prima, la continuità dell’impermeabilizzazione è essenziale, entrando nel dettaglio si deve valutare quali prodotti e tecnologie si debbano utilizzare; in un nuova costruzione si deve tener conto anche dell’aspetto termico, quindi se ci fosse il marciapiede, lo si dovrà trattare come un balcone, ovvero utilizzando tecniche per il “taglio termico” e creare continuità strutturale con armature appropriate al fine di prevenire cedimenti dello stesso, che a loro volta potrebbero creare infiltrazioni.

Nella cura di questi dettagli, ci sono d’aiuto le LAM Liquid Applied Membrane, quelle comunemente dette “guaine liquide” perché in alcune loro formulazioni sono compatibili con le membrane prefabbricate (guaine bituminose) possono essere piastrellabili (UNI EN 14891) possono essere lasciate a vista essendo protettive (UNI EN 1504-2) e possono essere intonacate o rasate.

In presenza di un sistema d’isolamento a “cappotto” la compatibilità dei prodotti utilizzati, diventa condizione imprescindibile per la corretta riuscita e durabilità dell’intervento.


Le cause del degrado

Il degrado più ricorrente se non si curano i dettagli, come visto in precedenza, sono fenomeni derivati dalla risalita secondaria, che normalmente s’innesca da un apporto laterale d’umidità; facciamo sempre l’esempio del marciapiede, il raccordo tra muratura e il piano orizzontale non viene impermeabilizzato efficacemente, il massetto di posa della pavimentazione oppure la sabbia d’allettamento degli autobloccanti, che s’imbibiscono d’acqua per gli eventi metereologici a contatto con l’intonaco trasmetteranno continuamente umidità, provocando efflorescenze saline, che deteriorano la struttura degli intonaci e delle finiture, questo degrado è molto ricorrente anche nei nuovi edifici, generando contenziosi per mancanza di chiarezza progettuale.

Aggiungiamo un’altra considerazione tecnologica, la zona della zoccolatura è la zona più soggetta alle intemperie perché non protetta da gronde o aggetti, è soggetta alle piogge a stravento, all’acqua di rimbalzo, agli accumuli d’acqua o di neve se le pendenze delle strade tendono verso l’edificio, cioè tutti eventi ricorrenti, che mettono a dura prova la zoccolatura della muratura.


Protezione della zoccolatura: soluzioni storiche e nuove

Storicamente per proteggere la zoccolatura, ponevano in opera per almeno 50 cm, delle lastre in pietra, con l’avvento del cemento si eseguivano delle strollature con dosaggi elevati di cemento, in alcune zone venivano chiamate “camice di cemento” questi sistemi avevano lo scopo di proteggere la muratura dagli eventi metereologici. In taluni casi, secondo la disponibilità locale di materiali, venivano utilizzate delle pietre come basamento prima della posa dei mattoni, come vi vede dalla foto.

L’evoluzione dei materiali da costruzione, ci permette di essere più efficaci con minor costo, pensiamo all’utilizzo di LAM oppure di pitture polimeriche che possono rendere impermeabile non solo lo zoccolo della muratura ma tutta la parete, le versioni acril-silossaniche, abbinano un basso assorbimento d’acqua con una buona permeabilità al vapore, secondo la teoria KUNZEL che ha messo in relazione queste proprietà, un ottimo sistema verniciante deve rispondere ai requisiti di seguito riportati:


W < 0,5 Kg/mq h 0,5
Sd < 2 m
W x Sd < 0,1 Kg/mq h 0,5

Negli edifici storici le cose si complicano un po', perché si deve intervenire simultaneamente su diverse problematiche, infatti su edifici in muratura che hanno le fondazioni che adescano umidità dal terreno, sicuramente avremo il fenomeno della “risalita primaria” abbiamo anche la presenza di sali disciolti all’interno della muratura, quindi con innesco di sub-efflorescenze ed efflorescenze, infine non dimentichiamo che molti edifici storici sono attigui a strade che nel tempo hanno avuto rimaneggiamenti aggravando l’apporto di acqua verso le murature, molte volte l’apporto d’acqua è così costante da far crescere della vegetazione, che con il tempo e la scarsa manutenzione, rendono più gravosi i fenomeni di degrado.

Quando s’interviene su vecchie murature la metodologia consigliata è la seguente.

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