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Progettazione degli interventi di mitigazione del rischio da frana: le Linee Guida AGI-ISPRA

Sintesi delle “Linee guida per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio da frana” in Italia redatte dall'Associazione Geotecnica Italiana (AGI) e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Dalle classificazioni ai diversi approcci progettuali.

Rischio frane in Italia: linee guida di AGI e ISPRA

Nel presente articolo sono sintetizzati i principali contenuti delle “Linee guida per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio da frana” redatte da un gruppo di lavoro composto da membri dell’Associazione Geotecnica Italiana (AGI) e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Tali Linee Guida intendono facilitare il dialogo tra Enti territorialmente competenti e categorie professionali nella fase di programmazione degli interventi di mitigazione del rischio e fornire elementi utili alla progettazione, realizzazione e manutenzione di interventi di mitigazione del rischio in linea con gli strumenti programmatici e con la normativa vigente in Italia.

L’Italia è il Paese europeo maggiormente funestato dalle frane, sia per la grande diffusione di queste ultime sia per l’intensa urbanizzazione del territorio. A sessant’anni dal tragico evento del Vajont e a venticinque anni da quelli occorsi nella Regione Campania, sono ancora oggi numerose le circostanze che, localmente o diffusamente, vedono coinvolte persone e cose a seguito dell’attivazione o della riattivazione di frane.

Purtuttavia, le conseguenze registrate sarebbero molto più rilevanti se l’Italia – proprio a seguito dei citati eventi nella Regione Campania (D.L. 180/98 e D.P.C.M. del 29 settembre 1998) – non si fosse dotata di strumenti di previsione e di prevenzione del rischio da frana, quali quelli connessi ai Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio da frana (L. 365/2000).

In tale contesto, che peraltro ha visto il Governo centrale stanziare nel tempo ingenti risorse per la programmazione ordinaria di interventi di mitigazione del rischio da frana, si inserisce l’accordo quadro siglato nel 2017 dall’Associazione Geotecnica italiana (AGI) e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, tra le finalità perseguite, si pongono quella della diffusione della cultura geotecnica (AGI) e del supporto alla programmazione, progettazione e controllo degli interventi di mitigazione del rischio da frana (ISPRA).

Nell’ambito di tale accordo i due Enti hanno concordato di redigere le Linee Guida per la “Progettazione degli interventi di mitigazione del rischio da frana” che “perseguono il duplice scopo di facilitare il dialogo tra Enti territorialmente competenti e categorie professionali nella fase di programmazione degli interventi di mitigazione del rischio e di fornire elementi utili alla progettazione, realizzazione e manutenzione di interventi di mitigazione del rischio in linea con gli strumenti programmatici e con la normativa vigente nel nostro Paese” (AA.VV., 2022).

A tali fini, l’AGI ha inteso veicolare il patrimonio di conoscenze acquisite e di esperienza maturata dalla comunità scientifica che in essa si riconosce sui temi intimamente connessi all’analisi e alla zonazione del rischio da frana (come la Geotecnica delle grandi aree) all’interno di uno strumento operativo in grado di armonizzare, in modo oggettivo e condiviso, gli studi di base e la prassi progettuale sugli interventi di mitigazione del rischio da frana.

Questo impegno è stato anche teso a colmare la lacuna emersa dall’analisi del patrimonio di conoscenze acquisito da ISPRA a seguito dello sviluppo, a partire dal 2005, del “Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)”, secondo cui gli studi specialistici a supporto della progettazione risultano, a volte, carenti in molte parti essenziali con grave pregiudizio sulla efficacia delle opere e, quindi, sulla effettiva mitigazione del rischio ad oggi perseguita.

Mitigazione fenomeni franosi: categorie e tipi di interventi in 8 capitoli

Le Linee Guida si articolano in otto Capitoli che, “in relazione alle diverse categorie di frane e in dipendenza dalla natura degli elementi esposti, dettagliano l’approccio metodologico da seguire per la scelta delle tipologie di intervento da realizzare ai fini della mitigazione del rischio da frana e forniscono gli indirizzi procedurali per un loro corretto dimensionamento” (AA.VV., 2022).

