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Proprietà industriale: firmato il decreto interministeriale

Con questo decreto la titolarità delle invenzioni non sarà più automaticamente assegnata ai ricercatori che le hanno sviluppate, come previsto dalla precedente versione dell'articolo 65, ma verrà trasferita alla struttura di appartenenza dell'inventore.

Accesso più agevole alla proprietà industriale per le imprese e gli attori del mondo accademico e della ricerca

Con la firma del decreto interministeriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) riguardante l'adozione delle linee guida previste dall'articolo 65 del Codice della Proprietà Industriale, è stato definito l'ultimo atto necessario per il conseguimento della milestone MIMIT del Piano nazionale di ripresa e di resilienza.

Questa riforma della proprietà industriale rappresenta un passo significativo verso l'innovazione e la collaborazione tra le imprese, le università, gli enti di ricerca e gli IRCSS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) all'interno del sistema di ricerca ed innovazione italiano. La chiave di volta di questa riforma è rappresentata dall'approvazione della legge di modifica al Codice della Proprietà Industriale (legge n.102 del 24 luglio 2023) e dall'emanazione delle conseguenti circolari e linee guida firmate dai Ministri Adolfo Urso e Anna Maria Bernini.

Le principali novità introdotte da questa riforma permetteranno un più agevole accesso alla proprietà industriale per le imprese e gli attori del mondo accademico e della ricerca. In particolare, la titolarità delle invenzioni non sarà più automaticamente assegnata ai ricercatori che le hanno sviluppate, come previsto dalla precedente versione dell'articolo 65, ma verrà trasferita alla struttura di appartenenza dell'inventore. Questo cambiamento significativo elimina il cosiddetto "professor's privilege" e mette in luce l'importanza delle istituzioni di ricerca nell'ambito dell'innovazione.

Inoltre, il decreto promuove la collaborazione tra università, enti pubblici di ricerca e IRCSS con le imprese. Questo nuovo approccio incentiva la creazione di processi virtuosi di valorizzazione delle innovazioni e trasferimento tecnologico, che a loro volta contribuiranno alla competitività del Sistema Paese.

L'obiettivo principale di questa riforma è quello di allineare l'Italia al resto dei principali Paesi occidentali in termini di politiche di proprietà industriale, ma anche di promuovere una stretta collaborazione tra il mondo della ricerca pubblica e quello produttivo. Ciò avrà importanti ricadute sulla valorizzazione delle nuove tecnologie e sull'accelerazione dell'innovazione.

Commenta l'esperto Paolo Anzuini, Consigliere dell'Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia:

Tutte le novità introdotte dal decreto sono destinate all’attivazione del valore immateriale del sistema Italia. Prima di modificare il sistema amministrativo (già semplificato ed economicamente vantaggioso) si dovrebbe costruire/incentivare la cultura della proprietà intellettuale, cioè insegnare il “brevettese”. Agevolare senza conoscere risulterà inefficace. Le nozioni su brevetti e beni immateriali dovrebbero essere nella formazione di base di tutte le università e accademie, soprattutto quelle tecniche.

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