Progetto e posa in opera dei massetti: l'evoluzione di un settore raccolta in un'intervista a CONPAVIPER
In questo articolo un'intervista a due rappresentati del Conpaviper per comprendere l'evoluzione del settore negli ultimi 20 anni e scoprire le novità che saranno contenute nel 4° revisione del Codice di Buona Pratica.
Il settore dei massetti e dei sottofondi ha subito negli ultimi vent'anni una grande evoluzione. Se fino agli anni '90 la figura del massettista coincideva con quella del piastrellista, oggi non è più così. La posa del massetto e la posa dello strato di finitura finale della pavimentazione vengono realizzate separatamente, da operatori specializzati e qualificati nei singoli ambiti di riferimento.
Sempre più di frequente, all'interno di articoli e nel corso di seminari tecnici, si sente parlare di "sistema pavimento", come a sostituire un'accezione ormai obsoleta del termine "pacchetto" o "stratigrafia". Perché? Cosa c'è alla base di questo cambiamento e al modo di esprimersi quando si fa riferimento al settore delle pavimentazioni?
L'Ente Nazionale Conpaviper - Associazione Italiana Sottofondi, Massetti e Pavimentazioni e Rivestimenti Continui, ha attiva una Sezione molto attiva su più fronti in riferimento al settore dei massetti: norma UNI, Codice di Buona Pratica, patentino applicatori. La nostra redazione ha intervistato Antonino Badalucco, vice presidente CONPAVIPER con delega Massetti, e l'ing. Massimo Bocciolini, coordinatore di due gruppi di lavoro CONPAVIPER, per comprendere i cambiamenti all'interno del settore e scoprire in anticipo le novità che saranno contenute all'interno della 4° revisione del Codice di Buona Pratica per i MASSETTI di SUPPORTO per INTERNI ed ESTERNI.
Regole di Buona Pratica CONPAVIPER per la corretta progettazione ed esecuzione dei massetti per interni ed esterni
La sezione massetti di Conpaviper sembra molto impegnata su molti fronti: norma UNI, Codice di Buona Pratica massetti e sottofondi, patentini. Perché è necessario dedicare al settore dei massetti un’attenzione così impegnativa e importante?
Antonino Badalucco (AB): «La figura professionale del posatore di massetti è piuttosto recente e si è affacciata nel mondo delle costruzioni non più di una ventina d’anni fa. Prima infatti la posa del massetto, allora definito “battuto” o “magrone”, e della pavimentazione ceramica (bi-cottura prima e monocottura dopo) venivano realizzate dalla medesima squadra di posatori: le figure professionali del “piastrellista” e del “massettista” coincidevano. Con la diffusione del gres porcellanato e degli adesivi, le pose del massetto e della finitura avvenivano separatamente da operatori sempre più specializzati.
In questi anni il posatore di massetti ha bruciato le tappe dotandosi di laboratori tecnologici interni o esterni alla propria organizzazione per la progettazione delle miscele, investendo in macchine automatiche per il loro confezionamento e pompaggio di massetti e spesso anche di sottofondi. In cantiere ha collaborato con progettisti, imprese, idraulici e posatori di pavimentazioni nella progettazione di pavimenti sempre più complessi a causa del recente avvento dell’isolamento termico ed acustico delle civili abitazioni, del riscaldamento/raffreddamento a pavimento, delle nuove generazioni di finiture ceramiche, lapidee, lignee, resilienti e resinose».
Antonino Badalucco, vice presidente Conpaviper delega Massetti
Siamo alla revisione 4 del Codice di Buona Pratica. Ripensando a come era il settore dieci anni fa quanto è cambiato in questi anni anche grazie a questo lavoro del CONPAVIPER e quanto sono stati importanti questi documenti?
AB: «È facile trovare parti del Codice di Buona Pratica richiamate da capitolati, documenti tecnici e presentazioni di professori e aziende primarie del settore delle costruzioni. Ciò testimonia l’importanza che rivestono i documenti elaborati in Conpaviper. È come se il mercato percepisse la loro mancanza e sommessamente ce li richiedesse.»
