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Promuovere la sostenibilità nel mondo delle costruzioni attraverso l'innovazione e la collaborazione

Nel corso del 18° incontro ITDUK a Londra in una tavola rotonda si è evidenziato i risultati già ottenuti attraverso l'innovazione digitale nel campo dell'edilizia sostenibile, illustrando le difficoltà che s’incontrano ancora oggi e di come la digitalizzazione può aiutare ad affrontarle e, forse, risolverle.

L'avvento del digitale ha trasformato l'industria delle costruzioni, rivoluzionando i processi di lavoro

Negli ultimi anni, l'industria delle costruzioni ha assistito ad un notevole cambiamento verso la trasformazione digitale, che ha rivoluzionato il processo di progettazione, costruzione e gestione degli edifici e dell’ambiente costruito. Quest’ondata di progressi tecnologici non solo ha migliorato l'efficienza e la produttività, ma ha anche svolto un ruolo fondamentale nella promozione della sostenibilità nel settore delle costruzioni.

Il 18 maggio si è tenuta a Londra una tavola rotonda organizzata da Italians in UK in Digital Transformation (ITDUK), durante la quale esperti del settore ed esponenti delle principali società di consulenza, fra cui citiamo Arup, Buro Happold, WSP e Atkins, hanno discusso proprio di questi temi.
Antonietta Canta
e Vincenzo Reale di Arup e Dorotea Papa di Atkins hanno infatti condiviso le loro esperienze e punti di vista, evidenziando i risultati già ottenuti attraverso l'innovazione digitale nel campo dell'edilizia sostenibile, illustrando le difficoltà che s’incontrano ancora oggi e di come la digitalizzazione può aiutare ad affrontarle e, forse, risolverle.

I vantaggi nell'utilizzo del BIM

Può sembrare strano, ma oggi possiamo già dibattere di quale sia stata la trasformazione digitale maggiormente rilevante in un processo edilizio sempre più rivolto verso la sostenibilità. Durante la discussione, ad esempio, è emerso che il Building Information Modeling (BIM) rappresenta una delle trasformazioni digitali più importanti per la progettazione degli edifici sostenibili.

Grazie al BIM, infatti, i professionisti del settore possono ottimizzare le fasi di progettazione, costruzione e gestione di un progetto, riducendo sprechi di materiale, consumo di energia ed emissioni di carbonio. Attraverso simulazioni virtuali e rilevamento delle interferenze, è possibile individuare e risolvere potenziali problemi e inefficienze prima dell'inizio della costruzione, risparmiando cosi tempo e risorse. Allo stesso modo, l'utilizzo del "computational e parametric design", attraverso tecnologie avanzate come i plugin Ladybug e Honeybee nella piattaforma Grasshopper, si è dimostrato un potente strumento per migliorare la sostenibilità nella progettazione degli edifici. Questi software consentono agli architetti e ai progettisti di simulare e valutare vari aspetti come la radiazione solare, l'illuminazione, il consumo energetico e le prestazioni termiche di un edificio.

Ciò permette di prendere decisioni consapevoli per ottimizzare le prestazioni dell'edificio e identificare strategie di progettazione più sostenibili, come l'orientamento, il design dei dispositivi di ombreggiamento e le opportunità di ventilazione naturale.

Inoltre, l'analisi dei dati climatici facilita l'individuazione e la mitigazione di potenziali rischi, come il surriscaldamento delle facciate. Come ha ricordato poi Vincenzo, oggi la sostenibilità deve essere concepita e sviluppata con un approccio olistico, considerando tutte le discipline coinvolte in un progetto. Ha quindi posto l’attenzione sull'utilizzo del parametric design per ottimizzare il dimensionamento delle strutture, al fine di renderle più snelle ed efficienti, riducendo la quantità di materie prime utilizzate, come il calcestruzzo e l’acciaio, e il loro conseguente impatto ambientale.

Il digitale aiuta nel percorso verso la sostenibilità, ma tanto resta da fare

Gli esempi citati, cosi come gli esiti di altri progetti sui quali io stessa ho avuto il piacere e l’onore di lavorare negli ultimi anni, dimostrano come l'adozione e l'implementazione delle pratiche d’innovazione digitale nel settore delle costruzioni abbiano già apportato un contributo positivo alla sostenibilità.

Rimangono tuttavia altre sfide significative da affrontare e una delle principali difficoltà è il necessario cambiamento di mentalità all'interno dell'industria delle costruzioni e tra gli investitori, che spesso vedono la sostenibilità come un costo aggiuntivo anziché come un investimento a lungo termine. Superare questa percezione e favorire una cultura della sostenibilità richiede educazione, consapevolezza e collaborazione.

