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Progettazione di collegamenti colonna-fondazione con piastra di base e tirafondi

Questo approfondimento fornisce i principali strumenti per la progettazione dei collegamenti alla base nelle strutture in carpenteria metallica mediante l’impiego di tirafondi. Le principali indicazioni contenute nel presente quaderno fanno principalmente riferimento all’Eurocodice 3, in particolare alla norma UNI EN 1993-1-8.

Questo approfondimento fornisce i principali strumenti per la progettazione dei collegamenti alla base nelle strutture in carpenteria metallica mediante l’impiego di tirafondi. I collegamenti alla base delle colonne devono essere dimensionati affinché vengano trasmesse alla fondazione le sollecitazioni provenienti dalle colonne senza che sia superata la resistenza ultima di ciascun componente e in coerenza con le assunzioni fatte nell’analisi globale della struttura in termini di rigidezza. Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018) non esplicitano particolari indicazioni per il calcolo e la verifica del sistema di questi sistemi di ancoraggio alla base. Le principali indicazioni contenute nel presente quaderno fanno principalmente riferimento all’Eurocodice 3, in particolare alla norma UNI EN 1993-1-8.


Come progettare al meglio i collegamenti alla base con tirafondi in strutture di carpenteria metallica

I collegamenti alla base rappresentano un elemento fondamentale nella progettazione poiché costituiscono l’interfaccia fra la struttura in acciaio e la fondazione.

Questo approfondimento fornisce i principali strumenti per la progettazione dei collegamenti alla base nelle strutture in carpenteria metallica mediante l’impiego di tirafondi.

I collegamenti alla base delle colonne devono essere dimensionati affinchè vengano trasmesse alla fondazione le sollecitazioni provenienti dalle colonne senza che sia superata la resistenza ultima di ciascun componente e in coerenza con le assunzioni fatte nell’analisi globale della struttura in termini di rigidezza.

Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018) non esplicitano particolari indicazioni per il calcolo e la verifica del sistema di questi sistemi di ancoraggio alla base.

Le principali indicazioni contenute nel presente quaderno fanno principalmente riferimento all’Eurocodice 3, in particolare alla norma UNI EN 1993-1-8.

 

Resistenza delle componenti di base

Per il calcolo della resistenza dei collegamenti di strutture in acciaio è possibile fare riferimento alle componenti di base che li compongono, con riferimento al §6.1.3 della UNI EN 1993-1-8.

Questo paragrafo è dedicato all’analisi delle componenti potenzialmente interessate per i collegamenti alla base delle colonne, che possono essere qui di seguito sintetizzate:

  • Componente 1: Flangia e anima della colonna soggetta a compressione;
  • Componente 2: Anima della colonna soggetta a trazione;
  • Componente 3: Calcestruzzo in compressione;
  • Componente 4: Piastra di base soggetta a flessione per effetto della compressione;
  • Componente 5: Piastra di base soggetta a flessione per effetto della trazione;
  • Componente 6: Tirafondi soggetti a trazione.

Tali componenti verranno utilizzate per il calcolo della resistenza delle piastre di base nei confronti dell’azione assiale, del momento flettente e del taglio, nei successivi capitoli.

Componente 1: Flangia e anima della colonna soggetta a compressione

La risultante della resistenza a compressione di progetto della flangia della colonna e dell’adiacente zona compressa dell’anima della colonna si può assumere che agisca in corrispondenza del livello del centro di compressione.
La resistenza a compressione di progetto combinata dell’anima e della flangia della colonna può essere stimata attraverso la seguente espressione:

Fc,fc,Rd = Mc,Rd/(h - tfc)

dove:

  • h è l’altezza della colonna;
  • Mc,Rd è il momento resistente di progetto della sezione trasversale della colonna, ridotta se necessario per tener conto degli effetti del taglio;
  • tfc è lo spessore della flangia della colonna.

NOTA: Se l’altezza della colonna supera i 600 mm L’Eurocodice 3 raccomanda che il contributo dell’anima alla resistenza a compressione sia limitato al 20%.

 

Componente 3: Anima della colonna soggetta a trazione

La resistenza a trazione di progetto dell’anima della colonna può essere calcolata con la seguente espressione:

Ft,wc,Rd = beff,t,wc twc fy,wc/ γM0

dove:

  • beff,t,wc è la larghezza efficace dell’anima della colonna soggetta a trazione, che può essere assunta pari alla lunghezza efficace dell’elemento T (T-stub) equivalente con il quale si schematizza la piastra di estremità inflessa ottenuta dal §6.2.6.5 della UNI EN 1993-1-8 per una fila di bulloni individuali o per un gruppo di bulloni;
  • twc è lo spessore d’anima della colonna;
  • fy,wc è la tensione di snervamento caratteristica del profilo.

NOTA: i valori della lunghezza efficace e della larghezza efficace di un elemento T (T-stub) equivalente sono valori fittizi di queste lunghezze e possono differire dalle dimensioni finische della componente di base del collegamento che esso rappresenta.
La larghezza efficace beff,t,wc può essere calcolata attraverso il T-stub equivalente che schematizza la piastra di estremità inflessa ottenuta secondo i criteri della seguente tabella:

 

Lunghezze efficaci per file di bulloni situate fra le flange della colonna

dove i parametri e, m e α possono essere ricavati dalla seguente figura:

 

parametri e, m e α

Componente 3: Calcestruzzo in compressione, compresa la malta di allettamento

La resistenza di progetto per azioni di contatto del collegamento tra la piastra di base e il supporto in calcestruzzo può essere calcolata con la seguente espressione, tenendo conto delle proprietà del materiale e delle dimensioni sia dello strato di malta sia del calcestruzzo di supporto:
FC,Rd = fjd beff leff

dove:

beff e leff costituiscono rispettivamente la larghezza e la lunghezza efficace della flangia del T-stub equivalente;
fjd è la tensione resistente per contatto di progetto del collegamento.

L’area efficace della piastra in compressione (beff leff) è legata al valore dello sbalzo c che si ottiene dalla resistenza a flessione della flangia soggetta alle pressioni del calcestruzzo uniformemente distribuite fjd, che rappresenta la resistenza di contatto del giunto. Per la valutazione della larghezza della zona di contatto supplementare c, l’Eurocodice 3 prescrive come lunghezza massima il valore che si ottiene con la seguente relazione:

c ≤ tfc [fy / (3 fjd γM0)]0,5

in cui:

  • tfc è lo spessore della flangia del T-stub equivalente;
  • fy è la tensione di snervamento del profilo.
  • I valori di beff, leff e c possono essere ricavati con l’ausilio della seguente figura.

 

Area di un T-stub equivalente sollecitato a compressione. (a) Proiezione ridotta, (b) Proiezione estesa

 

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