Proposte per una riforma del processo edilizio/urbanistico e la valorizzazione della libera professione
Servono riforme sostanziali e la libera professione ha tutti i gradi di libertà utili ad essere protagonista della ripartenza post-coronavirus
350 mila tecnici in Italia, un'importante forza economica che contribuisce al 12,20% del PIL
Siamo in crisi economica da oltre 10 anni e il settore delle professioni tecniche non è mai stato riformato e non è mai stato considerato come cinghia di trasmissione fra progetto, innovazione e realizzazione d'impresa e quindi è necessario aggiornarlo e potenziarlo nell'interesse generale.
In Italia vi sono circa 350.000 tecnici che si occupano del territorio e tutti i professionisti sviluppano insieme un fatturato pari a circa il 12,20% del PIL Nazionale; il loro contributo all’economia del Paese è molto importante anche in termini di creazione di posti di lavoro infatti i liberi professionisti datori di lavoro sono, al 2018, pari al 14,4% del totale con una crescita annuale pari al 3,3%.
Importante forza economica siamo spesso considerati una tassa inevitabile per poter avviare legalmente i lavori; la mancanza di riconoscimento della funzione terziaria ha portato a una continua svalorizzazione del ruolo tecnico e, implicitamente sociale; il disinteresse del potere politico ha prodotto difficoltà di evoluzione verso nuovi tipi di aggregazioni professionali; i regimi fiscali non equilibrati hanno disincentivano lo sviluppo delle strutture professionali.
Il “lockdown“ per l'emergenza sanitaria ha mostrato la fragilità del sistema delle libere professioni tecniche con il blocco quasi totale delle attività; mai una crisi economica aveva provocato un così grande rischio di chiusura di molte attività professionali e dei relativi posti di lavoro.
Per la ripartenza economica occorrono aiuti immediati ma soprattutto creazione di lavoro giustamente pagato a professionalità specifiche. La complessità delle tematiche da affrontare richiede il ricorso a conoscenze e saperi altamente specializzati come quelli dei liberi professionisti che ad una approfondita preparazione tecnico culturale un aggiornamento continuo ed una radicata conoscenza pratica che rende insostituibile il loro ruolo, assicurano conoscenza culturale, capacita’ professionale, conoscenza delle norme ed applicabilità alla realtà economica e sociale del paese
Interventi
Lo stato di blocco delle progettazioni in essere e dei cantieri aperti potrebbe essere di lunga durata se non si procede con forti atti legislativi ed azioni di stimolo economico. Mentre molte sono le proposte per i lavori pubblici, per il settore privato si deve pensare a meccanismi diversi.
Le analisi concordano sul fatto che la sola modalità di ripresa possibile a breve è quella di un'intensa azione di rigenerazione sostenibile del patrimonio edilizio esistente, vecchio, non sicuro, energivoro e in gran parte di scarsa qualità architettonica. Per sperare di avviare un rilancio non bastano forti investimenti; movimentare i risparmi e i fondi privati è questione complessa. Serve soprattutto fiducia negli attori e nei tempi del processo. Le professioni tecniche in questo periodo buio hanno operato per far continuare i progetti in atto e preparare la ripresa del settore ma se non si rivoluzionano le modalità operative non si va lontano.
Viene invocato un massiccio ricorso ai Commissari Straordinari per l’attuazione di specifiche opere pubbliche; il modello “Ponte di Genova” non può però essere l’unica modalità sostitutiva e nulla si dice per l'enorme mole di patrimonio esistente privato obsoleto che potrebbe essere rinnovato ed è diffuso in ogni parte d'Italia.
I tecnici Liberi professionisti sono in questo momento disponibili ad assumersi ogni responsabilità per supportare il rilancio economico del Paese e la stessa loro sopravvivenza ed evoluzione e ritengono indispensabile partecipare all’attività di programmazione delle istituzioni politiche ed amministrative.
Rendere efficiente il processo edilizio: ecco alcune proposte
Il dibattito è ampio ma alcuni argomenti specifici che riteniamo essenziali in quest’ottica e più in generale per l'efficienza del processo edilizio-urbanistico sono sinteticamente i seguenti:
Ruolo della Libera Professione
- Introduzione del principio di sussidiarietà offerta agli enti pubblici dai liberi professionisti che possono assumersi integralmente la responsabilità dei processi edilizi ma con patti chiari e competenze riconosciute anche economicamente lasciando agli enti programmazione, gestione economica e controllo ed alle imprese di eseguire i lavori (si pensi solo al forte impulso che verrebbe dato alla ricostruzione delle zone terremotate, massimo cantiere edilizio in Europa).
- Servono iniziative per spingere all'aggregazione e all'innovazione degli studi professionali (a meno che non si voglia statalizzare la progettazione). Gli studi devono essere parificati alle piccole imprese secondo quando indicato dalle norme europee ; servono interventi di sostegno economico per il mantenimento delle attività professionali e quindi dei posti di lavoro come per le imprese.
- Riforma e modernizzazione delle regole che disciplinano le nostre professioni con identificazione della modalità di esercizio della professione (libera o dipendente) e svolgimento della stessa in alternativa non in contemporanea con ambiti professionali ben definiti.
Modifiche legislative sostanziali
- Modifica della “legge Bassanini bis” al fine di permettere un collegamento non procedurale fra direttiva politica e progetto, eliminando i momenti di impasse o le situazioni di veto burocratico, chiarendo i ruoli e rafforzando l'imparzialità della burocrazia rispetto alla politica.
- Depenalizzazione nei diversi momenti dell'iter edilizio/urbanistico di reati come p.es. danno erariale, traffico di influenza, abuso di ufficio, che generano spesso azioni di autodifesa da parte della P.A. rallentando/bloccando le procedure.
- E' necessario varare una nuova Legge Urbanistica Nazionale. Una legge di soli principi, non procedurale che dovrebbe essere approvata con larga maggioranza parlamentare e darebbe finalmente chiari indirizzi al coacervo delle caotiche leggi regionali attuali.
- Riscrivere tutta la normativa sulla sicurezza e la salute, soprattutto nei cantieri edili, per eliminare i fardelli burocratici e rendere veramente efficace la sicurezza ( ad esempio il modello anglosassone propone semplici linee guida ma alta specializzazione sulla sicurezza per ogni singola fase delle attività con controllo costante interno e sanzioni che penalizzano, in caso di inadempienza, la qualificazione professionale).