Grandi e piccoli studi di consulenza, come hanno mostrato le conversazioni tenutosi durante la tavola rotonda stessa, hanno già iniziato questo processo trasformativo ed educativo, investendo in politiche di trasformazione digitale e ricorrendo a strumenti digitali per lo sviluppo di analisi e progetti.

Serve però una standardizzazione e uniformazione degli approcci, e in questo i governi hanno una responsabilità cruciale nel stabilire standard e regolamenti per l'adozione di pratiche sostenibili, di metodologie di calcolo comuni e chiare (es. calcolo dell’”emodied and operational carbon”) e infine, ma non per importanza, la digitalizzazione stessa.

Tuttavia, è bene ricordare che l'industria delle costruzioni non è composta esclusivamente da investitori e progettisti che necessitano di linee guida. Si fonda anche sulle materie prime, sulla loro lavorazione, trasformazione, distribuzione e installazione. La costruzione sostenibile si basa in gran parte su un approvvigionamento responsabile e consapevole dei materiali. Purtroppo pero, la trasparenza e la tracciabilità delle risorse non sono temi compiutamente risolti.

Per questo motivo è fondamentale che le imprese di costruzione collaborino con i fornitori e i consulenti, implementino sistemi di gestione della catena di approvvigionamento e diano la priorità all'uso di materiali a basso impatto, riciclati e di origine locale. Dall’altro lato, anche noi consulenti dobbiamo insistere nel chiedere informazioni relative alla sostenbilità (es. Environmental Product Declaration – le “schede tecniche” delle emissioni di CO2) e richiederle in formati digitali che siano sempre piu integrabili con gli strumenti di modellazione e analisi che utilizziamo.

Affrontare queste sfide richiederà un impegno collettivo di tutti gli attori coinvolti, richiedera’ l’integrazione di nuove tecnologie e la promozione di una cultura di innovazione, compresa quella digitale. Solo attraverso un approccio olistico e collaborativo, l'industria delle costruzioni può tracciare la strada verso un futuro più sostenibile.
Fra i relatori e il pubblico presente alla tavola rotonda, seppur consapevoli delle difficoltà che s’incontrano ogni giorno, in diversi hanno riportato testimonianze significative riguardo ad utilizzi promettenti di strumenti digitali e della raccolta digitale delle informazioni, nella quale personalmente credo e che promuovo quotidianamente all’interno del team con cui lavoro come parte della “strategia per la trasformazione digitale”.

S’inizia infatti a discutere di come l’integrazione di sensori e sistemi di monitoraggio negli edifici e nelle infrastrutture possa essere utile per raccogliere dati sulle prestazioni dell’edificio e sul consumo energetico. Si parla già di come attraverso la raccolta dati e l'analisi continuativi, si possono individuare in modo proattivo aree di miglioramento e attuare pratiche sostenibili durante l'intero ciclo di vita dell'edificio.

L'analisi dei dati consente inoltre la manutenzione predittiva, riducendo i guasti degli impianti e strutture e prolungando la durata dei sistemi di costruzione.
Fortunatamente, non è solo un gruppo di italiani appassionati di innovazione e sostenibilità a credere in questi temi, ma apparentemente lo è anche il Governo del Regno Unito, che nel 2022 ha introdotto il cosiddetto “Building Safety Act” , proponendo il concetto di "Golden Thread" (filo conduttore): le informazioni cruciali di un edificio devono essere documentate, accessibili e tracciabili digitalmente durante tutto il suo ciclo di vita, garantendo una gestione efficace e trasparente dell'immobile. Il governo britannico ha sottolineato, non a caso, l'uso degli strumenti digitali per conformarsi ai requisiti di legge, poiché si crede che agevolino la presa di decisioni efficaci e promuovano un approccio proattivo e collaborativo alla sicurezza degli edifici.

Si e concluso cosi il diciottesimo incontro di ITDUK, e dalla sede di BH al n.17 di Newman St, a Londra, una cosa mi è molto chiara: il cambiamento è già in corso, grazie anche ad un ampio gruppo di italiani curiosi e instancabili che da anni sostiene questo approccio innovativo, proattivo e collaborativo, coinvolgendo persone con diverse esperienze, spesso in competizione tra loro, ma unite dalla convinzione e dalla speranza che attraverso il lavoro di ingegneri, architetti, tecnici e consulenti si possa contribuire a creare un mondo migliore e più sostenibile, per l'ambiente, la società e l'economia dei nostri paesi.

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