Progettista del pavimento: una nuova figura professionale
Nel quotidiano, qual è il rapporto con i professionisti? Conoscono i massetti, sono in genere in grado di poter prescrivere nel progetto le prestazioni e caratteristiche corrette? Dedicano attenzione alla scelta dei massetti giusti?
AB: «Quando si parla di massetti occorre considerare il pavimento nella sua totalità. Ogni cantiere è una storia a parte e propone problematiche ed esigenze da parte della committenza sempre diverse. Nei cantieri più piccoli raramente il progettista partecipa alla progettazione del pavimento. Soprattutto nelle ristrutturazioni. È invece più facile trovare la sua presenza nei cantieri più grandi. Anche in questo caso, comunque è fondamentale che si instauri un rapporto di collaborazione tra il progettista, l’impresa e i posatori degli elementi che compongono il pavimento.
È per questo motivo che nel Codice di Buona Pratica è stata istituita la nuova funzione del Progettista del pavimento che possiede le competenze per un corretto dimensionamento del sistema.»
La collaborazione tra fornitori e applicatori di massetti
Come tutti i settori anche quello dei massetti è ovviamente in una fase di evoluzione tecnica. Quanto è importante la collaborazione tra fornitori e applicatori per poter far crescere il settore e arrivare a un livello di qualificazione più alto?
AB: «Nel Codice di Buona Pratica si scoraggia ad utilizzare le scheda tecnica del singolo produttore della singola componente del sistema pavimento in quanto chi l’ha redatta non poteva conoscere il contesto in cui veniva posata. Ovviamente ciò non vale per il Progettista del pavimento che, grazie alle conoscenze tecniche e di cantiere, interpreta correttamente i dati tecnici riportati nelle schede adeguandoli alla stratigrafia di progetto.»
Sulla questione della qualifica dell' posatore di massetti
L’applicazione di massetti dovrebbe essere affidata esclusivamente a specialisti? Quanto è importante che si arrivi a un patentino dell’applicare?
AB: «Il passo successivo dopo la stesura della versione 4 del Codice di Buona Pratica in cui si specifica “cosa” fare, passeremo a descrivere “come” farlo. Dopo di che saremo in grado di qualificare il settore dei posatori di massetti.»
Aggiornamento del Codice di Buona Pratica Massetti del CONPAVIPER: tutte le novità
Ci sono molti documenti che richiamano i massetti: la versione 3 del Codice di buona pratica, molte norme italiane ed europee: norme italiane sulle finiture, la norma di prodotto EN 13813, le norme di prova, le norme e leggi che coinvolgono sistemi radianti, termici ed acustici. Perché la necessità di una versione 4 del Codice di Buona Pratica?
Massimo Bocciolini (MB): «Come affermato da Antonino, sono passati una ventina d’anni, prima che all’interno di Conpaviper sbocciasse definitivamente il mestiere del posatore di massetti. Da più di una decina di anni i posatori delle pavimentazioni, che non eseguivano più il battuto, avendo la necessità di avere massetti adeguati, hanno emesso norme, documenti molto ben fatti ma che avevano un problema: il posatore di massetti non era seduto al tavolo in cui sono state redatte.
In queste norme il cantiere latita: non si fanno riferimenti alle tolleranze di posa dei singoli strati del pavimento in funzione dei vincoli geometrici di cantiere, alcuni valori numerici riportati sono palesemente di laboratorio, non si parla mai di pavimento. Inoltre oggi per prescrivere un massetto occorre leggere almeno 400 pagine scritte da gruppi di lavoro diversi che utilizzano vocabolari diversi ed impostazioni tecniche diverse. Quando il più delle volte in cantiere non si conosce neanche il tipo di pavimentazione che sceglierà la signora Maria».
Ing. Massimo Bocciolini, coordinatore di gruppi di lavoro della sezione Massetti Conpaviper
Potreste anticiparci qualche novità della versione 4 del Codice di Buona Pratica?