In particolare, dopo una breve Introduzione (capitolo 1), il Capitolo 2 è dedicato al glossario e alla classificazione delle frane (per pendii in terreni naturali o in roccia), degli elementi esposti e degli interventi di mitigazione del rischio, oltre che a una sintetica descrizione delle differenze esistenti tra analisi qualitative e quantitative del rischio e di come queste si inquadrino nel più ampio processo di gestione del rischio da frana.

Con riferimento al glossario, si osserva che l’adozione di un linguaggio comune che riguardi i diversi termini che definiscono il rischio e i fattori che concorrono alla sua generazione e intervengono nella sua mitigazione rappresenta il punto di partenza essenziale per un dialogo costruttivo tra i diversi attori impegnati sul tema, oltre che per la condivisione delle modalità secondo le quali impostare la progettazione e verificarne gli effetti nel tempo.

In questa ottica risultano di aiuto le classificazioni per le quali si fatto riferimento a documenti già proposti nella letteratura scientifica, da considerare come possibili fonti da citare. D’altra parte, l’introduzione di concetti connessi all’analisi quantitativa del rischio (QRA) appare dirimente anche ai fini della possibilità che sarebbe offerta ai progettisti di dimostrare la bontà del loro operato (in termini di valutazione dell’efficacia degli interventi progettati) sulla base di criteri quantitativi di tollerabilità del rischio (v. anche cap. 6).

Il capitolo 3 introduce il quadro normativo al quale fare riferimento e, in particolare, quello connesso alla zonazione del rischio da frana in Italia, alle norme di attuazione e agli studi di compatibilità idrogeologica, nonché alla normativa tecnica che include l’aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni – NTC (D.M. del 17 gennaio 2018) e gli Eurocodici. Finalità del capitolo è quella di evidenziare come le norme alle quali fare riferimento nella progettazione siano molteplici e, talora, non sempre coerenti fra loro, avendo origine differente e perseguendo anche un fine differente. Circostanza questa divenuta evidente a valle della zonazione del rischio sviluppata in Italia che richiede la valutazione della mitigazione del rischio conseguente alla realizzazione degli interventi (rischio residuo) per la quale le NTC e, spesso, le norme di attuazione non forniscono elementi utili da assumere a riferimento.

Il capitolo 4 descrive gli obiettivi e le procedure di svolgimento delle attività di indagine e di monitoraggio nonché delle analisi propedeutiche alla programmazione e alla progettazione degli interventi di mitigazione del rischio da frana (la programmazione va anteposta alla progettazione degli interventi perché quest’ultima interessi i pendii di una definita area su cui è prioritario intervenire e perché sia condotta secondo procedure coordinate e coerenti per i diversi pendii della stessa area in cui ricadono più interventi).

Per le indagini e il monitoraggio si enucleano strategie e metodi da adottare, a differenti scale topografiche di riferimento, per la caratterizzazione dei corpi di frana, esistenti e potenziali. Circa le analisi, si discutono i metodi da utilizzare su area vasta e a scala di pendio, esplicitando i passi da compiere per la calibrazione dei parametri che intervengono nel definire il comportamento meccanico/reologico dei geo-materiali coinvolti e la validazione dei risultati, tenendo conto delle specifiche cause d’innesco.

A tal riguardo, una particolare attenzione è dedicata alla definizione del modello geologico e del modello geotecnico che, a scala di pendio, intervengono primariamente nell’analisi cosiddetta “fenomenologica” (questa fornisce una prima interpretazione del livello di stabilità del pendio e degli eventuali meccanismi di frana in esso attivi). Sulla base degli esiti di tale analisi, si delineano i metodi per una loro verifica (quali quelli dell’equilibrio limite).

Quindi, si illustrano gli aspetti salienti di metodi più raffinati volti ad approfondire l’interpretazione del livello di stabilità del pendio o, per pendio instabile, del meccanismo di frana che in esso ha sede (come quelli che prevedono lo svolgimento di modellazioni numeriche agli elementi finiti).

Le Linee Guida possono essere acquistate facendone richiesta all'Associazione Geotecnica Italiana mediante la compilazione la scheda raggiungibile al seguente link


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