MB: La versione 4 introduce numerose novità rispetto alla versione precedente che si limitava a riunire ciò che esisteva sparpagliato nelle norme esistenti.
- È stata estesa la progettazione dal massetto a tutto il pavimento, dal solaio alla pavimentazione finale, compreso gli strati resilienti (per l’abbattimento del rumore al calpestio), gli impianti radianti e gli strati isolanti.
- I valori delle prestazioni delle prove eseguite sui massetti sono stati rilevati in cantiere e non in laboratorio: si notano differenze sostanziali.
- Vengono date prescrizioni per la corretta esecuzione delle quote dei singoli strati in funzione delle quote dei vincoli architettonici rilevati in cantiere in maniera da garantire gli spessori minimi dei massetti.
- Si apre all’utilizzo di massetti che fanno utilizzo di aggregati leggeri con prestazioni minime in conformità alla norma europea EN 13813, ovvero classi di resistenza a compressione e trazione minime pari a C5 e F1.
- Vengono considerate prestazioni dei sottofondi in termini di tolleranze, umidità, prestazioni meccaniche.
- È stato approfondito il paragrafo sui giunti.
- È stata introdotta la funzione del Progettista del sistema pavimento.
Perché occorre progettare il pavimento quando esistono già le schede tecniche dei vari strati che lo compongono?
MB: «Come già accennato da Antonino, le schede tecniche sono molto utili al progettista del sistema pavimento che ha l’opportunità di tenersi aggiornato sulle numerose e continue novità che appaiono frequentemente sul mercato. Infatti nessuna di esse conosce la stratigrafia in cui l’elemento che descrive viene inserito, mentre il nostro progettista la conosce con precisione e può sfruttare le singole potenzialità riportate su tali documenti.»
Come intendete quantificare la vostra esperienza in grandezze e numeri in modo da poterli condividere con gli altri tecnici di cantiere come l’impresa, il progettista, il direttore dei lavori e gli altri posatori?
MB: «C’è solo un modo: eseguire molte prove in cantiere su numerose tipologie di massetti. Mi spiego meglio. Oggi ci sono molti posatori di pavimentazioni e di massetti con notevole esperienza, che con semplici prove con chiodi e mazzette riescono a giudicare correttamente la conformità delle prestazioni meccaniche di un massetto alla tipologia di rivestimento prevista. Ciò significa, soltanto in Conpaviper, mal contati, circa 2 milioni di metri quadri all’anno… Occorre quindi eseguire prove sui massetti insieme ai posatori delle finiture e misurare insieme i numeri e correlarli alla loro percezione fondata su anni di esperienza. Altrimenti siamo costretti a prendere a riferimento i valori riportati sulle norme rilevati in laboratorio che non rappresentano la realtà di cantiere.»
Chi è il progettista del sistema pavimento
Infine una domanda sul progettista del sistema pavimento: esiste? chi è? quali sono le sue funzioni?
MB: «Il progettista del sistema pavimento è una nuova funzione che stabilisce i parametri contenuti nella versione 4 del Codice di Buona Pratica accollandosi la responsabilità delle scelte progettuali. Ci tengo a ribadire il concetto di “funzione”. La sua istituzione è resa indispensabile dall’aumento della complicazione del pavimento e dal numero di operatori che partecipano alla sua implementazione: tecnico termo-acustico, esecutore dell’impermeabilizzazione, idraulico, posatore del sottofondo, del massetto e della pavimentazione, progettista termo-idraulico, elettricista, impresa edile, progettista.
Deve essere nominato dalla committenza e può essere scelto tra gli operatori che ho citato, se dotati delle opportune competenze. Oggi, tale funzione è raramente riconosciuta contrattualmente ed è spesso coperta dal progettista, nei grandi cantieri (spesso coadiuvato da specialisti del settore dei pavimenti) e dal posatore di massetti negli altri.
Se vuole conoscere con esattezza le singole funzioni del sistema pavimento le regalo la quarta revisione del Codice di Buona Pratica: lì troverà tutto quello che serve per la progettazione del pavimento.»
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